BILANCIO REGIONALE E VINCOLI FINANZIARI: LA “SPADA DI DAMOCLE” DELLE VIOLAZIONI
Sugli sforamenti delle spese per il personale, Rendiconto ingessato ma per uscire dall’esercizio provvisorio c’è tempo solo fino al 31
Bilancio regionale e violazione dei vincoli finanziari in tema di spesa di personale: sale la “febbre” a via Verrastro. L’autorizzazione all’esercizio provvisorio del Bilancio della Regione Basilicata e degli organismi e degli Enti strumentali per l’esercizio finanziario 2021, scadrà il 31 del corrente mese, ma uno dei nodi cruciali, non sembra essere stato ancora risolto.
La “spada di Damocle” corrisponde alla sollevata, dalla Corte dei Conti lucana e in occasione del Giudizio di parificazione dello scorso luglio, questione di legittimità costituzionale inerente quelle disposizioni di legge regionale «che innestano oneri illegittimi perché privi di legittima copertura normativa», inficiando, così, «inevitabilmente il sistema di bilancio in cui vengono rappresentati». In altre parole, la corretta contabilizzazione del personale delle ex Comunità montane, una delle «zone d’ombra» del Bilancio, confluito in via strutturale nei ruoli regionali a decorrere dal 1° gennaio del 2018, in attuazione della relativa legge regionale dell’anno precedente. Quindi dall’esercizio 2018, tale personale è entrato a far parte dei ruoli regionali e «tali oneri avrebbero dovuto essere computati ai fini del rispetto dei vincoli finanziari all’esame». Purtroppo, però, «così non è stato». Per la Corte dei Conti di Basilicata, qualora i dubbi sulla legittimità costituzionale fossero confermati dal Giudice delle leggi, «l’aggregato della spesa di personale sostenuta in violazione dei suddetti vincoli finanziari, e le correlate risorse a copertura, sarebbe pari all’importo di 6milioni e 948mila euro»
La Regione in vista dell’approvazione del Bilancio per uscire dalla gestione provvisoria, non ha ancora posto rimedio al contestato «illegittimo ampliamento della spesa con conseguente copertura finanziaria priva di presupposti normativi». Tant’è che, per fare un esempio ai fini della comprensione di come i songoli capitoli di spesa sia tra loro interconnessi nel Bilancio, per un nome conosciuto a via Verrastro e non solo, poichè sta curando da anni una delle pratiche più complicate della Regione, un maxi appalto, è stata decisa la sola assegnazione del Dirigente all’Ufficio Trasporti, rinviando, tuttavia, l’immissione in ruolo.
Nell’atto, dal Dipartimento di Presidenza, richiamata proprio la “spada di Damocle” della Corte dei Conti che, «con riferimento agli esercizi 2015, 2016 e 2018», ha prescritto «misure correttive» per riparare al «ritenuto ampliamento inopinato della capacità di spesa di personale». Le «misure correttive», sono da intendersi come da attuare nei successivi esercizi e per gli importi corrispondenti al rilevato sforamento dei vincoli finanziari. La Corte dei Conti, inoltre, ha rilevato anche altra irregolarità, questa riguardante le spese di personale per i Gruppi consiliari. Gli importi, oltre 1milione di euro, sono stati inseriti, il riferimento del rilievo è sempre quello del 2018, nei costi degli organi istituzionali, nella voce “Contributi ai Gruppi consiliari per le spese di personale”, ma non computati «nell’aggregato della spesa di personale, in aggiunta agli oneri, pari a 361mila euro, sostenuti per il personale distaccato-comandato presso i Gruppi consiliari».
Vincoli finanziari, violazione degli stessi e «misure correttive» che ingessano il Rendiconto: a via Verrastro, soluzioni cercasi. La beffa finale consisterà nel fatto che il Dirigente dell’Ufficio risorse umane, che ha contribuito alla relazione tecnica della legge, la cui impugnativa è stata promossa dalla Corte dei Conti, sarà anche quello che dovrà far rispettare i saldi di pareggio sulle spese del personale