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CONCESSIONI PETROLIFERE, BRAIA: «AI COMUNI RISERVARE TRATTAMENTI IDENTICI»

Il capogruppo di Italia Viva: «Si eviti la creazione di differenze di trattamento su eventuali nuovi sostegni economici ai territori delle estrazioni petrolifere»

Questione petrolio, uno dei temi cardine degli ultimi lustri in Basilicata e che, negli ultimi giorni, come specificato dalle nostre inchieste, ha visto protagonista Tempa Rossa e l’azione della Regione Basilicata nell’individuare eventuali violazioni. Ma, ovviamente, petrolio non è solo questo: «Riteniamo da sempre che le royalties e/o le compensazioni ambientali rivenienti dalle estrazioni petrolifere sia della concessione “Val D’Agri” che di “Tempa Rossa” debbano rappresentare un’opportunità per l’intera Basilicata, oltre che e di tutti i lucani e le lucane, a prescindere da dove risiedano. Sono risorse economiche che devono sostenere processi di sviluppo che possano valorizzare le vocazioni territoriali.

Un grande piano per la transizione energetica, nella nostra Basilicata, non solo è possibile ma diventerebbe strategico, potendo anche rappresentare un modello per l’intera Europa. Deve essere la priorità delle priorità»: sono queste le parole del capogruppo di Italia Viva Luca Braia. «La proposta del collega della Lega Aliandro di destinare il 5% del 55% che lo Stato riconosce alla Basilicata a royalties dirette ai comuni “confinanti” rispetto ai pozzi, ma solo per la concessione Val D’Agri (comuni di: Abriola, Anzi, Brienza, Moliterno, Paterno, San Martino D’Agri, Sarconi, Sasso di Castalda, Spinoso Tramutola) rischia di aprire un’altra guerra tra i nostri territori lucani, senza aggiungere molto al quadro esistente. Pertanto – ha sottolineato Braia ho proposto e presentato alcuni emendamenti alla PDL 69/2020 che estendono lo stesso principio alla concessione “Gorgoglione” di Tempa Rossa e quindi ripetere lo stesso meccanismo per i comuni di Aliano, Armento, Cirigliano, Guardia Perticara, Laurenzana, Missanello, Pietrapertosa, Stigliano.

Spero che l’ANCI e i sindaci dei comuni che ho voluto coinvolgere con questi emendamenti, doverosi, facciano sentire forte la loro voce, perché se si vuole adottare un nuovo criterio di riparto non si può far finta che una parte del territorio sia escluso ed estromesso, come se non esistesse». Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva. «I territori interessati direttamente dalle concessioni devono avere, sicuramente prosegue Luca Braia un riconoscimento maggiore perché, oggettivamente, è esattamente là che si precludono altri tipi di sviluppo, per forza di cose, come turismo e agroalimentare, settori che vivono di percezione e di immagine legate all’ambiente, alla salubrità complessiva dei luoghi dove avviene la coltivazione, l’allevamento e la produzione e che poco si sposano con l’estrazione petrolifera».

«Siamo, però, altrettanto convinti che tutti i comuni debbano essere “uguali” rispetto alla condizione generale di programmare e indirizzare al meglio gli investimenti, al fine di produrre la maggiore ricaduta possibile in termini di sviluppo e occupazione. Si eviti il rischio – ha sottolineato Braia di consumare risorse per iniziative poco incisive e spesso ridondanti che hanno caratterizzato il passato. E’ arrivato il momento, a nostro avviso, di ripensare alla legge regionale n. 40 che definisce l’uso delle risorse nel territorio lucano.

E’ oramai una azione imprescindibile da mettere in campo, piuttosto che intervenire su singoli aspetti o spezzettare le risorse che oggi appare essere un esercizio sbagliato e controproducente». «Rispetto alla volontà reiterata di procedere con insistenza su questa legge “ad personam” che accontenta il consigliere Aliandro nel “gioco” della immediata soddisfare bacini elettorali, mi sembra il minimo provare a rimediare nei confronti di altri comuni, che possono ricadere nella stessa formula di sostegno e non vediamo perché non dovrebbero ed evitare il conflitto territoriale che scaturirebbe immediatamente e che per la nostra regione potrebbe rilevarsi subito pericoloso.

Lo stesso Ferrara, riportando il pensiero del Presidente Bardi, lo ha dichiarato, mettendo in difficoltà il bilancio in via di redazione, perché sottrae all’utilizzo circa 3.5 milioni di euro all’anno. Se la maggioranza di centrodestra – ha detto Braia non vuole aprire la discussione generale sulla destinazione e sul corretto riparto e utilizzo di queste risorse, almeno eviti di far proporre ai suoi consiglieri proposte di legge, come quella di Aliandro, devianti e pericolose, come quella bocciata e ritirata in un acceso Consiglio Regionale nei mesi scorsi presentata del presidente Cicala.

Dalle due PDL di paternità leghista si evince che siano affette dalla “sindrome di Superman”, si difendono i diritti, ma non dei “lucani tutti” solo quelli degli amici, senza una discussione preventiva complessiva del tema, che va inserita nella strategia più ampia e non ancora pervenuta in 20 mesi di governo di sviluppo della Basilicata di cui si continua a non voler discutere da parte della Giunta Bardi». «Ormai anche Tempa Rossa conclude il Consigliere Braia dal primo Gennaio 2021 estrae ufficialmente (ricordiamo anche, dopo ben 12 mesi di prove di esercizio) circa 50.000 barili al giorno, a meno di eventuali chiusure d’impianto auspicabili al continuare delle fiammate ingiustificate.

A fine anno scatteranno le royalties e le compensazioni anche per Tempa Rossa, è semplicemente doveroso per l’amministrazione regionale, dal 1 gennaio 2022, attenzionare i comuni confinanti con quelli con i pozzi sia per la concessione Val D’Agri, e fare la stessa identica operazione con quelli che confinano coi i pozzi di Tempa Rossa».

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