PERRINO TIRA LE ORECCHIE A CICALA: «RESTITUISCA DIGNITÀ AL CONSIGLIO»
Dopo l’articolo di Cronache il M5Stelle ribadisce «la necessità che il presidente sia il garante di tutti e che si proceda con i lavori»
L’opposizione in Regione Basilicata torna a tuonare sulla guerra fredda che ormai si respira all’interno della maggioranza di centrodestra. L’ultima gocciolina che ha fatto traboccare il vaso, come riportato nell’edizione di ieri di Cronache Lucane, è stata la riunione dei capigruppo che ha vsito ancora una volta una lotta tra Lega e FI. Il capogruppo degli azzurri Piro come annuncitao non si è presentato alla riunione per gli evidenti contrasti con il presidente del Consiglio regionale Cicala. L’esponente delle Lega lo ricordiamo non ha preso parte agli ultimi lavori dell’Assise, indebolendo di fatto non solo numericamente la maggioranza ma anche il rapporto tra le varie forze politiche.
Atteggiamenti che inevitabilmente si ripercuotono sui lavori del Consiglio come lo stesso consigliere del Movimento 5Stelle Perrino sottolinea: «Duole denunciare, ancora una volta, la preoccupante situazione di immobilismo in cui versa il Consiglio regionale. La massima Assise lucana sembra essere ormai diventata una sorta di ‘arena’ nella quale una rissosa maggioranza si ritrova solo per ‘regolare’ i propri conti: che non tornano mai. Per averne la prova è sufficiente constatare quanto accaduto per l’assai rischiosa approvazione della norma che ha varato API-Bas S.p.A.: nei partiti che sostengono Bardi rappresentano ormai la norma l’alta tensione e scontri al calor bianco.
A questo clima da ‘guerra fredda’ si aggiunge il riposizionamento ‘strategico’ di alcuni consiglieri di maggioranza verificatisi in questi ultimi giorni. Quella di Bardi è una maggioranza ‘fluida’ che fino ad ora ha prodotto assai poco di concreto nell’interesse dei lucani». Lo sostiene il consigliere regionale del M5s, Gianni Perrino che aggiunge: «Uno degli obiettivi dei ‘malpancisti’ e delle nuove fazioni interne alla maggioranza appare essere Carmine Cicala, attuale Presidente del Consiglio regionale, per il quale il fuoco ‘amico’ non è certamente di aiuto nell’espletamento del mandato. È tuttavia appena il caso di rammentare a Cicala ciò che un Presidente della massima assise regionale sa assai bene: il Presidente del Consiglio regionale è garante di tutti i consiglieri regionali, un organo super partes che tutela i diritti dei consiglieri, in primis quelli di minoranza, e permette loro l’effettivo espletamento del mandato conferito».
«Efficienza, imparzialità, ruolo di garanzia che, purtroppo – continua non è dato riscontrare nei lavori del Consiglio regionale i cui punti iscritti all’ordine del giorno hanno raggiunto un numero ‘monstre’ di 70. Ormai non si contano più le sedute sciolte per mancanza del numero legale e sono tantissime le interrogazioni depositate che rimangono tristemente inevase. Queste criticità sono state più volte ribadite in conferenza dei capigruppo e nelle varie riunioni convocate ad hoc: finora senza alcun apprezzabile esito.
Anche le commissioni consiliari non se la passano certamente meglio. La IV Ccp non viene convocata da tempo immemore e con la positività al Covid del Presidente Zullino, a cui auguriamo una pronta guarigione, non si riesce ad intravedere, ad oggi, ancora alcuno spiraglio. Forse sarebbe il caso che il Vice Presidente mettesse in campo quanto nelle sue prerogative per riprendere i lavori in commissione». «Appare lampante – dice quanto serva un cambio repentino di rotta. Si ritorni a lavorare sugli scranni consiliari di Via Verrastro.
Che gli scontri interni ai partiti della maggioranza smettano di avere un effetto paralizzante dell’attività del Consiglio regionale, trovando altri e più consoni luoghi e spazi dialettici di confronto e di sintesi. Si ritorni ad onorare il mandato che i cittadini ci hanno conferito, anche rispondendo alle decine di interrogazioni in attesa di risposte». «Sarebbe un bel segnale – conclude Perrino non solo per i consiglieri, ma anche per i cittadini che si rivolgono alla politica per ottenere soluzioni ai problemi che li affliggono quotidianamente. E i problemi purtroppo sono tanti: e sempre di più in questo tempo di crisi socio-economica acuita dall’emergenza pandemica ancora in atto».