CODOGNO, INAUGURATO IL MEMORIALE PER LE VITTIME DEL CORONAVIRUS
I sindaci: «Le persone sono stremate ma non è finita, bisogna stringere i denti»
Un anno fa a Codogno e in tutta l’Italia cominciava la battaglia contro il Covid. E oggi in ricordo delle vittime e della “comunità resiliente” della cittadina della bassa lodigiana tra gli applausi è stato inaugurato un memoriale a loro dedicato, tre totem di acciaio che rappresentano il comune dove tutto cominciato e le due frazioni, con una trama decorativa in rilievo. Il monumento è stato benedetto da monsignor Maurizio Malvestiti, vescovo della diocesi di Lodi che ha ricordato la «prova di solidarietà» dei cittadini, dei volontari e del personale sanitario e la lotta «senza tempo» durante il periodo più buio della pandemia.
Ha ricordato la telefonata di papa Francesco dell’8 marzo, la preghiera del santo padre in una piazza San Pietro deserta e le manifestazioni di amicizia e di vicinanza mostrate da molti. Per monsignor Malvestiti, il monumento rappresenta la «ripartenza» e l’inizio di un percorso verso la guarigione. «Sarebbe stato bello essere qua senza mascherine per stringerci la mano, ma non è ancora finita la pandemia. Dobbiamo stringere i denti». È questo che il messaggio che il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, ha lanciato agli abitanti e ai sindaci del Lodigiano che si sono ritrovati di fronte alla Croce Rossa per inaugurare un memoriale a un anno di distanza della pandemia.
«La guardia non va abbassata – gli fa eco il primo cittadino di Casalpusterlengo, Elio Delmiglio – si aspetta il vaccino, sarà il primo passo per riportarci alla normalità”. Non in tutti i comuni sono partite le vaccinazioni degli anziani: “Oggi non ci sono ancora le vaccinazioni – spiega il sindaco di San Fiorano, Mario Ghidelli – la gente ci chiede, speriamo che arrivino a breve perché vogliamo terminare nel minor tempo possibile per questa brutta avventura. La gente è stremata».