LA TRASPARENZA COME OPTIONAL
Tacco&Spillo
Abbiamo salutato anche con comprensibile favore la campagna di raccolta fondi “Scacco Matto al Coronavirus” promossa dall’ufficio stampa della Regione, guidato dal napoletano Massimo Calenda, in versione istituzionale bicefala come direttore dell’ufficio stampa e dirigente regionale. Ora a distanza di tempo su quelle donazioni che la generosità ed il buon cuore dei lucani, soprattutto in pieno lockdown, hanno voluto elargire, con piccole e grandi somme di denaro, c’è ancora buio totale. Eppure il decreto legge “Cura Italia” imporrebbe quantomeno a tutte le pubbliche amministrazioni beneficiarie l’obbligo di aprire un conto corrente dedicato, garantendone la completa tracciabilità e di pubblicare online la rendicontazione di quanto è stato raccolto e su come è stato speso. Lo tenga bene a mente l’anziano governatore Vito Bardi che proprio nel giorno della sua elezione, così sciagurato e triste per la Basilicata, in ordalia festaiola e con seguiti napoletani, declamava col saltello militare il ritornello di assicurare finalmente “trasparenza”. Ha scritto Norberto Bobbio: “Tra le promesse non mantenute dalla democrazia la più grave e più rovinosa è quella della trasparenza del potere”.