PER LA CRISI REGIONALE DEL CENTRODESTRA NON C’È NESSUN DRAGHI
L’intervento
DI NICOLA SAVINO*
Forse mai in modo più perentorio i fatti avevano dimostrato che non basta cambiare gli uomini e le sigle per far rinascere la politica! Per il semplice fatto che, se questa è ridotta al gioco degli istinti, finisce come in quel canile in cui, essendo tutti gli ospiti affamati, quando arriva l’osso si sbranano fra di loro e nemmeno riescono ad addentarlo. In un convegno a Tricarico sull’edilizia scolastica, forse seconda metà degli anni ’80, questo esempio spiegò a Diego Novelli, già Sindaco di Torino, perché a Sud, a differenza del Nord, non riusciamo a spendere subito per costruire scuole.
Man mano che questo difetto (tra affidamento incarichi espropri-appalti-collaudi etc) è prevalso anche nel Settentrione perché i partiti non sono più stati in grado di preparare la classe dirigente, dappertutto dalla Lombardia alla Basilicata si è piombati nella condizionetriste in cui gli istinti (nel migliore dei casi la hybris) prevalgono. Tant’è che, ormai, tanto per restare in casa, se la Giunta Bardi rassegnasse le dimissioni riconoscendo l’impossibilità di procedere, la società lucana non avrebbe alcuna possibilità di organizzare una vera alternativa.
C’è infatti una qualche Formazione in campo, cioè un’“associazione” di liberi cittadini in grado di decidere con “metodo democratico” le politiche da adottare e che,per attuarle, seleziona le persone più capaci per preparazione e per la lealtà alle Istituzioni dimostrata negli incarichi già assolti? La prova che l’articolo 49 della Costituzione è totalmente ignorato sia a Potenza che a Roma è, anche, nella continua e diffusa pluralità delle sigle assunte per competizioni nelle quali si affollano cittadini spesso ignoti, forse desiderosi di prebende, spesso di potere, e perciò dispostianche a cambiare bandiera secondo convenienza: da costruttori a Roma e da terzisti (1 assessorato ogni 3 consiglieri) a Potenza! Lo stesso Generale, bontà sua, quanto gli costa questo balletto quasi quotidiano tra Napoli e Potenza, con gli ex di Caldoro a fargli la processione? Ma cosa c’entra la benemerita Guardia di finanza con il governo di un Territorio ch’è di per sé sventurato, di una realtà che giàavrebbe dovuto giovarsi di una squadra di qualità eccezionaliper uscire dal baratro? E però, la colpa non è forse stata di coloro che hanno a tal punto degradato i partiti da determinare una reazione generale e che ora non hanno nemmeno il buon senso di togliersi di torno per incoraggiare giovani leve a ricostruire nella società i partiti per la Politica da cui tentare di salvare la Basilicata? E non c’è anche la colpa minore per la verità di coloro, molti, che semplicemente hanno votato per cambiare, fidandosi di farlo con persone che magari gli erano soltanto amiche o che essi consideravano addirittura strumenti per cacciare i precedenti?
«Purché se ne vadano» si ascoltava ad ogni incontro per via, ad ogni cantone dei nostri Paesi! Ed ancora si notano le riproposizioni recidive di chi insiste all’infinito perché si ritiene necessariamente abilitato a far politica! Nelle Regioni non c’è nemmeno la possibilità che si nomini un Draghi come per il Governo nazionale, perché in Esse non è prevista la sostituzione del Premier. Ma capite a che punto siamo arrivati con la elezione diretta dei Governatori?
Alla ricerca della stabilità (governabilità), invece di preparare adeguatamente il personale politico, in un Paese a democrazia parlamentare, abbiamo affidato gli “staterelli” ad una figura non prevista in Costituzione: escludendo dappertutto la sfiducia costruttiva e, negli enti sotto-ordinati, la possibilità di ricorrere ad un Draghi-Cicerone (che, aggiustate le cose, ritorni ai suoi campi!)! È vero che non ce n’è disponibilità per ciascuna Regione e che ci manca persino un Renzi (che faccia saltare il banco come Cupparo che però si arrende). Ma occorre finalmente riflettere sul fatto che, se si vogliono sistemi democratici, occorre che Scuola e Partiti preparino i cittadini per farli funzionare.
I Draghi sono eccezioni ormai rare ed è sventurato il Paese che abbiano bisogno di eroi! Non resta dunque che formare icittadini e le cittadine con la necessaria fatica collettiva e magari anche con i nuovi strumenti di partecipazione. Riabilitando le strutture che li preparino a volere e sapere per il bene comune. (Salvo a fare come in Cina… etc etc!)
*GIÀ SOTTOSEGRETARIO DI STATO