Quando, dove e perché è più probabile trasmettere o infettarsi con SARS-CoV-2 secondo le ultime ricerche
Covid-19: come avviene il contagio
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Covid-19: come avviene il contagio
PUBBLICATO IL 04 DICEMBRE 2020
Quando, dove e perché è più probabile trasmettere o infettarsi con SARS-CoV-2 secondo le ultime ricerche
Fin dallo scoppio della pandemia Covid-19, i ricercatori hanno cercato di capire nel dettaglio con quanta facilità e in quali contesti il nuovo coronavirus si trasmette da persona a persona.
Solo conoscendo come avvengono la maggior parte dei contagi possiamo infatti implementare strategie di contenimento efficaci e mirate.
Sappiamo bene che il virus si trasmette tramite goccioline emesse dalla bocca e dal naso di un infetto e che il contagio può avvenire in modo diretto, ovvero trovandosi a distanza ravvicinata da un individuo contagioso, oppure attraverso una superficie contaminata.
Ma qual è il momento di maggior contagiosità di un positivo e chi sono i cosiddetti super-diffusori? Quali sono i luoghi e i comportamenti più a rischio?
Quando si è più contagiosi
Le persone positive a SARS-CoV-2 risultano maggiormente contagiose quando si trovano ancora nel periodo di incubazione, che dura in media 5-6 giorni, ma può arrivare fino a un massimo di 14: secondo gli studi di laboratorioil momento peggiore è nei 2-3 giorni precedenti allo sviluppo dei sintomi. Ciò significa che se siete stati contagiati dal nuovo coronavirus, è più probabile che passiate il virus a qualcuno quando ancora non sospettate nulla.
A questo va aggiunto che i pazienti asintomatici (stimati in circa il 40% del totale)sono contagiosi, seppur un po’ meno dei pazienti sintomatici.
Ecco perché, se siete in compagnia e volete stare tranquilli, sentirsi bene non è abbastanza: la mascherina è sempre necessaria, soprattutto quando ci si trova in un luogo chiuso e poco areato. Le mascherine vanno indossate sempre anche da bambini e adolescenti. Ricerche epidemiologiche condotte nel mondo reale ci dicono infatti che, pur ammalandosi raramente di Covid-19, anche loro sono in grado di infettarsi e trasmettere il virus a tutte le altre fasce d’età, con un’efficacia simile a quella degli adulti.
Il ruolo dei super-diffusori
Un altro aspetto ormai chiaro è che il coronavirus si diffonde in modo disomogeneo, l’esatto contrario di quello che succede con il virus dell’influenza. In quest’ultimo caso, infatti, la responsabilità dei contagi è equamente distribuita tra le persone infette.
Nella pandemia da Covid-19 la situazione è molto diversa: gli ultimi studi (pubblicati su riviste come Science e Nature Medicine) ci dicono che il 70% dei positivi non passa il virus a nessuno, mentre circa 20% è responsabile dell’80% dei contagi.
Secondo questi studi, a caratterizzare questi super diffusori non è una predisposizione biologica, quanto piuttosto le circostanze in cui si trovano durante la finestra di tempo in cui sono contagiosi.
In altre parole sono i comportamenti – quello che uno fa e dove lo fa – a decidere se un positivo rientra nel 70% di persone in cui il virus trova un binario morto, o se all’opposto fa parte del 20% che permette al virus di raggiungere nuovi ospiti. Vediamo quali sono i comportamenti più a rischio.
I luoghi e i comportamenti a maggior rischio di trasmissione
Sono molte le storie di super diffusione raccolte in tutto il mondo sia da ricercatori, sia da giornalisti. In genere avvengono indiscoteche, sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza, in bar e ristoranti, nelle palestre, negli impianti di lavorazione della carne, nei luoghi di culto e durante feste private (come i matrimoni o le ricorrenze).
Tutti questi eventi sono accumunati da una serie dicircostanze e comportamenti da evitare. Eccoli:
- trovarsi a stretto contatto gli uni con gli altri per lungo tempo. Più tempo si trascorre in una situazione simile in presenza di un infetto e maggiore sarà la concentrazione di virus nell’aria, anche se si indossa la mascherina (la mascherina riduce il numero di particelle virali emesse ma non lo azzera).
- Trovarsi in luoghi chiusi, dove c’è poco ricambio d’aria. Gli studi di laboratorio mostrano che anche una finestra aperta può fare la differenza. Ecco perché l’abbassamento delle temperature non aiuta.
- Non indossare la mascherina, come accade spesso se state facendo sport o se state mangiando e bevendo in compagnia.
- Tenere il tono della voce alto perché c’è rumore o musica, oppure cantare – è il caso dei luoghi di culto – o ancora respirare in modo affannoso, cosa naturale quando si fa sport; sono tutti comportamenti che aumentano il numero di particelle virali emesse.
- Trovarsi in luoghi a bassa temperatura e con umidità troppo bassa. La temperatura è un problema perché rallenta l’evaporazione delle particelle di saliva contenenti il virus. Stessa cosa la bassa umidità: l’ideale è mantenerla intorno al 60%.
È ancora presto per dire se le scuole siano un luogo ad alto rischio di contagio o meno, ma le informazioni disponibili al momento non sembrano suggerire che sia questo il caso, soprattutto grazie al fatto che sono luoghi altamente controllati.