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DOPO CRONACHE I SINDACATI ALZANO LA VOCE: «VACCINARE GLI OPERATORI AIAS»

La denuncia di famiglie e associazioni rafforzata dalla Triplice: «Una categoria a rischio che opera con disabili attende ancora di operare in sicurezza»

Vaccinazioni per i disabili ancora ferme o a rilento. Ancora peggio per i loro caregiver, familiari e operatori. Scontano i ritardi generali nelle vaccinazioni, tutti slittano e i disabili ancora di più, ma anche indicazioni incomprensibili, incongruenze, con patologie previste come prioritarie e altre, simili, fuori dagli elenchi.

Ad unirsi al grido di protesta di genitori e associazioni per la mancata vaccinazione degli operatori Aias del centro di Potenza, come denunciato da Cronache Lucane nella scorsa edizione, anche i sindacati che confermano come «a tutt’oggi i dipendenti dell’Aias di Potenza, operanti presso la sede di Potenza, non sono stati sottoposti a vaccino. E questo nonostante si tratti di operatori di un centro semiresidenziale per disabili». «Si tratta di un contesto nel quale sussistono due condizioni di priorità vaccinale, da un lato la tipologia delle attività riabilitative, dall’altro la fragilità degli utenti rispetto ai quali, per la natura stessa della loro disabilità, molto spesso è difficile garantire il Rispetto totale delle condizioni di sicurezza. Paradosso nel paradosso è poi la circostanza che i dipendenti della medesima Aias operanti in sedi afferenti ad altri distretti di codesta azienda sono stati già vaccinati».

I segretari di categoria di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Scarano, Locantore e Pisani ribadiscono al necessità di sottoporre con «immediatezza alla vaccinazione gli operatori dell’Aias di Potenza superando questa inaccettabile disparità, ma soprattutto assicurando la necessaria immunizzazione a tutela dei pazienti fragili con cui operano». Mentre in altri centro della regione gli operatori Aias sono stati tra i primi ad essere vaccinati a Potenza si attende, cosa ancora non è chiaro. Un’evidente disparità di trattamento. Nonostante le numerose denunce dei genitori e delle associazioni dalla Regione Basilicata nessuna risposta, eppure la priorità della vaccinazione per questa categoria di lavoratori è indispensabile considerato che i loro pazienti, tutti disabili non sono stati neanche loro presi in considerazione per questa seconda Fase di vaccinazione.

Questo a livello nazionale, mentre solo tre Regioni, Emilia Romagna, Lazio e Abruzzo, hanno messo in campo proprie iniziative, ma con metodologie diverse, a conferma di una grande confusione. E ancora una volta a rimetterci sono le famiglie dei disabili che per tutelarli li tengono a casa da mesi senza le preziose attività riabilitative e socializzanti. In particolare autistici e altri disabili mentali, completamente dimenticati tra i prioritari. E così niente vaccino per i disabili e neanche per gli operatori. Il motivo sarebbero i ritardi nell’approvvigionamento dei vaccini, ma sta di fatto che a parità di condizioni non si capisce perché siano finiti in fondo alla lista. Ma le incongruenze maggiori riguardano le patologie previste come prioritarie nella “fase 2”, ai limiti della discriminazione. Dimenticanza? Contraddizione? Ci piacerebbe avere risposte dalla Regione.

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