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BARDI PROVA A REPLICARE CON I SOLITI TECNICISMI, MA INTANTO NASCONDE IL NOME DEL COMPONENTE

La nomina di un lucano al Cts diventa un caso. Il governatore non entra nel merito della questione e fa affidamento alla solita comunicazione sbrigativa 

Ai lucani intrappolati in una zona rossa che sta oggettivamente troppo stretta qualche spiegazione in più andrebbe certamente data. Va fatto nel modo più semplice per permettere a tutti di comprendere la reale situazione in cui versa la Basilicata in questo delicato momento storico, tralasciando i termini tecnici giuridici e facendo sì che a tutti sia permesso di capire ogni singolo concetto.

Eppure se la comunicazione di quotidiani e televisioni si è adattata ai nuovi processi storici, mettendo da parte paroloni e pulpiti, non può dirsi lo stesso per quella istituzionale. Sempre quando c’è. Probabilmente l’ufficio stampa della Giunta regionale, diretto da Massimo Calenda, è convinto che i lucani abbiano l’anello al naso. Basta leggere le repliche o le richieste di rettifiche ad ogni singola inchiesta sollevata dai giornalisti lucani per rendersi conto che invece di entrare nel merito della questione provano a “buttare”, tra un rigo e l’altro, qualche norma o termine giuridico provando così a sviare e prendere tempo.

È successo anche a Cronache Lucane, che dopo l’articolo pubblicato ieri sul gongolomento, inopportuno, del presidente Bardi per la nomina di un lucano nel Cts invece di rispondere nel merito ha preferito delegare all’ufficio stampa una replica che ha poco a che vedere con la realtà della situazione. «La Conferenza Stato-Regioni ha inviato alla Regione Basilicata solo nei giorni scorsi la richiesta di designare il nominativo di un esperto per integrare il Cts, acronimo di Comitato tecnico scientifico. Richiesta alla quale sarà dato subito seguito» specifica la Regione. Una precisazione doverosa va fatta anche da noi: c’è voluto oltre un anno per permettere a un lucano di sedere a uno dei tavoli più importanti per la gestione Covid. Non solo.

La nomina arriva solo dopo che la regione ha assunto il colore rosso. Un rosso che sa poco di “andrà tutto bene” e molto di sacrifici e speranze inattese che ai lucani toccherà affrontare sorretti da chi in questa regione ha poco o nulla da perdere. Ma nonostante questo dall’ufficio stampa della Regione ci tengono a precisare che «Il Comitato Tecnico scientifico è un organismo istituito per “attività di consulenza e supporto”, istituito nell’ambito della Protezione Civile con decreto del 5 febbraio 2020. Essendo composto da “esperti e qualificati rappresentanti degli Enti e Amministrazioni dello Stato”, racchiude una serie di competenze. E’ soggetto a modifiche e integrazioni sia per affrontare l’emergenza sanitaria sia in prospettiva della ripresa. Tuttora tra i suoi componenti, definiti puntualmente dall’ordinanza n. 663 del 18 aprile 2020, un solo nominativo è designato dalla Conferenza delle Regioni ed è in rappresentanza della Commissione Salute».

Piace anche a noi entrare nel tecnicismo, ce lo consentiranno i colleghi considerato che hanno omesso di precisare che proprio come dispone l’Ordinanza n.663 del 18 aprile 2020 la composizione del suddetto Comitato può essere ridefinita in qualsiasi momento come è gia successo. Infatti «è stata più volte integrata da esperti in relazione a specifiche esigenze, tenuto conto della situazione di crisi e per dare continuità alle attività emergenziali, anche nella prospettiva della fase di ripresa graduale delle attività sociali, economiche e produttive». Perchè la Regione Basilicata non ha sollecitato prima l’ingresso di un lucano nel Cts? Era necessario aspettare che la Basilicata venisse indicata come “zona rossa”? Ma soprattutto perchè nel comunicato del “clamoroso” annuncio non si è provveduto, come consuetudine, a pubblicare nome e cognome dell’esperto lucano che andrà a costituire il Cts? Sarà anche questo solamente un lucano di lontane origini? Troppe domande e nessuna risposta.

Ci sarebbe piaciuto che rispondessero a questo più che puntare il dito sulla presunta «confusione – come scrive l’ufficio stampatra Cts e Cabina di regia per il Patto per la Salute 2019-2021» che pur si deve a chi fa inchieste giornalistiche. Peccato che se anche confusione ci fosse stata la Regione Basilicata non ne esce certamente bene, visto che nella Cabina di Regia per il Patto della Salute il nome che il governatore Bardi e l’assessore alla Salute Leone dovevano indicare al governo si è volatilizzato.

E anche in questo caso invece di permettere a un lucano di sedere a un tavolo che andrà ad affrontare temi caldi come il riordino del territorio a partire dall’ampliamento anche temporaneo delle maglie strettissime fissate dal Dm 70, così come alla rimodulazione dei tetti di spesa per la farmaceutica e alla revisione del payback, con la previsione di eventuali meccanismi premianti per le Regioni che si sono tenute nei limiti fissati dalla legge o l’aumento del personale in ambito sanitario, ci siamo lasciati sfuggire l’ennesima occasione. E anche questa volta non certo per colpe da imputare agli altri ma per le negligenze di chi ci governa. In ogni caso come si deve, di seguito pubblichiamo la nota integrale inviata dall’ufficio stampa della Regione Basilicata. A ognuno le proprie conclusioni.


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In merito a un articolo apparso oggi su Cronache Lucane, dal titolo “Cts, prima la Regione non indica lucani ora Bardi se ne accorge e grida vittoria”, si precisa che la Conferenza Stato-Regioni ha inviato alla Regione Basilicata solo nei giorni scorsi la richiesta di designare il nominativo di un esperto per integrare il Cts, acronimo di Comitato tecnico scientifico. Richiesta alla quale sarà dato subito seguito. Il Comitato tecnico scientifico è ben altra cosa dalla Cabina di regìa per l’emergenza Covid. Si tratta di organismi diversi, ma citati confusamente nell’articolo di Cronache Lucane. Il Comitato Tecnico scientifico è un organismo istituito per “attività di consulenza e supporto”, istituito nell’ambito della Protezione Civile con decreto del 5 febbraio 2020. Essendo composto da “esperti e qualificati rappresentanti degli Enti e Amministrazioni dello Stato”, racchiude una serie di competenze. E’ soggetto a modifiche e integrazioni sia per affrontare l’emergenza sanitaria sia in prospettiva della ripresa. Tuttora tra i suoi componenti, definiti puntualmente dall’ordinanza n. 663 del 18 aprile 2020, un solo nominativo è designato dalla Conferenza delle Regioni ed è in rappresentanza della Commissione Salute. Altro organismo è la Cabina di regìa per il monitoraggio e la gestione dell’emergenza Covid.

Istituita ai sensi del decreto del ministro della Salute del 30 aprile 2020, risulta composta da rappresentanti del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, con tre soli referenti delle Regioni, tutti provenienti dal mondo della Sanità. Non risponde assolutamente al vero la circostanza che la Regione Basilicata non indicò in tempo il componente della Cabina di regia per il Covid, semplicemente perché non c’era nessun componente da indicare, contrariamente a quanto riportato nell’articolo. Si evince, invece, la confusione tra la Cabina di regia in funzione antipandemica e la Cabina di regia per il Patto per la Salute 2019-2021, un accordo sottoscritto tra il governo e le Regioni con valenza triennale mirato, tra l’altro, a migliorare i servizi sanitari offerti ai cittadini e a uniformare le prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale.

L’UFFICIO STAMPA

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