SPERA SCEGLIE IL SOSTITUTO ALLA GESTIONE TECNICO PATRIMONIALE
San Carlo, altro che obbligo di astensione, il dg ha nominato Sileo: l’“uno e trino” rinuncia anche al «colloquio»
A zienda ospedaliera regionale (Aor) San Carlo di Potenza: il Direttore generale Giuseppe Spera, si conferma “uno e trino”, e forse anche qualcosa di più. Così sulla vicenda del conferimento dell’incarico di Direzione della Uoc “Gestione Tecnico Patrimoniale” del nosocomio potentino, atto necessario poiché il titolare è in aspettativa, la questione dell’opportunità dell’obbligo di astensione si è manifestata in tutta la sua portata. Come da normativa e da linee guida dell’Anticorruzione nazionale Anac, il dipendente pubblico ha l’onere-dovere di ottemperare all’obbligo di astensione dalla partecipazione all’adozione di decisioni o attività, ogni qualvolta le stesse «possano coinvolgere gli interessi propri, o di varie categorie di soggetti».
Il titolare in aspettativa in questione, di cui il Dg Spera ha cercato e adesso trovato il sostituto, è proprio lo stesso Dg Spera. Lo scorso settembre, «nonostante la brevità della residua durata del periodo di aspettativa», scriveva l’allora Commissario del San Carlo, che era sempre Spera poichè nominato nel ruolo ad agosto, l’“uno e trino” nominò suo sostituto annuale l’ingegnere Sileo. Col nuovo anno, nuova nomina ma con la differenza in relazione al mandato: per l’intera durata dell’aspettativa di Spera che ha un mandato trienniale. L’Avviso è stato indetto il 13 gennaio scorso e pubblicato il giorno successivo. Entro il termine di scadenza per l’invio delle domande di partecipazione, una sola è pervenuta all’Aor San Carlo: quella dell’ingegnere Canio Sileo. Di conseguenza, è caduto anche l’ultimo formale fortino in difesa della non astensione del Dg Spera.
Ciò in quanto, l’Avviso vero è che prevedeva l’istituzione di un’apposita Commissione valutatrice per la comparazione dei curricula, ma soltanto, per l’appunto, in presenza di 2 o più domande. Come da Avviso, e come è accaduto, nel caso la Direzione di una sola candidatura, l’assegnazione dell’incarico, come previsto e come verificatosi, «è disposta dal Direttore Generale con decisione discrezionale». Al Dg Spera, quindi, piena libertà nel conferire l’incarico al suo sostituto nella direzione della Uoc “Gestione Tecnico Patrimoniale”, tanto che «può procedersi a prescindere dal colloquio». Approvato lo schema di contratto individuale, Spera poi ha delegato, per la sottoscrizione, il Direttore Amministrativo Eufrasia Pesarini. Ciò non toglie che il diritto a, eventualmente e in futuro, recedere dal contratto, resta in capo al Direttore generale. Altro tema sarà la riassegnazione della funzione di Responsabile Unico del Procedimento (Rup).
Quando Spera andò in aspettativa, a fine 2’19, aveva in qualità di Rup «ancora in carico 17 procedimenti, alcuni di rilevante importo». Sulla vicenda dell’«abbondante guano di piccione» all’ospedale di Pescopagano, noto il giudizio dell’Anticorruzione nazionale Anac che ha descritto Spera un burocrate mediocre che «si limita all’espletamento di meri atti formali in assenza di valutazioni ponderate». Ad ogni modo quei procedimenti citati, sono focolaio di contenziosi giudiziari e di possibili risarcimenti da capogiro. Così in caso di cause perse lo Spera Dg dovrà rivalersi anche sullo Spera Rup e sullo Spera Dirigente dell’ Uoc in questione. La legge ha eliminato l’incompatibilità, antecedentemente prevista, tra l’incarico di Dg di Azienda sanitaria e l’essere dipendente della stessa.
Ciò, però, non preclude affatto la possibilità per la Regione di ovviare o legiferando sull’argomento e reintroducendo l’incompatibilità eliminata per dimenticanza, oppure imponendo come regola quella di non nominare Dg dell’Azienda sanitaria chi sia dipendente della stessa. Dal caso di Spera, inevitabilmente e personalmente coinvolto, in modo diretto e indiretto, la comprensione dei motivi è agevole.
Su tutti, il Dg si trova a dover sempre tutelare atti e postazioni da lui ricoperti o da lui adottati. In generale, poi, difficilmente potrebbe essere imparziale un Dg di Azienda sanitaria, nonchè dipendente della stessa, riorganizzare, sopprimendo talune Strutture complesse tra cui, per esempio, quella in cui è in aspettativa. Questi e altri motivi, come anche quelli inerenti al “clima ambientale”, imporrebbero interventi.