CONFARTIGIANATO “STA CON I BIRRAI”
Rosa Gentile, dirigente nazionale e presidente Matera, sottolinea che si tratta di una delle realtà produttive tra le più interessanti specie al Sud
Il nostro Paese è diventato anche una terra di maestri birrai, capaci di conquistare importanti fette di mercato in tutto il mondo. Un vero e proprio boom, che sta insidiando il primato del vino tra le bevande alcoliche più bevute lungo tutto lo Stivale. Sono tre solo in provincia di Matera (Birfoot a Matera, Brewner a Ferrandina, Birrificio Irsinese ad Irsina), sei in provincia di Potenza (Potenza, S.Arcangelo, Rivello, Pietragalla, Lauria) e una settantina tra Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia. Il settore ha un volume importante, con una produzione media per birrificio che vada 5/600 ettolitri a più di 1000 ettolitri anno, con picchi per gli impianti più grandi, che possono arrivare anche 20/25mila ettolitri prodotti all’anno. Tutto questo crea anche un indotto che sbarca nell’agrolimentare, con la coltivazione di orzo da malto e luppolo, in crescita esponenziale negli ultimi anni”.
Ma oggi nubi minacciose si addensano su un movimento giovane e in forte espansione, che è riuscito a sperimentare, a innovare e a continuare una tradizione importante quando si parla di alimentare Made in Italy.
Giuseppe Gaudiano dirigente di Confartigianato Giovani, è lui stesso titolare di birrificio e racconta l’odissea che sta vivendo con i colleghi. I birrifici artigianali – sottolinea – sono stati investiti in pieno dalle conseguenze dei provvedimenti adottati che, pur non essendo direttamente coinvolti nelle chiusure imposte, hanno visto ridurre drasticamente i loro clienti che sono principalmente pub ed attività di ristorazione. A peggiorare la situazione la denuncia che questa categoria non è contemplata tra le attività comprese nei ristori subendo maggiormente i vari lockdown susseguiti in questi mesi: l’onere della sopravvivenza è ricaduto praticamente su noi stessi. Inoltre il Decreto del 4 Giugno 2019 sulla “semplificazione dei microbirrifici” impone, a partire dal 31/12/2020, l’installazione di un contalitri al posto del contatore energetico per la verifica del mosto prodotto. Con tale contalitri – evidenzia Gaudiano – non si apporta alcun beneficio all’accertamento dell’accisa rispetto al misuratore attualmente in uso, con il risultato di un esborso economico che, nella situazione attuale, risulta realmente difficile da realizzare (si pensi che ci sono contalitri il cui costo si aggira intorno ai 6.000 euro senza contare l’installazione). Inoltre non vi è chiarezza circa le caratteristiche che tale contalitri dovrebbe avere, con il rischio di acquistare contalitri che, in sede di verifica dell’Agenzia delle Dogane, non vengano approvati poiché le Agenzie delle Dogane provinciali attendono ancora indicazioni in merito alle tipologie di contatori da installare. La conseguenza di tutto ciò è che le produzioni di diversi birrifici sono necessariamente ferme con conseguenze disastrose per il proseguimento dell’attività. Chiediamo quindi – dice Gaudiano – che chiunque sia sensibile ad un pezzo di realtà produttiva del Paese prenda a cuore una piccola ma significativa istanza da parte del movimento brassicolo sollevando i microbirrifici artigianali dall’obbligo di installazione del contalitri in modo da poter riprendere la produzione.
Confartigianato Matera si schiera “senza se e senza ma” dalla parte dei titolari di birrifici. Rosa Gentile, dirigente nazionale e presidente Matera, sottolinea che si tratta di una delle realtà produttive tra le più interessanti specie al Sud che hanno creato un’autentica filiera con i produttori agricoli delle materia prime e nuova occupazione diretta ed indiretta con la rete degli esercizi pubblici. La situazione pandemica ovviamente ha colpito tutto il settore horeca ma queste attività e laboratori artigiani – aggiunge – hanno lavorato senza interruzione con consegne a supermercati e negozi e vorrebbero continuare a farlo in vista della ripresa e delle nuove condizioni di apertura di bar e pub. Siamo preoccupati – continua la presidente di Confartigianato – perché la crisi di Governo blocca l’attività che pure alcuni parlamentari hanno avviato, su sollecitazione dei birrai, per trovare soluzioni urgenti.
Unionbirrai – che è l’associazione che raggruppa i piccoli birrifici indipendenti -sostiene la battaglia per la riapertura la riapertura, anche graduale, ma stabile e in grado di garantire la possibilità di lavorare dei pubblici esercizi. Le limitazioni, naturalmente, hanno avuto impatto anche sulla produzione di birra artigianale, con canale di vendita che è quasi esclusivamente quello di pub e ristoranti. Riaprire in sicurezza significherebbe – Il direttore generale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris – dare una spinta per la ripartenza ad un’intera rete. La crisi dei pubblici esercizi è strettamente collegata a quella della birra artigianale, che seguendo principi di filiera corta e territorialità si esprime maggiormente nei canali commerciali tipicamente legati a quelli della somministrazione. Alcune limitazioni, come ad esempio il divieto di asporto dopo le 18, hanno solo spostato l’acquisto di bevande e probabilmente anche la possibilità di assembramenti, favorendo di fatto la grande distribuzione e aumentando ancor di più le difficoltà di un mercato, quello della birra artigianale, per natura molto diverso dall’industriale. Motivo per cui da tempo ci stiamo battendo affinché piccoli birrifici indipendenti e industrie siano identificati da codici Ateco differenti e, in condivisione con le altre associazioni direttamente coinvolte nella filiera, riteniamo favorevole il superamento del criterio legato ai codici Ateco per identificare la platea di beneficiari di ristori”.
Nonostante questa situazione – dicono i titolari dei birrifici lucani che hanno laanciato sui social la campagna “io sto con i birrai” – si continuano a pagare le accise come se non stia accadendo nulla, gli affitti vengono pagati per intero senza alcuna agevolazione, tutto con produzioni pressoché ferme. Non vogliamo essere l’ennesima richiesta al Governo: vorremmo lavorare, produrre, creare le nostre amate birre per tutti gli estimatori e per chi si avvicina a questo fantastico mondo anche se siamo consapevoli che in questo momento tutti dobbiamo stringere i denti, fare sacrifici per il bene di tutti.