“PIENI POTERI”: «UNA RIFORMA DAI COSTI NEBULOSI, CHE DEPOTENZIA I DIRIGENTI»
Dopo l’ira della Cgil levata di scudi anche della Direr regionale contro l’iniziativa sul riordino amministrativo della Giunta voluta da Bardi
La riofroma dell’ordinamento amministrativo della Giunta regionale, la cosidetta “Pieni Poteri” tanto voluta dal presidente Bardi non accoglie consensi. Dopo l’ira della Cgil a levare gli scudi su una riforma che metterebbe nella mani del governatore una «forte concentrazione di poteri» è il segretario regionale della Direr Beccasio. Nonostante il parere contrario dell’Ufficio Legislativo del Consiglio Regionale e le perplessità espresse dalle Organizzazioni Sindacali, prosegue l’iter di approvazione del regolamento sull’ordinamento amministrativo della Giunta Regionale della Basilicata, riapprovato con la deliberazione di Giunta Regionale n. 986 del 29 dicembre 2020, dopo la bocciatura della prima versione.
Il timore che possa arrivare in Consiglio ed essere discusso con ilsilenzio delle opposzioni per i sindcati sembra essere una possibilità molto reale. «In occasione dei tavoli tecnici e delle audizioni nelle competenti Commissioni Consiliari Permanenti», la Direr ha sollecitato l«’Amministrazione ad una riflessione su una lunga serie di criticità dettagliatamente motivate. «Non è una visione preconcetta la nostra, e ne è la dimostrazione il positivo apprezzamento espresso nell’ottobre del 2019 sul disegno, poi accantonato senza spiegazioni, di riorganizzazione degli Uffici della Giunta Regionale. Quest’ultima proposta di riassetto degli Uffici, invece, ci preoccupa perché va ad innestarsi su una sequenza di atti che denotano la mancanza di prospettiva sulle politiche del personale e, quindi, non ci consentono di guardare con fiducia al futuro; più nello specifico, tali atti non ci permettono di sperare nel superamento delle criticità espresse dalla Corte dei Conti Regionale in sede di giudizio di parificazione del rendiconto della Regione Basilicata con conseguente potenziale impatto sul processo, non più rinviabile, di rafforzamento dell’organico».
La Direr «ha manifestato la piena contrarietà ad un regolamento, che non garantisce più l’osservanza del consolidato principio della separazione dei ruoli delle strutture gestionali da quelle di diretta dipendenza dall’organo politico, con un ritorno al passato accompagnato dallo smisurato potenziamento degli Uffici di diretta collaborazione del Presidente. Ma ciò che ci preoccupa particolarmente, in chiave futura, è la nebulosa rappresentazione dei costi di questa organizzazione amministrativa. In più occasioni, in maniera ferma, abbiamo evidenziato la carenza della relazione tecnico-finanziaria di accompagnamento dello schema di regolamento, che, invece, è elemento essenziale per poter apprezzare se la previsione di invarianza finanziaria di cui all’art. 8 della legge regionale n. 29 del 2019 sia stata o meno rispettata.
Non ci è stato così possibile comprendere se il regolamento conterrà la spesa come chiesto dal legislatore ma come ripetutamente richiesto dalla locale Sezione della Corte dei Conti, la quale, come detto, in sede di giudizio di parificazione tale verifica la effettuerà con possibili rischi di sanzioni per la Regione Basilicata con la perpetuazione della paralisi di qualsivoglia azione sulle politiche per il personale». «Abbiamo rilevato lo svilimento del ruolo dei Dirigenti Generali anche attraverso l’azzeramento del Cico (il comitato in cui gli stessi siedono per coordinare l’azione amministrativa) sostituito da un generico Comitato di Coordinamento presieduto dal Capo di Gabinetto, al quale con il regolamento in esame e con il decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 164/2020 sono stati attribuiti poteri di ogni sorta.
Siamo rimasti inascoltati sui rilievi relativi: alla genericità sia dei criteri per il conferimento degli incarichi dirigenziali sia dell’articolazione dell’organizzazione, che ha non pochi riflessi sulla graduazione economica delle strutture; alla illegittimità del conferimento fiduciario per gli uffici di diretta collaborazione di incarichi dirigenziali per attività puramente gestionali. Tale criticità è stata confermata anche dalla locale Sezione della Corte dei Conti, nell’ultimo giudizio di parifica, nella parte in cui, in prevenzione non costituendo l’annualità 2019 oggetto di esame -, ha rilevato l’incremento di spesa per gli incarichi di Capo di Gabinetto, di Responsabile dell’Ufficio legislativo e di Direttore dell’Ufficio stampa, nonché pure la carenza dei «presupposti normativi ed i requisiti in concreto sussistenti al fine del conferimento intuitu personae» (cfr. pagg. 379 e ss., parte I della Relazione allegata alla decisione n. 42/2020); all’illegittimità dell’automatismo della previsione del riconoscimento di indennità per i responsabili delle segreterie particolari, in violazione delle regole sulla contrattazione decentrata; -all’illegittimità, poi, della previsione di trattamenti economici atipici (indennità sostitutiva della retribuzione di risultato) in ragione della assegnazione alle strutture di diretta collaborazione del Presidente». «Questo regolamento è l’evidenza della contraddittorietà dell’azione amministrativa che, da un lato, mira ad adottare in via definitiva un regolamento che ridefinisce la struttura regionale, e dall’altro pubblica l’avviso per il conferimento delle posizioni organizzative costruito intorno all’attuale organizzazione destinata ad essere completamente superata.
È un procedere a zig-zag che, considerate le tante problematiche che involgono le politiche del personale e i notevoli ritardi accumulati sul tema, ci inducono a chiedere un cambio di registro, l’instaurazione di corrette relazioni sindacali attraverso il riscontro alle nostre motivate richieste e la cessazione di ogni invasione di campo come quelle consumate in questa vicenda». Conclude il segretario regionale del Direr che auspica un reale coinvolgimento suo e dell’intera dirigenza nel rispetto delle relative competenze, per scongiurare «il rischio reale di battute a vuoto ormai non più ammissibili».