FOCOLAIO IN TRIBUNALE: UFFICIO GIP CHIUSO E PENALE A RISCHIO BLOCCO
Potenza, rinviate le udienze del monocratico di oggi e mercoledì: il contagio si sarebbe diffuso dalla positività di un magistrato donna
Vaccini anti-Covid19: mentre a Roma e precisamente dal Ministero della Salute con l’approssimazione propria di chi a distanza di 12 mesi ancora non ha le idee ben chiare, hanno inserito nelle tabelle delle raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione, degli «etc» vari, da Potenza e dal consigliere nazionale forense, Giampaolo Brienza, dalla delegata della Cassa nazionale di assistenza forense, Katia Di Palma, nonchè dalla Camera penale distrettuale di Basilicata, l’appello, poi ripreso anche da Polese di Italia viva e rilanciato persino dal governatore Bardi, ad inserire nelle categorie prioritarie anche gli avvocati. In attesa di risposte, notizie più certe rendono ancora maggiormente evidente il vulnus nel comparto Giustizia: al Tribunale di Potenza c’è un focolaio Covid.
L’ufficio Giudice indagini preliminari (Gip), chiuso. Non solo: rinviate le udienze monocratiche penali di oggi, quelle del giudice Rossi, unitamente a quelle di mercoledì del giudice Sergi. La situazione epidemiologica al Palazzo di Giustizia di Potenza appare seria e in attesa di ulteriori aggiornamenti, in relazione ai tamponi e al tracciamento, non del tutto sotto controllo. Pare che alla base della catena epidemiologica dalla quale è poi scaturito il focolaio, ci sia stata la positività di un magistrato donna. Almeno 2, però, sarebbero i magistrati, di 2 uffici diversi, contagiati. I positivi, da quanto si è potuto apprendere, sono stati a contatto sia con molti giudici che con il personale giudiziario: quadro magmatico e difficile da definire.
Dal Ministero della Salute, «etc» permettendo, hanno teoricamente pensato ai 2 estremi del sistema Giustizia, da un lato i vaccini alle Forze dell’Ordine genericamente intese, e dall’altro per la Polizia penitenziaria, per il personale carcerario e per i detenuti, ma manca l’anello centrale: magistrati, personale giudiziario e avvocati. I collegamenti da remoto e le procedure telematiche sono poco o limitatamente aderenti alle modalità del processo penale. Così a Potenza, la Giustizia torna fortemente a rischio blocco delle attività.