PELLEGRINAGGIO ROMANO, IL GOV BARDI IN SCIA E SFUGGE AI RADAR
Stessa meta, destinazioni diverse: da Fratelli d’Italia, Quarto e Baldassare nel ruolo di “vittima” utile ad alzare il tiro
Massimo riserbo in Regione su quanto accade nella coalizione di centrodestra dopo lo scoop di Cronache sul passaggio in Fratelli di Italia di Quarto e Baldassarre. Giornata di pellegrinaggio, quella trascorsa, dei lucani a Roma. A spiccare, dal punto di vista strategico, il governatore Vito Bardi che ha sfruttato la scia dei 2 “voli civili”, Piergiorgio Quarto e Vincenzo Baldassarre, per sfuggire ai controlli radar.
La “stella cometa” dei 2 consiglieri regionali recava la scritta: Fratelli d’Italia. Va riconosciuto il coraggio di esser andati nella Capitale per una manovra di cambio casacca che allo stato attuale più che destabilizzare ulteriormente i già precari equilibri del centrodestra regionale, altri effetti non sembra averne incassati, nel mentre tutta l’attenzione politica è assorbita dal futuro del Governo.
Ad ogni modo, se Quarto aveva poco da aggiungere alle proprie precedenti interlocuzioni, la sua adesione a FdI è certa, diversa la posizione di Baldassarre che si è potuto presentare come “vittima”. IdeA l’ha sospeso da ogni ruolo di partito, vietandogli di «utilizzare il nome dello stesso fin quando non ci sarà un pubblico chiarimento politico sulla sua estraneità alle trame in corso».
Pubblico chiarimento che, per ovvie ragioni, Baldassarre non fa, anzi. Proprio questa circostanza, ha rappresentato il chiavistello utilizzato per rafforzare le pretese. Singolare come un capogruppo di un monogruppo consiliare, quale Baldassarre, possa, dall’“alto” dei suoi poco più di mille voti raccolti alle regionali del 2019, essere così determinante per la stabilità della coalizione governativa lucana, nonchè quasi attrattivo per i vertici nazionali di Fratelli d’Italia che probabilmente dell’“ago della bilancia” ne sconoscevano le generalità fino a pochi giorni fa. Ad ogni modo Baldassarre spinge ed alza il tiro, magari, pare gli abbiano detto a Roma, “qualcuno ci casca”. Fratelli d’Italia appare per la Basilicata, al momento e sul fronte centrodestra, un buon “specchietto per le allodole” e forse l’ultima spiaggia rimasta. Per Forza Italia, all’orizzonte grandi prospettive di crescita elettorale, considerando che sempre nel 2019 non ha raggiunto neanche il 10%, non sembrano esserci.
Per contare qualcosa, lo sgambetto alla Lega a Matera. Solo per citare un esempio. La Lega, in Basilicata, attende ancora l’effetto “rimbalzo”: dopo tanto cadere, anche il minimo più registrato, apparirebbe come un guadagno. E così, per sottrazione rimane Fratelli d’Italia del deputato Caiata e dell’assessore regionale all’ambiente, Rosa. L’altro capogruppo del monogruppo consiliare, Giovanni Vizziello per l’appunto di Fratelli d’Italia, sembra ringalluzzito dal la prospettiva di guidare non più soltanto sé stesso, ma una pattuglia. Potrebbe, ma non è detto ancora, rientrare nei ranghi sul voto del Disegno di legge Api-Bas dell’assessore Cupparo. Vizziello, tuttavia, è indeciso: lui “pesca” nel Materano e quindi dall’area da dove sul progetto che chiude l’era Consorzi per lo sviluppo industriale, più forti si sono sollevate le grida di protesta e contrarietà. C
’è chi ormai ritiene tutto rinviato per mesi, ma il Ddl di Cupparo ancora non è stato approvato. Sarebbe troppo facile cogliere in fallo Vizziello se dopo il numero d’altri tempi, sull’Api-Bas, nel Consiglio regionale del 22 gennaio, nella prossima Assise cambierà idea senza che nulla, di fatto, sia mutato. Anche perchè, l’unico modo di dare un senso alla “manovra” Quarto-Baldassarre è proprio quello di non far passare nuovamente il disegno di legge ApiBas. Il già dimissionario Cupparo, che poi ci ha ripensato per non lasciare gioco facile agli alleati, in realtà nemici politici, a quel punto non avrebbe altre alternative al lasciare l’incarico senza il fatto salvo del ritiro delle dimissioni stesse. Che le dichiarazioni di Bardi al termine del vertice di maggioranza in Regione, siano state “civettuole”, e che la crisi non è stata ancora risolta, ne è la prova che a Roma ha voluto incontrare i pari grado dei partiti, i segretari. Si potrebbe dire che l’esito delle interlocuzioni, avute e mancate, sia un mistero. In realtà sono irrilevanti. Lo spessore politico è fine e finanche il senatore Moles, che quantomeno certo alfabeto lo conosce a menadito, è a tratti smarrito, ma non stupito, dagli smottamenti continui dei lucani. Tutto formalmente rinviato al prossimo novembre quando il “ristoro istituzionale” pari a un assessorato, la presidenza del Consiglio regionale, sarà libero.
Al post Cicala, ambisce Cariello, mentre il capogruppo della Lega, Coviello, vorrebbe entrare in Giunta. Ma anche dei non eletti scalpitano.Come tutto ciò si concilierà con le velleità del nascente gruppo di Fratelli d’Italia in Regione è uno dei tanti rompicapi politici che terrà banco nei prossimi mesi.