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SOTTOSEGRETARI LUCANI, L’UNICO A GIOCARSI DAVVERO UNA CHANCE È PEPE

Nel M5s sarà piazza pulita, il Pd è a caccia di donne e Art.1-Leu ha già fatto il pienone. C’è da accontentare solo Salvini

Chiusa positivamente per la Basilicata la partita sulla squadra dei ministri del Governo guidato da Mario Draghi, i dicasteri con a capo esponenti di origine lucane contano una postazione in più. Ai potentini riconfermati Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, rispettivamente alla Salute e agli Interni, si e’ infatti aggiunta la moliternese di origine e salernitana d’adozione, Mara Carfagna che Super Mario ha voluto non a caso, viste proprio le sue origini, al Ministero per il Sud. 

Adesso Draghi, dopo aver incassato la fiducia nelle prossime ore in parlamento, e’ chiamato a un’altra altrettanto difficile partita. Quella della composizione della pattuglia di vice ministri e sottosegretari. Anche in questo caso gli uscenti sono due, il potentino Salvatore Margiotta già sottosegretario alle infrastrutture e la materna Mirella Liuzzi, sottosegretaria al Mise. Per loro la partita appare molto più complicata. 

Come quella dei lucani in genere, come si dirà più avanti. Sta di fatto che con diversi tecnici nei dicasteri di peso (160 miliardi dei 209 previsti per il Recovery Found saranno gestiti dagli uomini di Draghi e non da quelli dei partiti) la politica ora e’ costretta a ripiegarsi sulla torta dei sottosegretari. Il premier punta a chiudere il cerchio entro una settimana. Trattative in corso. 

5 STELLE: TRA LIUZZI E LOMUTI POTREBBE NON SPUNTARLA NESSUNO DEI 2 

Il M5s ha riunito i gruppi di Camera e Senato per «trovare la quadra» sulla rosa da consegnare al presidente del Consiglio. Per ora sono tre le conferme e non c’è la lucana Mirella Liuzzi: Vito Crimi (Interno), Laura Castelli (Economia) e Stefano Buffagni (Sviluppo economico). Castelli e Crimi potrebbero però essere dirottati verso altre deleghe: si parla di Lavoro e Giustizia. Dubbi anche sulla riconferma di Giancarlo Cancelleri, viceministro alle Infrastrutture: il gruppo grillino siciliano spinge per l’ok. In uscita ci sarebbero oltre alla lucana Mirella Liuzzi (Mise), Vittorio Ferraresi (Giustizia) e Angelo Tofalo (Difesa). In bilico anche Carlo Sibilia (Interno). Tra le new entry grilline spuntano i nomi di Luca Carabetta (Ambiente), Luigi Gallo (Scuola), Luigi Iovino (Università), Salvatore Micillo (Transazione ecologica), Giulia Sarti (Giustizia), Marta Grande (Cultura), Tiziana Ciprini (Agricoltura). Più marginale quindi, se non altamente improbabile, la presenza del vice presidente dei senatori, il lucano Arnaldo Lomuti. Tra l’altro ipotesi complicata anche perché e’ in forse, vista la ristrettezza dei numeri, finanche la riconferma del sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano. Mentre potrebbe ritornare in gioco Mattia Fantinati per il ruolo di vice del ministro Renato Brunetta alla Pubblica amministrazione. Tra gli incerti anche Alessio Villarosa, sottosegretario all’Economia ormai troppo vicino ad Alessandro Di Battista e alle sue idee scissioniste. C’è da poi da risolvere il problema dei ministri trombati: Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro e Vincenzo Spadafora. Dunque stavolta la Basilicata rischia di sparire dalla cartina a 5 stelle. 

FORZA ITALIA, CASINO OUT. MOLES FORSE 

Corsa aperta per un posto nel sottogoverno anche in Forza Italia. I lucani papabili sono due: l’onorevole Michele Casino e il senatore Giuseppe Moles. Se per Casino la nomina è solo una potenzialità, qualche chances ce l’ha Moles. Anche se dai rumors raccolti nei corridoi romani non ci sarebbe nei desiderata del senatore di origini tolvesi l’ipotesi del sottosegretariato. Certo è che se però uno dei due si gioca una carta, questi è Moles. Fosse non altro per il suo storico curriculum in Forza Italia, per l’essere vicepresidente dei senatori azzurri, nonché coordinatore del partito in Basilicata. Sicuramente rispetto alle prime indiscrezioni raccolte anche da questo giornale venerdì, le quotazioni per un sottosegretario lucano di Forza Italia sono in discesa. 

Anche per come si stanno configurando le trattative: per la poltrona di sottosegretario all’Agricoltura, infatti, si fa il nome di Paolo Russo, deputato della prima ora, molto vicino alla lucana di origine Mara Carfagna. Per la delega allo Sport c’è Cosimo Sibilia. Paolo Sisto o Giacomo Caliendo sono in pole per l’incarico di sottosegretario alla Giustizia. Stefania Prestigiacomo spinge per l’Ambiente. Tra i quelli in gioco più che dei lucani c’è il nome di Simone Baldelli che però potrebbe optare per il ruolo di vicepresidente della Camera, poltrona che però potrebbe anche finire alla Lega.

 Mentre in quota alla “moliternese” Carfagna circola il nome del giornalista Gigi Casciello, già direttore de Il Roma, alla Pubblica istruzione. Giorgio Mulè dovrebbe andare alla guida del gruppo alla Camera al posto di Mariastella Gelmini. In alternativa c’è una poltrona da sottosegretario. Tra i parlamentari azzurri in odore di promozione Raffaele Nevi (Difesa o Sviluppo economico) e Cristina Rossello. Ecco quindi che la partita azzurra per i lucani si fa molto stretta. 

LEGA, POSTI SOLO PER I SALVINIANI: PEPE IN PARTITA 

Pepe a ora e’ il lucano che si gioca la partita con più probabilità di successo. Nella Lega, infatti, Matteo Salvini punta a fare il pienone di sottosegretari dopo aver ceduto le poltrone nel Governo alla correnti di Giorgetti e Zaia. Nicola Molteni dovrebbe andare all’Interno. Gian Marco Centinaio è il nome per la poltrona di sottosegretario alla Salute. Mentre agli Esteri circola l’opzione Paolo Formentini. 

Dovrebbero far parte della squadra anche Riccardo Molinari e Claudio Borghi. In quest’ottica potrebbe inserirsi il nome dell’unico parlamentare leghista lucano: Pasquale Pepe. Il sindaco di Tolve ha tutte le caratteristiche per giocarsi la partita: e’ Salviniano, e’ vicepresidente della commissione antimafia e, sopratutto, e’ responsabile nazionale del partito per il Mezzogiorno.

 Quale migliore occasione per il Carroccio, accusato anche di aver obbligato Salvini ad appoggiare Draghi per accontentare i desiderata dell’ala nordista, per equilibrare anche territorialmente le forze che dare un sottosegretario al sud nella persona del responsabile del mezzogiorno? La partita è da o ora o mai più! 

PD, LA CONFERMA DI MARGIOTTA NON È SCONTATA

 Partita più complicata al Nazareno dove il segretario Nicola Zingaretti, accusato di maschilismo per aver espresso solo uomini nei dicasteri, punta a riequilibrare le sorti con i sottosegretari con quote prevalentemente rosa. E tutti i lucani della partita, Pittella, la new entry De Filippo e l’uscente Margiotta ogni qualità hanno, tranne che di essere donne. 

I nomi più quotati al momento sono appunto tutti in rosa: largo quindi alle riconferme facili di Alessia Morani (Sviluppo economico) e Anna Ascani (Scuola). Un’altra donna potrebbe andare a rimpolpare la pattuglia rosa ed e’ Chiara Braga per il sottosegretariato all’Ambiente. Tra i pochi nomi al maschile non ci sono al momento lucani, si parla infatti per le delega al Mezzogiorno di due ipotesi: Nicola Oddati e Piero De Luca. Anche se sul figlio del governatore della Campania, che qualcosa di lucano ha essendo il papà Vincenzo originario di San Fele, c’è il veto dei Cinque stelle. In questa ottica potrebbe essere ripescato Enzo Amendola. Insomma la posizione dei lucani dem pare al quanto complicata. 

NEI PARTITI MINORI, NON C’È PARTITA PER I LUCANI 

In casa Articolo Uno-Leu, non c’è nessun nome lucano. Questi perché tutti i lucani di spicco del partito si sono già ben sistemati con il potentino Speranza riconfermato ministro al dicastero più importante con la pandemia in corso e il materano Bubbico recentemente nominato alla presidenza dell’importantissima “Acquirente Unico Spa”. L’unico “smottamento” infatti in casa Articolo Uno-Leu dovrebbe riguardare la staffetta tra Giuseppe De Cristofaro e Arturo Scotto al Miur. Infine quasi certa la nomina Guido Bortoni, ex presidente Arera, come sottosegretario alla Transizione Ecologica. Per i minori chiude la lista Italia viva che dovrebbe incassare tre caselle: Giustizia (Gennaro Migliore), Interno (Ettore Rosato), Esteri (Maria Elena Boschi). 

In quest’ottica anche la scelta del deputato lucano Vito De Filippo appare assennata. In molti avevano criticato la sua scelta di lasciare Italia Viva proprio alla vigilia di una nuova spartizione di poltrone. Ma se si considera che dal Governo è rimasto fuori finanche Matteo Renzi e big del calibro della Boschi e di Rosato da papabili ministri ora sgomitano per uno scrannetto sottogretariale, per il lucano – scomodo anche per le sue idee nell’interesse del Paese e quindi non sempre allineate all’umoralita’ di Renzi – e’ evidente che non ci sarebbe stato spazio alcuno.

 Per il presidente del Potenza Calcio, Salvatore Caiata, è proprio il caso di dirlo, non c’è partita. Al momento dovrebbe essere l’unico lucano ad essere all’opposizione di Draghi, in quanto il suo partito, Fratelli d’Italia, e’ il solo che ha scelto di rimanere fuori dal Governo

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