EIPLI, PRECARI E PROROGHE: NESSUNA NOVITÀ OK ALLA DEROGA
Altro che soppressione: nel Milleproroghe l’estensione a tutto il 2021 dei contratti a tempo determinato
Tra le principali novità introdotte alla Camera in tema di agricoltura nel corso della conversione in legge del Dl Milleproroghe, ce n’è una che per l’Ente interessato è tutt’altro che una novità, ma ormai l’insolita prassi amministrativa. Concessa all’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania (Eipli), Commissariato dal 1979 e soppresso e posto in liquidazione dal 2011, sembrava che il Governo Monti avesse definitivamente sancito l’inutilità dell’Ente, l’estensione a tutto il 2021 dei contratti a tempo determinato. L’Ente, il ministero vigilante è quello dell’Agricolturo, va ormai avanti così: a suon di proroghe su tutto.
Basti pensare che persino il Commissario, Antonella Guglielmetti, è in deroga essendo il suo mandato annuale scaduto nel dicembre scorso. Non c’è un Direttore generale, la procedura concorsuale indetta nel luglio scorso non ha ancora prodotto l’esito ultimo e conclusivo, e il facente funzioni, già prorogato 2 volte, tra pochi giorni andrà in pensione. Ma la lista delle proroghe all’Eipli è ancor più sostanziosa e tocca diversi settori. L’Eipli tramite le infrastrutture gestite, tutte realizzate con finanziamenti interamente a fondo perduto, fornisce acqua all’ingrosso per usi civili, irrigui ed industriali. Per quanto riguarda il sistema del Servizio idrico integrato, l’Eipli si configura come gestore grossista nei riguardi dei gestori degli “Ambiti” della Puglia e della Basilicata.
L’attività dell’Eipli, quindi, finalizzata all’approvvigionamento ed alla distribuzione di acqua per usi plurimi, si esplica attraverso la gestione di otto dighe, di quattro traverse, delle sorgenti del Tara e di centinaia di chilometri di grandi reti di adduzione. Questa la copertina, sfogliando il “libro”, l’Eipli, soppresso sulla carta, ma vivo più che mai nella realtà, si regge grazie alle proroghe e ad un esercito di precari tra cui quelli che pur avendo ampiamente superato i 36 mesi, non posso essere stabilizzati perché l’Ente è in liquidazione. Nello specifico, tra le 46 risorse assunte, a tempo determinato, tra il 2016 ed il 2019, ci sono 6 impiegati amministrativi, 30 impiegati tecnici e 10 professionisti di cui 7 con qualifica tecnica, ingegneri e architetti, e 3 avvocati. Unità maggiormente fondamentali se si considera la «necessità di sopperire alla mancanza di personale dovuta al progressivo collocamento in quiescenza del personale a tempo indeterminato».
L’Ente pubblico ha bisogno dei 46 precari per soddisfare la «necessità di assicurare la funzionalità dell’Ente» in quanto gli stessi «garantiscono l’espletamento degli adempimenti attinenti alla gestione ordinaria ed al contempo essenziale». In 30, per esempio, assicurano la dotazione minima per la gestione ed il presidio «h 24», nonchè la «manutenzione ordinaria degli impianti» che sono grandi opere idriche. All’Eipli, però, non si liquida, né si sopprime, e la nuova società è ancora una chimera: tutto è una proroga sine die.
I Governi, di qualsiasi mono o multicolore, si appellano nel giustificare le proroghe all’Eipli al principio di «economicità della gestione pubblica». Deve essere davvero molto economico, allora, per l’Ente che ha «l’obbligo» di garantire, assicurando l’erogazione senza soluzione di continuità, un «pubblico servizio», nonchè di garantire la «salvaguardia della pubblica incolumità e la tutela ambientale», ottemperare all’onere con un esercito di precari che campa a suon di proroghe