COVIELLO SCAPPA DALLA LEGA, MA IL DEBITO LO SEGUE: DA CAPOGRUPPO NON PUÒ SFUGGIRE
Anche se approdato in Fratelli d’Italia, sui 51mila euro che il Carroccio deve restituire al Consiglio la carica pro tempore lo inchioda
Illecita utilizzazione dei contribuiti pubblici destinati al funzionamento dei gruppi consiliari in Regione: la Lega ha perso il capogruppo Tommaso Coviello, ma il debito da saldare a seguito della sentenza della Corte dei Conti di Basilicata che ha imposto l’obbligo di «restituzione al Consiglio regionale della somma di 51mila e 790 euro», no.
Il punto focale è proprio questo: il capogruppo pro tempore ha cambiato partito approdando in Fratelli d’Italia, ma per la Lega la sanzione contabile rimane, così si potrebbe assistere ad uno stravagante balletto di picche e ripicche tra il cambiacasacca e quelli, eletti e scaldapoltrone inclusi, sono, invece, rimasti. Data la mutata composizione, nel 2021 e rispetto all’anno scorso, del Consiglio regionale, s’attendono le conseguenti rideterminazioni nell’assegnazione delle somme per le spese di personale ai gruppi consiliari. Come l’anno scorso, inoltre, il totale già deliberato è sempre pari ad 1milione e 53mila euro. Per la Lega, c’è un però: è l’unico partito dei 3 sanzionati che deve ancora regolarizzare la pratica.
Le ultime notizie risalgono al rigetto da parte dell’Ufficio di presidenza ad accettare la richiesta, che fu avanzata proprio da Coviello, del piano di compensazione debito del Gruppo “Lega Salvini Basilicata”, per il periodo maggio-dicembre 2019, in applicazione della “SalvaCoviello” già approvata lo scorso dicembre dal Consiglio. Il capogruppo ha inevitabilmente un ruolo preminente nella gestione dei contributi conferiti ai gruppi consiliari dagli Uffici di Presidenza per il rispettivo funzionamento, come emerge anche dalla normativa regionale e, più precisamente, nella previsione che i contributi siano versati ai Presidenti dei diversi gruppi consiliari dovendo gli stessi, tra le attività a loro carico, autorizzare i rimborsi delle spese dei singoli consiglieri appartenenti ai rispettivi gruppi. Spostandosi di regione, ma rimanendo nel perimetro della Lega, l’esempio chiave che aiuta a comprendere le modalità del citato balletto di picche e ripicche tra l’ex capogruppo pro tempore Tommaso Coviello e i suoi ex colleghi di partito. La Lega Nord, sui fondi ha sbagliato in Emilia-Romagna, ma soprattutto, ed è questo il caso che offre lo spunto più recente e decisivo, in Lombardia perdendo persino il ricorso in Cassazione come da sentenza delle Sezioni Unite Civili. La responsabilità del capogruppo è «inequivocabile» e l’omesso controllo e verifica sulla regolarità e inerenza della spesa, «vale quindi a qualificarne la condotta in termini di antigiuridicità».
Per l’attuale stato delle case, Coviello appare proprio in un cul de sac. Ha cambiato partito sì, ma il debito della Lega non solo deve saldarlo lui, ma deve anche farlo di tasca propria. Come quando si fanno i regali di gruppo, alle “diplomazie” di Coviello il recupero dei soldi dagli altri consiglieri regionali della Lega. Il capogruppo risponde per tutti per cui se prima recupera dai colleghi, in questo caso ex compagni di partito, poi restituisce quanto dovuto al Consiglio, oppure il contrario: prima versa e poi recupera, in questo caso tra picche e ripicche chissà come e quanto, dagli altri. Inoltre, come da principio di diritto desumibile dalla pronuncia citata, in relazione alla gestione delle somme erogate a titolo di contributi pubblici ai gruppi consiliari, i capigruppo dei Consigli regionali e tutti i consiglieri regionali «restano assoggettati alla responsabilità amministrativa e contabile, senza che rilevi la disciplina regionale», che nel caso della Lega Nord in Lombardia era la legge 17 del 1992.
Nè potrà Coviello eventualmente inventarsi una qualche forma di rivalsa, nel senso di una sorta di correponsabilità, nei confronti dell’Ufficio di presidenza, poiché il voto dato ai rendiconti dei partiti «rappresenta una ratifica formale di spese già effettuate dai gruppi e non già un atto deliberativo che ne costituisce “ex ante” il titolo giustificativo, conducendo l’opposta interpretazione al risultato, abnorme e contrario alla natura eccezionale della guarentigia di cui all’articolo 122, comma 4, della Costituzione, di configurare, del tutto ingiustificatamente, una tutela della insindacabilità delle opinioni dei consiglieri regionali più ampia di quella apprestata per i parlamentari nazionali». L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha, di fatto, bocciato la “SalvaCoviello”, poichè prevede una forma compensativa di un debito pubblico ripagato con altri soldi pubblici futuri e non certi, e ora il capogruppo pro tempore Coviello, aderendo a Fratelli d’Italia, si è liberato della spilletta di Alberto da Giussano, ma del debito della Lega no.