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“LA VICENDA DEL CONFINE ORIENTALE E LA TRAGEDIA FOIBE”

Vincenzo Calò, responsabile ANPI nazionale area sud, al Da Vinci-Nitti di Potenza

Il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, è stato commemorato al Da vinci- Nitti di Potenza con una videoconferenza che ha visto la partecipazione del responsabile ANPI nazionale area sud, Vincenzo Calò, il quale ha trattato il tema de “La complessa vicenda del confine orientale e la tragedia delle foibe”. L’altro tema svolto ha riguardato la terribile vicenda di “Norma Cossetto: storie di donne infoibate” tenuto dalla Dr.ssa Lidia Mastrolorenzo, membro del direttivo ANPI di Potenza, sezione Bruna Dradi, nonché dottoranda, presso l’Unibas, in storia, culture e saperi dell’Europa mediterranea dall’antichità all’età moderna.

Il seminario è stato introdotto dalla Dirigente dell’istituto d’istruzione di secondo grado prof.ssa Alessandra Napoli, che ha invitato tutti a partecipare con sensibilità e particolare attenzione ad un momento così importante. Il rappresentante dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha ringraziato la Dirigente, gli insegnanti e le studentesse e gli studenti della loro “partecipazione a quello che è una vera e propria opera di servizio verso il bisogno di conoscenza e il rispetto della memoria di un sacrificio umano, che merita di recuperare la dignità nel ricordo”.

Il senso di questo giorno è definito dunque, secondo le riflessioni di Vincenzo Calò, sia dalla Legge che ne sancisce la solennità civile che dalla sostanza del messaggio da essa veicolato, ovvero dibattere, trattare fatti storici a cui per lungo tempo non è stato dato il giusto spazio. Riportando a tal proposito una considerazione radiofonica del prof. Oliva, il rappresentante dell’ANPI ha rilevato quanto sia paradossale che gli studenti conoscano tanto di Giulio Cesare, di Pompeo e di Carlo Magno e tanto poco di eventi che hanno contraddistinto la nostra storia contemporanea. Il suo discorso avulso tuttavia da qualsiasi vena polemica, si è svincolato da qualsiasi considerazione critica rispetto all’oggettiva assenza di attenzione verso le vicende, che hanno coinvolto gli italiani ma anche gli salvi del confine orientale. Tanto che, nella puntuale rilettura della Legge numero 92 del 2004, Calò si è soffermato sulla seconda parte, guidando ad una interpretazione che pone al centro la scuola come luogo sublime della conoscenza, elevato dalla norma stessa a luogo privilegiato di dibattiti e di approfondimenti storici. In particolare, la seconda parte della legge prevede iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado, ed è altresì favorita da parte di istituzione ed enti la realizzazione di studi di convegni di incontri, in modo da conservare la memoria di quelle vicende.

Tali iniziative sono inoltre volte a valorizzare il patrimonio culturale storico letterario e artistico degli italiani dell’Istria di Fiume e delle coste Dalmate. La legge, dunque, si sofferma di più sugli strumenti di cui dobbiamo valerci per veicolare un messaggio, piuttosto che sulla centralità specifica del messaggio, “cioè ci dice che la scuola ancora una volta è protagonista” , resta il luogo “dove bisogna fare formazione, bisogna fare memoria, bisogna fare conoscenza, quindi la legge nel suo sviluppo eleva la scuola a luogo di formazione di conoscenza dei ragazzi” ha sostenuto Calò, che rivendica il suo senso di appartenenza all’associazione Nazionale Partigiani d’Italia, proprio in ragione del fatto che Il Ministero dell’Istruzione “ha riconosciuto a questa importante associazione, l’ANPI appunto, la titolarità di agente di formazione attraverso un particolare protocollo d’Intesa”. Fin qui le premesse. I contenuti, così come li definisce Calò si aprono con un quesito, chi sono gli esuli, i profughi. La risposta: sono italiani che sfuggono ad azioni violente a seguito di patti e trattati che concedono alla Jugoslavia territori di confine appartenuti allo Stato italiano alla Jugoslavia. In realtà tra le vittime si annoverano anche tanti slavi i cui cognomi hanno subito l’italianizzazione sotto il regime fascista, e che scambiati per italiani ne hanno condiviso la sorte di forzato esilio e persecuzione. Si comincia così a delineare la dimensione brutale e complessa della vicenda del confine orientale che nasce dalla dissoluzione dell’Impero Austro Ungarico, passa per l’annessione delle terre irredente e ricalca la fine dello stato liberale. Segue la narrazione storica delle vicende che dal 1918, con la firma dell’armistizio con l’Austria, fino al 1941 anno dell’aggressione da parte delle forze dell’Asse alla Jugoslavia, anno del Trattato di Rapallo che legittima ogni decisione attraverso l’autoritarismo militare, per arrivare al fatidico 8 settembre 1943, momento cruciale per l’inasprimento delle ostilità tra etnie e regimi totalitari avversi.

A pagare le conseguenze di una situazione tanto complicata quanto paradossale sono stati uomini e donne innocenti come la studentessa Norma Cossetto, la cui drammatica vicenda comincia a delinearsi proprio a ridosso dell’Armistizio dell’8 settembre del 1943. Il seminario prosegue così con la trattazione della dott.ssa Lidia Mastrolorenzo su “Norma Cosetto: storie di donne infoibate”.

Colpisce immediatamente la crudeltà e l’efferatezza consumatasi su una studentessa, figlia di un gerarca fascista, colta nel pieno dei suoi anni giovanili mentre è impegnata a preparare la sua tesi di laurea, completamente ignara della brutalità che si sarebbe abbattuta su di lei, sul suo corpo stuprato da 16 uomini per poi essere infoibato. La testimonianza di una donna, che riferisce a Licia Cossetto, sorella di Norma, di aver visto e sentito le violenze consumatosi in una caserma vicino casa, infittisce il racconto di particolari raccapriccianti.

In tutta la trattazione si è posto l’accento su una realtà, quella dei confini orientali, multietnica fatta di differenze, di contrapposizioni, sono stati definiti territori mistilingui ad una platea di studentesse e di studenti che studiano le lingue in un’ottica giammai divisiva, bensì come base di unità nella piena comprensione del diverso da sé. Radicale cambiamento di prospettiva, che ogni agenzia di formazione, creando sinergie comunicative come quelle del seminario appena svolto, si auspica di continuare ad alimentare nei giovani cuori in ascolto.

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