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POLIZIA, LA PROTESTA DELL’ASSISTENTE CAPO COORDINATORE: «CHIEDO SIA FATTA GIUSTIZIA»

La storia denuncia di Giovanna Soldi: dopo oltre 30anni di servizio, il diabete le ha cambiato non solo la vita ma anche la carriera professionale

Forse capita raramente, ma accade: anche chi opera in prima linea in difesa della Giustizia e della Legalità, protesta a gra voce per chiedere proprio Giustizia. È il caso dell’Assistente capo coordinatore della Polizia di Stato, Giovanna Soldi, in forza nel Reparto Prevenzione Crimine di Potenza. Soldi ha prestato servizio per 20 anni nel Reparto Volanti di Roma, dal 1987 al 2007, poi rientrata nel capoluogo al Reparto Volanti della Questura di Potenza fino al 2015, anno in cui ha ottenuto il trasferimento nel Reparto Prevenzione Crimine di Potenza. Nel 2017, l’episodio che ha stravolto la sua vita e la sua carriera professionale: mentre si trovava in ufficio è stata soccorsa dai colleghi che si erano accorti di un suo malore vedendola in stato incosciente.

Trasportata presso il locale nosocomio “San Carlo” di Potenza, le è stata riscontrata «un’ischemia scintigrafica ad albero coronarico esente da lesioni significative nonché diabete mellito “tipo 2” di nuovo riscontro e ipertensione arteriosa». Patologie, come ha spiegato Giovanna Soldi a Cronache Lucane, «mai evidenziatesi prima».

L’anno successivo, il 2018, dopo un lungo periodo di astensione dal lavoro, consigliato e prescritto dal medico della Polizia di Stato, il rientro in servizio, con la differenza che da allora in poi, Soldi ha dovuto, e continua a farlo, attenersi a rigorose prescrizioni mediche, nonche a cura insulinica quotidiana. Avrebbe voluto un diverso impiego, in ufficio, ma invece no. «Sono stata comandata di servizio in aggregazione a Foggia ha spiegato Soldi -, dove la turnazione di servizio non mi permetteva di assumere l’adeguata alimentazione e di rispettare i tassativi orari per la nutrizione, come da prescrizione medica, né di iniettare la necessaria insulina in ambienti igienico-sanitari adeguati».

«Dopo aver contratto un’infezione grave allo stomaco ha raccontato Soldi sono stata costretta, dopo l’ospedalizzazione, al riposo casalingo per le cure». Trascorso un determinato periodo, di nuovo il rientro in servizio. La sua richiesta in base all’Accordo Nazionale Quadro, per poter evitare di fare turni serali e notturni, nonchè possibilmente essere impiegata in ufficio, è stata, però, parzialmente accolta: «Sempre su macchina ed anche per servizi esterni». Solo quando non erano previsti turni pomeridiani di Controllo del territorio, Soldi aveva un «posto davanti ad una scrivania sul corridoio, di fronte ai bagni di servizio della caserma, perché non c’era la possibilità di inserimento in altri uffici».

All’«umiliazione», Soldi ha preferito tornare a svolgere servizio esterno in auto. Sennonchè, l’aggravamento della patologia diabetica: «Fino a 5 iniezioni di insulina al giorno». Così, la richiesta di ottenere i benefici della “legge Madia”. «Il 12 ottobre 2020 ha spiegato Soldi -, mi viene notificata la convocazione a visita medica collegiale presso la C.m.o del Dipartimento Militare di Medicina Legale di Bari, per il giorno 19 ottobre 2020». Ad accompagnarla il fratello.

Aveva presentato istanza al Dirigente del suo Reparto di appartenenza per poter fruire dell’autoambulanza della Polizia di Stato per il viaggio di andata e di ritorno dalla sua abitazione di Potenza a Bari ma, le è stata negata. Esito: «Non idonea permanentemente in modo assoluto al servizio nella Polizia di Stato e da collocare in congedo assoluto, sì idonea al transito, a domanda, nelle corrispondenti aree funzionali dei ruoli civili delle Amministrazioni dello Stato, con controindicazione all’impiego in compiti e servizi che implichino esposizione a condizioni stressogene». L’epilogo per Soldi , è quello la segretaria provinciale del Libero sindato di Polizia mai avrebbe voluto si verificasse: «Dal 21 dicembre scorso, sono in pensione con 4 anni di anticipo».

«Ho scoperto che il Ministero dell’Interno ha spiegato ancora Soldi non conosceva la mia storia fino a quando ad ottobre non è stata inviata una lettera dal Libero sindacato di Polizia. Oltre il danno economico, per me che ho fatto della divisa e del lavoro una ragione di vita, con tutti i sacrifici che la mia scelta ha comportata, la cosa che più mi addolora è il trattamento che ho ricevuto». «Seppur in maniera diversa ha aggiunto Soldi ho sempre avuto come obiettivo quello di servire nel miglior modo possibile lo Stato. Dopo oltre 30 anni di servizio, ho chiesto, esclusivamente per ragioni di salute, altra collocazione, ma nulla. Neanche la causa di servizio mi è stata riconosciuta.

Mi addolora l’insensibilità della Dirigenza. Ho fatto anche alcuni giorni di astensione volontaria dal cibo, ma neanche una telefonata». «Non solo ha concluso Giovanna Soldi voglio raccontare a tutti la mia vicenda anche per dare il coraggio di denunciare a dei colleghi che possono trovarsi in situazioni simili, subendole, ma soprattutto perchè chiedo Giustizia».

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