IN REGIONE UN DIPARTIMENTO “PICCOLO COSÌ”: ATTENTI AL BUR
Attività produttive: l’Avviso pubblico per le Pmi è in corso, ma nessuno informa le imprese che rischiano così di perdere il finanziamento
Sostegno alla ripresa delle Pmi e delle professioni lucane: sui 10milioni di euro che l’assessore Cupparo e il Dg Panetta si ritrovano tra le mani da un lontano passato, sono risorse ex Programma attuativo regionale del Fondo aree sottoutilizzate, poi rimodulate con delibera Cipe nel 2015, pronto a scoppiare il caso.
L’Avviso pubblico, stando ai numeri, di certo è stato un successo, del resto quale bando per contributi a pioggia non lo è, ma la gestione dello stesso sembra parafrasare la proverbiale espressione “somma burocrazia, sommo buracratese”. Il Bando predisposto dal Dipartimento regionale delle Politiche di sviluppo, è così un percorso ad ostacoli che alla fine, in non pochi non arriveranno al traguardo poichè, per cause indipendenti dalla loro volontà, smarrito è il tragitto. Nella relativa finestra digitale dedicata all’Avviso pubblico, così come predisposta dalla Regione, il Bando, per esempio, risulta «scaduto» e formalmente così è, ma sostanzialmente la situazione è l’opposta.
L’Avviso non è nato sotto i migliori auspici, tanto che varato dalla Giunta il 30 settembre scorso, è stato, in parte, modificato dopo una ventina di giorni. Ad ogni modo se è vero che lo sportello telematico per l’invio della documentazione, aperto il 2 novembre, si è chiuso l’11 gennaio, corrisponde altrettanto a realtà, che per i partecipante l’iter procedurale è tutt’altro che concluso. Un Dipartimento di Sviluppo e Ricerca, quello collegato all’assessorato di Cupparo, che investiga su come fare “sgambetti”. Il bando adotta un’insolita procedura che non permette a tutte le imprese di poter seguire in maniera puntale e lineare l’iter, sebbene lo stesso sia a step. La prima fase, la si può definire di “prenotazione”.
Per la cronaca, questi i numeri registrati per un massimo singolo concedibile di 100mila euro: a fronte di una disponibilità finanziaria di 10milioni di euro, 4mila e 334 le istanze inviate che complessivamente cuberebbero contributi pubblici per 146milioni e 346mila euro. Risultato: dalla posizione 1 alla 215, le domande, formalmente, sono dentro. Poi, la seconda fase di conferma della candidatura e della presentazione, fra le altre cose, dei preventivi. All’ordine cardinale, tuttavia, non corrisponde, però, l’ordine temporale. L’avvio della seconda fase è stato ammantato sin dal principio da indeterminatezza. In Regione c’è un Dipartimento “piccolo così”, con “tante finestrelle colorate”: attenti al Bur.
Dopo la prima fase, infatti, il tutto è demandato all’approvazione di determine e successivamente alla pubblicazione delle stesse nel Bollettino ufficiale della Regione. Muovendosi nell’alveo logico tracciato dal Dg Panetta, come minimo da prevedere aggiornamenti comunicativi nell’apposita finestra digitale dedicata all’Avviso pubblico. E invece no. A rendere ancor più inidoneo l’operato del Dipartimento, è, proseguendo per analogia, il fatto, che in quest’ambito vale come dimostrazione indiretta della mancanza, che per altri Avvisi, invece, sulle relative finestre digitali, gli aggiornamenti importanti sono adeguatamente, in relazione a tempestività e al tratto grafico distintivo, segnalati. Proprio l’ultimo in ordine cronologico, fornisce lo spunto dirimente.
Si tratta dell’Avviso pubblico per il contributo alle imprese ed ai professionisti lucani per far fronte alla tassa sui rifiuti (Tari/Taric) 2020. In bella vista, tutto in maiuscolo e con scritta di colore rosso che ancor di più risalta il messaggio, nonchè con punteggiatura intensificata, campeggia il seguente avvertimento: Attenzione!!! Differimento termini!!!. Ad ogni modo, riannodando le fila dell’Avviso pubblico per il sostegno alla ripresa delle Pmi e delle professioni lucane, nonostante le imprese rientranti nella dotazione finanziaria devono completare la propria candidatura entro 15 giorni naturali e consecutivi dalla data di pubblicazione sul Bur dell’approvazione dell’elenco delle istanze, nel caso di specie avvenuta il 1° febbraio, nessuno ha avvisato le imprese stesse del conto alla rovescia. Tutto affidato all’incertezza temporale della determina e del Bur. Le imprese, forse, sarebbero dovute andare ogni giorni al Dipartimento a bussare per avere info o avrebbero dovuto ogni giorno controllare l’eventuale pubblicazione del Bur e, nell’evenienza, l’eventuale pubblicazione nel Bollettino della determina che azionava il cronometro dei 15 giorni. Quantomeno assurdo, oltre che farraginoso. Ceri che anche a Francavilla in Sinni, oltre la targa fuori la villa di famiglia che segnala, “qui abita un assessore”, sia noto il servizio basilare, senza scomodare la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, della posta elettronica certificata.
Il Dipartimento, le pec dei partecipanti le ha acquisite contestualmente alla loro candidatura. Così, molte imprese, hanno smarrito il tragitto non avendo avuto notizia di quale fosse il Bur, nè ricevuto alcuna comunicazione dalla Regione e, essendo trascorso il termine dei 15 giorni naturali e consecutivi, sarebbero fuori nonostante abbiano già avviato gli investimenti poichè, come emerge dai documenti, il contributo pubblico non copre la spesa complessiva. Sarebbe bastata una semplice pec come da procedura ampiamente adottata in passato, e tutt’ora perseguita nella Pubblica amministrazione.
Anche restando in regione, Sviluppo Basilicata, per esempio, può fornire degli spunti in materia data la priorità e l’interesse sotteso all’efficacia dei bandi regionali. Chi di superficialità ferisce, di superficialità, voluta o casuale, perisce. La soluzione, probabilmente, salvo altre invenzioni burocratiche, la offre la stessa faciloneria connessa alla gestione dell’Avviso pubblico. Formalmente, il termine dei 15 giorni dovrebbe essere inteso come ordinatorio e non perentorio in quanto non è previsto che il mancato rispetto della scadenza comporti sanzioni come quella massima dell’esclusione. Pertanto, il Dipartimento è ancora in tempo per non negare il diritto alle imprese di poter accedere a tale sovvenzione. Opzione così scontata, considerato anche il combinato disposto tra lo spirito del Bando, “Sostegno alla ripresa delle Pmi e delle professioni lucane”, e il momento storico-economico segnato dall’emergenza sanitaria Covid-19, che il Dipartimento non potrà non fare un passo indietro. Sarebbe sufficiente inviare una mail a tutte le imprese che non sono riuscite a confermare la partecipazione entro il 16 febbraio e dare loro altro tempo per predisporre la documentazione. Le imprese ne guadagnerebbero, ma anche la Regione Basilicata