URSULA FRANCO – duplice omicidio di Bolzano: analisi dell’intervista rilasciata da Benno Neumair a Quarto Grado
La criminologa Ursula Franco ha pubblicato questa analisi il 16 gennaio 2021
UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE
Duplice omicidio di Bolzano: analisi dell’intervista rilasciata da Benno Neumair a Quarto Grado
Benno: L’ultima volta il papà, sì, c’ho parlato verso le 16.30, 17.00, roba del genere, poi ero in camera mia, ho fatto due robe per il lavoro, ho guardato un po’ di Netflix e poi eeeh… ho… ho s… ho sentito che tornava la mamma e quindi sono… diciamo… uscito di camera e c’… c’ho parlato.
Sono due gli errori grossolani che fa il giornalista: riassumere i fatti, invece di farlo fare all’intervistato, e parlare al presente.
Il fatto che il giornalista si esprima coniugando i verbi al presente vizia l’analisi.
In Statement Analysis analizziamo i tempi verbali utilizzati da un soggetto invitato a rievocare un evento accaduto, eventuali dichiarazioni in cui il verbo venga coniugato al presente sono da considerarsi non credibili, chi falsifica infatti usa il verbo al presente perché parla di fatti che non ha vissuto.
Se il giornalista avesse chiesto a Benno “Ci racconti che cosa è successo il 4 gennaio?”, non solo avremmo potuto analizzare i tempi dei verbi utilizzati dal suo interlocutore ma anche la struttura del suo racconto in termini quantitativi. Mi spiego meglio, grazie alla casistica sappiamo infatti che le dichiarazioni di chi dice il vero sono strutturate come segue: il 25% delle parole pronunciate dall’interrogato sono dedicate all’introduzione dell’evento (pre evento), il 75% delle sue parole alla descrizione dell’evento e il 25% al racconto di ciò che ha seguito l’evento (post evento).
Benno: Sì, un po’ più tardi, saranno state le 18 e 30.
Benno: Ero a casa e c’ho scambiato 2 parole, abbiamo parlatooo… 10 minuti, così, del più e del meno, ma mia mamma era molto, molto stanca, perché era comunque una settimana eh… difficile per il discorso della nonnaaa… da organizzare badanti varie, fisioterapisti, questo e quell’altro e quindi comunque era abbastanza stressante.
Benno riferisce di “una settimana difficile”, “abbastanza stressante”, un’informazione di un certo rilievo.
Giornalista: Papà era a casa?
Benno: Ehm… no, il papà era… era uscito.
Benno mostra di avere bisogno di prendere tempo per rispondere.
Benno: Io e il papà siamo stati assieme tutto quanto… la mattina, tutto quanto il pomeriggio, nessuno era uscito di casa, quindi è… normalissimo che esca a fare due passi, forse erand… era anche andato incontro a mia mamma, poi magari mia mamma l’ha raggiunto in città da qualche parte (interrotto)
Ci saremmo aspettati che Benno dicesse “nessuno è uscito di casa” e invece Benno, per due volte, ha coniugato i verbi in modo scorretto “era”. Si noti che “era” potrebbe essere una contaminazione in quanto è il verbo usato dal giornalista.
Infine Benno non ha detto che il padre è uscito a fare due passi ma “è normalissimo che esca fare due passi”.
Giornalista: Okay, tuo papà quando rientra a casa?
Purtroppo il giornalista parla al presente.
Benno: Il mio papà non lo so quando rientra a casa perché dopo… poco dopo io sono uscito eee… basta.
E Benno risponde al presente.
Il fatto che Benno fornisca un “perché” senza che gli sia stato richiesto è sensitivo, lo fa infatti per prevenire una eventuale domanda del giornalista.
“dopo” cosa?
“Basta” è un modo per chiudere il topic.
Benno: Eee… sono uscitooo… verso lee… 7 (19.00)
Giornalista: Verso le 7, quindi tu vedi tua mamma a casa tra le dicamo 18 e 30 e le 7, poi esci, poi però ritorni a casa?
Il giornalista continua a riassumere e a parlare al presente mentre avrebbe dovuto semplicemente chiedere a Benno “E poi?”, ma soprattutto mi chiedo il perché non gli abbia chiesto che cosa avesse fatto tra le 19.00 e le 20.00 posto che sua madre Laura fece un ultimo accesso a WhatsApp alle 18.46.
Benno: Sì, ritorno a casa… ritorno a casa per… farmi una doccia e finire di fare due cose per il lavoro che dovevo finire di completare un registro che lavoro a scuola eee… finire di… eee… eee… mettere due eee… voti ai compiti, eccetera, eccetera eee… e niente, mi faccio una doccia e poi, verso le 9 e un quarto, escooo… e ritorno la mattina seguente.
Si noti la ripetizione “ritorno a casa… ritorno a casa”, Benno mostra di aver bisogno di prendere tempo per pensare a cosa dire.
Si noti che Benno parla al presente ma non possiamo trarre conclusioni posto che è stato il giornalista a fargli la domanda al presente.
Benno sente la necessità di spiegare il motivo per il quale tornò a casa nonostante non gli sia stato chiesto. E’ la riprova che sta pensando ad una eventuale domanda del giornalista e lo previene. Un indice di sensitività.
Nel caso dell’intervista della Aldi, che ha giustamente posto a Benno le domande al passato, si possono invece analizzare i tempi dei verbi da lui usati.
Non possiamo non notare che Benno, per due volte, fa riferimento alla “doccia”.
“eccetera, eccetera” nasconde informazioni.
“finire di fare due cose per il lavoro che dovevo finire di completare un registro che lavoro a scuola eee… finire di… eee… eee… mettere due eee… voti ai compiti” sono informazioni non necessarie, Benno indugia su questo argomento per smaltire lo stress che gli hanno provocato le domande sugli orari, per apparire un “good guy” e per mostrarsi collaborativo. In realtà ci dice di essere ritornato a casa “per… farmi una doccia e finire di fare due cose per il lavoro” ma poi dice soltanto di essersi fatto “una doccia”, non di aver fatto le cose per il lavoro.
Giornalista: Quindi tu stai a casa nella seconda tranche diciamo dalle…
Benno: Otto alle nove circa, otto, nove e un quarto circa.
Giornalista: In questo lasso di tempo in cui tu torni a casa i tuoi genitori ci sono entrambi a casa?
Purtroppo il giornalista continua a parlare al presente.
Benno: No, non ci sono entrambi. Infattii… visto che non li vedo, gli telefono… ehm… mia mamma non risponde e quindi gli mando un messaggio vocale su WhatsApp dicendo cheee… che non li vedo a casa e che gli auguro una buona notte e che ci vediamo domani allora, punto.
Si noti che Benno risponde al presente.
“non ci sono entrambi” suona male ma è il frutto di una contaminazione.
Dire “punto” è un modo per chiudere il topic.
Giornalista: A questo punto è già cominciata la scomparsa in realtà da… da…
Il giornalista continua a riassumere.
Benno: Sì, sì, sì, probabile, probabile, come detto, non escludiamo neanche che abbiano mmm… dormito poi qua normalmente sai, perché, come detto, era una situazione molto difficile con la nonna, mia mamma era molto molto stanca, il papà era molto stressato.
Si noti che, nel tentativo di accreditare l’ipotesi più improbabile, ovvero che i suoi genitori “abbiano dormito” a casa, Benno, per non prendersene la paternità, parla al plurale “non escludiamo”.
Si noti la parola “normalmente”.
Benno, per la seconda volta, riferisce di “una situazione molto difficile” e aggiunge che suo padre “era molto stressato”, che cosa vuol lasciar intendere? Di sicuro ci sta rivelando che in casa c’erano tensioni.
Giornalista: Mi puoi dire come erano vestiti i tuoi genitori quella sera, come ti ricordi che erano vestiti?
Benno: Sì, certo, allora mio padre… no, come erano vestiti, non posso dire come erano vestiti, ti posso dire quello che manca da casa.
Benno mostra di sapere come fosse vestito il padre ma si autocensura e aggiunge “non posso dire come erano vestiti”.
Benno: Son tornato a casa, ho trovato tutto quanto tra virgolette normale, non mi sono accorto di… ehm, che ci fosse… qualche parti… particolare disordine o quello che sia eehm… niente, mi sono… sono andato in bagno, ho fatto colazione, ho preso il cane e poi sono uscito verso le… 8, così. Sono uscito con il cane, sono andato in montagna per poi ritornare verso l’una circa.
Si notino i tempi verbali, tutti corretti.
Si noti l’uso del termine “normale”. E’ la terza volta che Benno fa riferimento alla normalità. Si tratta del “normal factor” in Statement Analysis, la casistica ci rivela che spesso dietro l’uso di questi termini si cela il contrario.
Benno: Mia sorella invece… ehm… si era già preoccupata di più e poi mi ha telefonato verso le 13 a chiedere se sono a casa o se non sono a casa o come la vedo io la situazione, così. E da là è scaturito poi il tutto, io sono arrivato a casa, ho visto che effettivamente qua non c’è nessuno, abbiamo tele… poi c’erano la telefonato anche la zia, abbiamo un attimo chiesto ai vicini e poi alle 3 eravamo giù già in… ehm… in caserma a far la denuncia.
Si notino i tempi verbali: “sono a casa” invece di “fossi a casa”, “come la vedo” invece di “come la vedevo” e “non c’è nessuno” invece di “non c’era nessuno.”
Benno sa usare il passato ed è inaspettato che passi dal passato al presente. Quando parla al presente evidentemente non pesca nella memoria e quindi non è credibile.
Benno riferisce che la “sorella si era già preoccupata di più”, quel “di più” è inaspettato perché sottende una comparazione, eppure Benno non ha mai detto di essersi preoccupato, anzi. Un’incongruenza.
Si noti che Benno non dice di aver ricevuto la telefonata della sorella mentre era fuori casa.
“effettivamente” è rivelatore, Benno è come se dicesse di aver “visto” quantomeno una seconda volta.
Benno parla per sé e poi inaspettatamente dice “abbiamo tele”, “abbiamo un attimo chiesto ai vicini”, perché parla al plurale? Era solo o è stato raggiunto da qualcuno e non lo ha riferito? A chi “abbiamo tele” e quando?
L’uso del plurale “abbiamo” potrebbe essere rivelatore di un bisogno di nascondersi tra la folla, un bisogno che Benno ha già mostrato di avere durante l’intervista alla Aldi.
Se Benno avesse telefonato a qualcuno in presenza di sua zia, questi fatti non sono stati riferiti nell’ordine temporale corretto, perché non può che essere successo dopo la telefonata ricevuta dalla stessa e dopo essere stato raggiunto a casa da lei. Riferiscono i fatti non in ordine temporale coloro che non pescano nella memoria.
Benno non dice la verità.
Benno: Guarda, ti posso dire ancora un dettaglio, una cosa constatata che mancano sono i pattini da pattinare sul ghiaccio. Non ci sono da nessuna parte e i mieiii… vanno a pattinare sul ghiaccio molto spesso. Non ci sono né in macchina, non ci sono nella casa in montagna né ci sono nella casa qua a Bolzano in nessun ripostiglio. I pattini da ghiaccio mancano. Altrimenti c’è tutto, ci son le slitte, ci sono gli sci, c’è tutto quanto, ma i pattini da ghiaccio mancano.
Giornalista: Qua a Bolzano c’è una pista da pattinaggio?
Benno: No, qua a Bolzano non c’è nessuna pista ma eee… i… i laghi attorno sono tutti quanti pattinabili, il lago di Koslovara, il lago di Fiè ee… ce ne sono di laghi pattinabili.
Giornalista: Però, diciamo, se uno vuole andare a pattinare a quell’ora di sera deve andare in un posto che ha l’illuminazione quantomeno, no?
Benno: Ehm ma c’era la luna piena tanto… tanto che volevano andare a pattinare il 31 alla sera con la luna piena eee… così, come detto, non escl… non escludiamo neanche che abbiano dormi… pernottato qua e… e magari poi siano andati a pattinare il giorno dopo, non lo so, quello può essere, però, in ogni modo, mancano ’sti pattini, questo.
Si noti quanto insista Benno su “i pattini da ghiaccio”.
Giornalista: Ma secondo lei sono usciti dopo cena?
Benno: Eeee… dopo cena, no, ma prima di cena per fare una passeggiatina, era loro abitudine usuale.
Si noti che Benno fa riferimento alle abitudini dei genitori, lo fa per normalizzare quella giornata, si tratta del “Normal Factor”.
Giornalista: Era una cosa che facevano?
Benno: Sì, sì.
Benno mostra di avere bisogno di convincere.
Giornalista: Ma dove andavano? Sul Renon qua?
Benno: Dipende, o in città o al Calvera o qua dietro, facevano vari giri.
Benno: Hanno fatto tutto il possibile (…) Sono arrivati su con i cani da Firenze (…) cerco di essere d’aiuto ai carabinieri e alle forze dell’ordine in questo momento, manon… non c’hooo… la testa.
E’ inaspettato che un familiare di due soggetti ancora scomparsi dica “Hanno fatto tutto il possibile”.
E’ inaspettato anche che Benno dica “cerco di essere d’aiuto ai carabinieri e alle forze dell’ordine in questo momento” per poi smentire ciò che ha appena detto “ma non… non c’hooo… la testa”. In poche parole sente il bisogno di rivendersi come un “good guy” e poi di giustificarsi per non essere proprio d’aiuto.
Benno: Sì, ma anche questa roba, questa ricerca nel fiume che, capito, nel fiume non è stato trovato n-i-e-n-t-e, sai, se avessero trovato… non lo so, la borsetta di mia madre o un occhiale di mio padre o qualche cosa allora dici, bon, ha senso guardare nel fiume ma, visto che nel fiume non è stato trovato niente, mi pare altamente pro…i… improbabile, che se non li hanno trovati con gli… con gli ecoscandagli che vadano adesso ancoraaa… a perdere energia in quella… in quella direzione… va beh ma comunque (…)
Si noti che Benno stava per dire “probabile”, si è poi autocensurato e corretto.
I corpi dei Neumair sono nell’Adige.
Giornalista: Mi hanno detto della storia della frana che c’è stata sul Renon, è del giorno dopo in realtà.
Benno: No, è del giorno dopo, però non si sa se mancano dalla sera o se mancan dalla mattina, quindi c’è comunque la possibilità che siano là (…) il problema è cheee… che son talmente tante tonnellate di materiale (…) ci sono lastroni ee… tonnellate su tonnellate, se sono sotto nessun cane, anche con i geofoni non li trovano (…) finché non liberano il campo non iniziano a scavare. Qui sarebbe un giro che (è) molto possibile che abbiano fatto se hanno dormito qua di notte.
E’ difficile credere che non si sappia “se mancano dalla sera o se mancan dalla mattina”, mancano senza dubbio dalla sera del 4 gennaio (intorno alle 19.00).
Si noti la parola “lastroni”.
I lastroni possono essere sia di cemento che di ghiaccio. Nel caso della frana sul Renon, che ha distrutto parte dell’Albergo Ederle, più che lastroni sono visibili enormi sassi e macerie.
Benno non dice la verità