SCREENING ONCOLOGICI, CAMBIO D’APPALTO: ALL’ISPETTORATO DEL LAVORO, AZIENDE ASSENTI
Ritardi, risarcimenti danni e l’esposto in Procura: nosocomio nel pallone, soluzione non trovata
Irccs Crob di Rionero in Vulture, effettuazione degli screening oncologici e cambio d’appalto: le due tematiche scorrono su binari distinti, ma gli intrecci sono inevitabili e la vicenda nel suo complesso continua, purtroppo, a non pervenire a soluzione. L’ultimo incontro tra i vertici del nosocomio rionerese e i sindacati, si è svolto ieri nella sede di Potenza dell’Ispettorato del lavoro, ma è stato assolutamente infruttuoso: nulla di fatto.
Da una parte i segretari regionali Donato Rosa e Michele Sannazzaro, rispettivamente della Uiltucs e della Filcams Cigl, e dall’altra in rappresentanza del Crob, Antonio Prospero Colasurdo e Gianvito Amendola. Assenti, però, le ditte interessate, con i dovuto distinguo nelle responsabilità: la Fora SpA e l’azienda Tecnolife Srl che con la Radiological Service Srl fa parte del Raggruppamento temporaneo d’impresa (Rti) che si è aggiudicato l’appalto, per un importo complessivo di quasi 9milioni di euro, dei servizi di supporto agli screening oncologici regionali.
L’aggiudicazione efficace della Suarb è dell’ottobre dell’anno scorso, ma il cambio d’appalto non decolla, anzi a mancare è proprio la pista di atterraggio. Le problematiche essendo tecniche non dovrebbero interessare ai cittadini che necessitano degli screening oncologici ma, invece, a risultare poi dagli stalli burocratici penalizzati, anche fortemente, sono proprio loro.
Ad ogni modo, al Crob l’impasse prosegue tanto che una decina di giorni fa, nonostante l’intervenuta aggiudicazione dell’appalto, l’ennesima proroga tecnica in favore dell’uscente Fora SpA che vinse la gara della durata di 6 anni, nonchè dal valore di oltre 9milioni di euro, nel 2012. Fora, tra le altre cose, perso quest’ultimo appalto Suarb, ha fatto anche ricorso al Tar di Basilicata che lo ha dichiarato inammissibile, dando così l’assoluto via libera alla stipula del contratto con l’Rti Radiological-Tecnolife. Il contratto, tuttavia, ad oggi non è stato ancora stipulato. Di conseguenza la proroga alla Fora che se prima era «nelle more dell’appalto Suarb», adesso è «nelle more della stipula contrattuale». I cittadini sono penalizzati e il Crob è tra l’incudine e il martello. Mentre l’uscente Fora non desiste dal proporre una rinegoziazione delle condizioni contrattuali, in riferimento a prezzi e modalità, i nuovi, invece, il contratto non lo firmano perchè pure loro pretendono delle modifiche.
Dai segretari regionali di Uiltucs e Filcams, Rosa e Sannazzaro, espressa forte contrarietà alla gestione della vicenda considerando anche la vertenza aperta sul tema in Basilicata dove «oltre 30mila donne lucane aspettano lo screening di primo livello». Non casualmente, già presentato l’esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza. Di contro, la società Fora, per il fermo delle attività ha avanzato, da parte sua, richiesta di risarcimento danni. In ogni caso, i sindacalisti è dal giugno scorso che stanno denunciando «ingiustificati e gravissimi ritardi». Adesso, visto il nuovo nulla di fatto, Rosa e Sannazzaro pretendono l’immediata diffida alla società subentrante da parte dell’Irccs Crob. A marzo, l’incrocio di date fatidico, ma che non si presenta, sulla carta, come risolutivo.
La proroga del Direttore generale Di Martino, tra Crob e Fora SpA ancora magmatico il contenzioso civile su presunti risarcimenti danni anche in ordine alle modalità di esecuzione dell’appalto durante l’epidemia Covid-19, è fino al 10 marzo prossimo: 2 giorni prima, però, il nuovo incontro all’Ispettorato del lavoro sul cambio d’appalto. Per quella data, in pochissimi, se non nessuno, sono pronti a scommettere che l’Rti aggiudicataria del milionario appalto Suarb, firmi il contratto