SCOOP CONFERMATO, LUNEDÌ LOLLOBRIGIDA A MATERA PER QUARTO E BALDASSARRE IN FDI
Alleati “fratricidi”: IdeA scompare dal Consiglio regionale, ma Benedetto in giro per la campagni acquisti. Zullino, per ora, resiste
M ercato di riparazione chiuso, colpo di coda col botto per il deputato Salvatore Caiata: anche Vincenzo Baldassarre, in via risolutiva, ha fatto il salto del canguro ed ha aderito senza riserve a Fratelli d’Italia. Il segretario regionale del partito è riuscito a sfruttare a pieno il calo forse temporaneo, ma forse anche no, della Lega e di Forza Italia con cui ormai i conti in Consiglio regionali sono pari: 3 a 3. Quantomeno numericamente, la plus valenza per FdI c’è stata. Prima di Baldassarre, come da scoop di Cronache lucane, il cambio casacca aveva interessato anche Piergiorgio Quarto eletto nella lista del presidente Bardi.
Lunedì la presentazione ufficiale. Vorrebbe presenziare all’evento la stessa leader nazionale Giorgia Meloni che però ha già delegato il parente, è il marito di sua sorella, quindi suo cognato, Francesco Lollobrigida. Il capogruppo di FdI alla Camera, ha scelto Matera, circoscrizione cara al capogruppo consiliare dell’ormai ex monogruppo, Giovanni Vizziello, come location per il prologo dell’epilogo politico, forse temporaneo, ma forse anche no, di Nicola Benedetto. Per le greggi, la disponibilità di nuovi pascoli rappresenta sostentamento, ma può capitare, come nel caso di Benedetto, che chi di transumanza ferisce, si candidò alle primarie del Pd per il candidato governatore ed è stato assessore durante la legislatura Pittella, di transumanza perisce. Sui futuri equilibri della coalizione regionale governativa, permangono incertezze, ma con il passaggio di Baldassarre in FdI, ad oggi un dato è certo: IdeA sbianchettata dal Consiglio regionale.
Ad oggi, la precisazione è d’obbligo, perchè in Regione, ma non solo, nessuno scommetterebbe un centesimo sul fatto che l’eclettico imprenditore materano, Benedetto, subisca l’onta senza contrattaccare. Come dire: ponti d’oro, per esempio, per il leghista Massimo Zullino che tuttavia ancora non si liberato dei tappi di cera e, pertanto, resiste agevolmente alle lusinghe. Una leve su tutte, può sfruttare Benedetto.
A Zullino che alle scorse regionali ha incassato più del doppio dei voti raccolti da Baldassarre, invece che continuare a fare, così lo etichettano i colleghi di partito, l’“indisciplinato” nella Lega, la conclusione della favola “a lupo, a lupo” è ben nota a tutti, potrebbe diventare la vera punta di attacco di un partito quale IdeA. Sulla transumanza politica, al di là della volontà degli avvicinati, in IdeA c’è divergenza di vedute. Resta intransigente sul punto, il segretario regionale Francesco Pagano. Proprio l’esempio di Benedetto, potrebbe rinforzare la tesi di Pagano che invoca le regole non scritte della coalizione: “rubare” dagli avversari sì, dal centrosinistra nel centrodestra, ma tra gli alleati no. Il suo omologo, Caiata, non ha sbarrato le porte girevoli.
Ma Caiata è avvezzo alla campagna acquisti: nato, politicamente, come dirigente del Pdl in Toscana, eletto in Parlamento nelle fila dei 5stelle e poi passato in Fratelli d’Italia, via Maie Movimento associativo italiani all’Estero. Singolare poi come un partito quale Fratelli d’Italia che continua a fare dell’identità la propria bandiera, in realtà accolga, ad ogni latitudine e longitudine dello Stivale, transfughi di ogni sorta che evidentemente qualche problema identitario ce l’hanno.
Ad ogni modo, per quanto di loro competenza, in serata, ieri, il direttivo regionale di IdeA per le determinazioni future. Che il partito possa continuare a pretendere qualcosa in Regione, in quanto alleato di maggioranza e in base all’apporto elettorale passato per l’elezione di Bardi, è un enigma.
Al pari, un rebus restano anche le modalità con cui d’ora in poi Lega e Forza Italia si interfacceranno con Fratelli d’Italia, rea del “ratto” politicamente incestuoso. Gli azzurri, però, qualche mea culpa potrebbero farlo. Il governatore Bardi, espressione di Forza Italia, che ben conoscerà in originale l’adagio per averlo tante volte sentito nella sua Napoli, ha consentito, e non soltanto per l’unico non eletto, che Fratelli d’Italia entrasse modestamente nelle alte dinamiche, magari cercando sponda per difendersi dalla nutrita schiera dei leghisti, per poi scalzare gli altri. Il governatore lucano dall’aver la fiamma sulla testa si è trasformato, con l’avvenuta quiescenza, in un camino buono per raccontare favole. Come quelle, riportano i rumors, che gli hanno riferito i segretari regionali Moles, Caiata e Marti, nell’incontro romano.