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ASI, COMMISSARIO IN SCADENZA E NESSUNO PENSA ALLA PROROGA

In attesa delle riforma, sabato è l’ultimo giorno dell’incarico di Pagano poi l’Ente resterà senza guida: tra debiti e vertenze

L’ombra del crac si allunga sempre più minacciosa sul futuro del Consorzio Asi di Potenza. Si allunga come avviene da anni ormai, ma con una incognita in più questa volta: l’assenza di una guida. Domenica 14 febbraio infatti scadrà la proroga concessa al Commissario Francesco Pagano.

Al momento dalla Giunta nessuno pare aver pensato a un rinnovo ed è chiaro che senza un mandato ufficiale, pur volendo, Pagano non potrà svolgere nessun incarico, neanche per gli affari correnti (come stato fino ad ora). E così ancora una volta ad essere a rischio sono gli stipendi ed anche i servizi che vengono resi alle aree industriali. Per “salvare” il Consorzio Asi, dunque, è partita una corsa contro il tempo. Una corsa che ha già incontrato una serie di ostacoli, se si considera che a saltare, nell’ultima seduta del Consiglio regionale, è stata proprio la riforma dei Consorzi, che avrebbe permesso il cosiddetto atto “salva Asi”.

Una riforma che nelle intenzioni va a costituire la società Aree Produttive Industriali Basilicata spa (API-Bas spa), con capitale sociale di 5 milioni di euro detenuto interamente dalla Regione. Con l’entrata in vigore della legge il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza è posto in liquidazione e, contestualmente, la Giunta nominerà il liquidatore che subentrerà in tutti gli organi ordinari e straordinari del Consorzio. Al termine della procedura di liquidazione il Consorzio sarà sciolto. I debiti spariranno e servizi e lavoratori dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, essere salvi.

Ma la corsa contro il tempo ha trovato già un brusco stop. Il “salva Asi” è rimasto impantanato. La causa? Tensioni nella maggioranza , che come tutti conoscono hanno portato addirittura ad aprire una forte crisi con le dimissioni dell’assessore alle Attività Produttive. Rientrate solo in seguito a un lungo dibattito nella maggioranza, e con la promessa che al prossimo Consiglio regionale la riforma passerà. Ma la riforma non verrà votata sicuramente prima di martedì prossimo, e fino ad allora? L’Ente rischia di restare senza guida, come spiegato pocanzi e soprattutto senza nessuno che fino al nuovo progetto si assuma le importanti responsabilità che gravitano intorno al Consorzio di Potenza. I commissari, prendono questo appellativo per una ragione ben specifica, non sono certo nominati “a vita”. Solitamente sono accompagnati da una mission.

La proroga concessa a Pagano era ben nota a tutti: traghettare l’Ente verso la riforma per poi sviluppare un unico grande Consorzio, con nuova iniezione di capitale e proseguire con un progetto certamente più ambizioso. Il piano però al momento resta fermo, è necessario prima di tutto risolvere la questione della nomina. Se anche la riforma passasse in Consiglio martedì prossimo, fino alla nomina di un liquidatore chi si assumerà le responsabilità provenienti dall’Ente? Probabilmente Bardi non aveva immaginato di arrivare a questi punto. Era convinto che la riforma avrebbe incassato settimane fa l’ok dell’Assise e la proroga del commissario a quelle condizioni non si sarebbe mai posta. Ora però il problema c’è e va anche risolto tempestivamente. Se entro sabato non ci sarà una nuova nomina, che a questo punto anche in virtù dei nuovi equilibri politici potrebbe non toccare ad IDeA (partito dell’attuale comm9ssario Pagano) come qualcuno nella maggioranza chiede, l’Ente rimarrà “scoperto”.

Un paradosso mai verificatosi nella storia della Regione. Insomma, un nuovo grattacapo per il governatore lucano che oltre a dover scongiurare un possibile stallo per un Ente già di per se paralizzato deve evitare nuovi mal di pancia nella maggiorana. Non è scontata la proroga a Pagano fino al traghettamento della costituzione dell’ApiBas. Il passaggio del consigliere regionale Baldassarre da IdEA a Fratelli d’Italia ha scombussolato gli equilibri nella maggioranza. IdEA rimasta senza nessun riferimento in Assise per più di qualcuno della maggioranza non avrebbe più la possibilità di rivolgere pretese. Per altri però la possibilità che un altro al posto di Pagano decida di accettare un incarico che ad oggi ha solo bassi e nessun alto, anche l’incognita di uno stipendio (vista la situazione debitoria dell’Ente), potrebbe rappresentare l’unico motivo per lasciare a lui le incombenze del caso.

Per poi “giocarsi” la poltrona solo dopo la costituzione dell’ApiBas. Per capire come finirà si dovrà attendere il fine settimana ma nel frattempo il crac dell’Asi sembra più vicino ogni ora che passa. Con inevitabili ripercussioni sugli stipendi e sui servizi che vengono forniti alle aree industriali.

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