“ZONA ROSSA” TOTALE: ADDUCE VINCE IL 1° ROUND CONTRO BARDI
Il presidente dell’Anci Basilicata mette alle corde il governatore: «Scelta non supportata dai dati epidemiologici»
Se un governatore non conosce, o fa finta di non conoscere i contenuti di un Dpcm, allora la Basilicata, “zona rossa” totale o differenziata è comunque messa male. Il riferimento è all’articolo 3, comma 2, del Dpcm del 14 gennaio scorso: in altre parole, differenziazione territoriale adottata dal ministro della Salute «d’intesa con il Presidente della regione interessata».
Tanto basta, senza citare le regioni e le modalità con cui la differenzazione territoriale e realtà, per riportare all’ordine governatore, suggeritori e napoletani che muovono le fila in Regione. Ad ogni modo sul tema scontro tra Bardi e l’Anci. Per l’Anci la Basilicata «si trova al centro di una “tempesta perfetta”». «Dichiarata zona rossa per aver registrato in pochi giorni un aumento del 50% dell’indice Rt ha spiegato il presidente Adduce -, che è uno dei parametri in base al quale viene calcolata la capacità del Covid di espandersi, deve far fronte ad una situazione paradossale: 10mila chilometri quadrati di territorio sotto sequestro a causa dell’innalzamento verticale del contagio in pochi comuni su 131 della intera regione». Zona rossa totale, ma scelta «non supportata da dati epidemiologici che giustificassero una così severa decisione».
«Apprendiamo ha evidenziato Adduce che il Presidente della Regione a seguito delle legittime reazioni dei sindaci ha colto l’occasione per dissociarsi da una decisione che poche ore prima lui stesso definitiva “inevitabile”, dando il via ad una ridda di pronunciamenti che mostrano la Basilicata al centro di una “tempesta perfetta”. Da un anno a questa parte i sindaci sistematicamente lamentano disorganizzazione ed incongruenza nella gestione dell’emergenza Covid: gravissimi problemi sui tamponi, è saltato completamente il sistema del tracciamento con conseguenze disastrose sul contagio, in ultimo sulla campagna vaccinale».
«Il Governo Regionale ha rimarcato il presidente Anci di Basilicata ha liquidato sempre le nostre critiche e proposte come frutto di pregiudizi politici, rinunciando a realizzare un vero coordinamento dell’azione di contrasto al Covid che trova nei Sindaci un baluardo insostituibile. L’ultimo esempio è proprio quello delle vaccinazioni agli ultra 80enni: i sindaci, con le pochissime risorse materiali ed umane a loro disposizione, si sono dovuti sostituire al sistema sanitario offrendo supporto logistico, predisponendo locali idonei, mettendo a disposizione personale, mezzi di trasporto e collaborando con i Distretti sanitari che a loro volta hanno prodotto sforzi eccezionali». «Ancora una volta l’Anci Basilicata ha specificato Adduce suggerisce al Presidente Bardi di adeguare la struttura regionale di contrasto al Covid. Lamentiamo ormai da un anno le disfunzioni nella catena di comando prevista nei protocolli della protezione civile. Si diffondono voci sulla variante del virus senza che ci siano informazioni al riguardo. Ci dica il Presidente della Regione se sono necessari altre iniziative e soprattutto come intende pianificare le vaccinazioni. Così come, alla luce di quanto sta accadendo, appaiono del tutto insufficienti gli strumenti del Ministero della Salute.
Al Ministro Speranza, che pure è un conoscitore della Basilicata, chiediamo di adeguare tali strumenti alla specificità dei territori e nell’immediato un provvedimento meglio calibrato in relazione alla effettiva situazione pandemica della nostra regione». Per Bardi , invece, i «rappresentanti dell’Anci dovrebbero conoscere bene le disposizioni in vigore che attengono alla definizione delle zone interessate dall’emergenza sanitaria e al modo in cui viene attribuito ai singoli territori un determinato colore Non dovrebbe essere una sorpresa per l’Anci il fatto che la delimitazione della Basilicata nella zona rossa non sia stata una scelta della Regione ma esclusiva del ministero della Salute. Una decisione fondata su parametri che, per quanto oggettivi, non tengono conto della specificità dei territori». «La Regione Basilicata ha proseguito Bardi né ha promosso iniziative che andassero nella direzione della zona rossa né ha avallato in qualche modo la decisione finale. Tutt’altro. La Regione si è opposta, non ritenendo adeguato il provvedimento al reale contesto lucano. Da tempo con gli altri presidenti di Regione abbiamo chiesto una revisione dei parametri, ma la nostra posizione ad oggi non è riuscita a prevalere rispetto agli indirizzi nazionali. E, a tale proposito, in queste ore la Regione Basilicata ha avviato interlocuzioni con il governo centrale.
Quanto al coinvolgimento delle strutture associative, prima di varare il piano di vaccinazione regionale si sono svolte più riunioni alla presenza di tutti i 131 sindaci che si sono detti favorevoli e concordi sia sul merito che sul metodo adottato. Quindi, nulla di più falso e specioso». «In questo momento ha rimarcato il governatore -, tentare di spostare la questione dal piano tecnicoscientifico a quello politico non è utile al confronto tra i diversi attori in campo, sindaci inclusi, chiamati a gestire ciascuno per la propria parte l’emergenza sanitaria.
Non è il caso di ribadire che la pandemia continua ad avere ripercussioni significative sulla vita reale delle persone, delle famiglie e degli operatori economici. Uscire quanto prima da questa situazione è il nostro obiettivo comune. Perseguiamolo, riportando il dialogo su binari costruttivi». «Per questo venerdì prossimo ha concluso Bardi accogliendo comunque la richiesta di Adduce sarà convocato un incontro con l’Anci ed i sindaci per un confronto proprio su questi temi».