PROSEGUE LA CAMPAGNA “IO STO CON I BIRRAI”
Una bevanda che «genera in Italia 9miliardidi euro per 140milapostidi lavoro». Asso birra: «Ridurre accise del 30%e sostegno al canale Ho.Re.Ca»
La protesta della birra, con i fusti vuotati per strada dagli esercenti è una della immagini simbolo delle proteste contro il coprifuoco, a testimoniare il valore simbolico, e anche economico, di una bevanda che genera, in Italia, quasi 9 miliardi di euro di valore condiviso e 140 mila posti di lavoro. A partire da questi numeri, AssoBirra chiede una riduzione delle accise nell’ordine del 30% e un sostegno immediato al canale Ho.Re.Ca., anche attraverso il credito d’imposta sulla birra alla spina.
«La birra arriva da un decennio di crescita. Anni in cui ha messo a segno record su record su tutti i fronti: dalla produzione, sostenuta da un export sempre più consistente, al numero di consumatori”, dichiara il presidente di Assobirra, Michele Cason, che presenta le proposte dell’associazione per il rilancio, in un evento digitale. L’obiettivo è diventare “un pilastro strategico su cui costruire una roadmap chiara per affrontare la crisi attuale». Nel nostro Paese, la birra è l’unica bevanda da pasto a pagare le accise, un’imposta che colpisce tutti: produttori, distributori e consumatori e ha un impatto regressivo perché un’incidenza maggiore sulle birre più popolari e un peso inferiore su quelle di fascia alta, spiega Assobirra. Inoltre è tra le più alte d’Europa, con un gettito di 700 milioni, e penalizza le aziende che investono e producono in Italia.
Per questo, AssoBirra chiede «un intervento strutturale che, mediante la riduzione delle accise dall’attuale soglia di 2,99 euro per ettolitro e per grado Plato di birra consenta al comparto di rimanere competitivo assicurando una boccata d’ossigeno a tutta la filiera». La crisi, secondo la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), sta distruggendo 50.000 imprese di ristoro e oltre 350.000 posti di lavoro. I ristoratori sono in piazza e si collegano all’evento dal presidio di piazza del Pantheon a Roma, da dove il vice direttore generale di Fipe, Luciano Sbraga, chiede di «fare tutti insieme uno sforzo per trovare le azioni giuste per salvare non il ristorante o il bar ma un pezzo importante del valore materiale e immateriale dell’Italia». «È importante osserva il vice presidente di AssoBirra, Alfredo Pratolongo sostenere il business dei singoli esercenti con azioni mirate. Dobbiamo pensare a come aiutarli a ripartire. E su questo fronte crediamo che la birra possa essere parte della soluzione».
Giuseppe Gaudiano dirigente di Confartigianato Giovani e titolare di birrificio rinnova la campagna “io sto con i birrai”. «I birrifici artigianali – sottolinea sono stati investiti in pieno dalle conseguenze dei provvedimenti adottati che, pur non essendo direttamente coinvolti nelle chiusure imposte, hanno visto ridurre drasticamente i loro clienti che sono principalmente pub ed attività di ristorazione. A peggiorare la situazione la denuncia che questa categoria non è contemplata tra le attività comprese nei ristori subendo maggiormente i vari lockdown susseguiti in questi mesi: l’onere della sopravvivenza è ricaduto praticamente su noi stessi. La conseguenza di tutto ciò è che le produzioni di diversi birrifici sono necessariamente ferme con conseguenze disastrose per il proseguimento dell’attività» ha concluso.