CENTRODESTRA, UNITÀ CERCASI
A Roma i vertici della maggioranza non fanno sintesi sulle nomine. Alla fine la spunta Bardi con due non lucani
Il presidente della Regione Vito Bardi ha compreso che per governare la Basilicata senza appoggio dei suoi alleati di centrodestra andrà ben poco lontano. Lo aveva capito già nei primi mesi di legislatura ma dopo aver assistito a transumanze e crisi profonde, come le assenze costanti del presidente del Consiglio Cicala dai lavori dell’Assise o la mancata unità sull’approvazione di leggi importanti come l’Api Bas, ha preferito chiamare a raccolta i vertici del centrodestra per dividere le “preoccupazioni”.
Sul tavolo diversi temi caldi, come la nomina del Commissario Asi di Potenza, quella del Direttore generale dell’Asm e le questioni petrolifere. Sono stati questi i temi centrali del lungo pranzo romano che Bardi giovedì ha consumato con segretari e commissari di centrodestra a Roma. Più che del petrolio le vere questioni che richiamavano a urgenti soluzioni erano l’Asi e l’Asm.
Ma ancora una volta la sintesi tra gli alleati è stata lontana. Nessun nome degli aspiranti lucani agli incarichi era condiviso da tutto il centrodestra, per ognuno emergeva puntualmente qualche “cavillo” tecnico o semplicemente politico che gli faceva venire meno ogni possibilità. I partiti ancora una volta hanno servito su un piatto d’argento la scelta a Bardi di poter così nominare professionisti di fuori regione (come spieghiamo meglio nell’articolo della pagina che segue).
Nomi che dalla loro avrebbero le competenze e non l’appartenenza politica ma che, secondo i ben informati, sarebbero stati “presentati” dagli azzurri e poi condivisi anche da Bardi. Ma se sull’Asm la scelta di un Dg “esterno” è stata condivisa da tutti (soprattutto per la pandemia in atto) la vera partita si è giocata sul commissario liquidatore dell’Asi di Potenza. Non sarebbe passata nè la proposta dell’assessore Cupparo di nominare Taddei nè quella di Bardi di far arrivare un “esperto” napoletano. In realtà nessuno dei due avrebbe mai avuto una chance, considerato che la questione Asi per i vertici del centrodestra va trattata con la massima attenzione possibile.
In ballo c’è troppo, non si tratta di una semplice liquidazione ma si parla di far quadrare i conti (per quanto sia possibile) per pagare stipendi arretrati e far riavere almeno in parte dei crediti alle aziende creditrici. Il crac del Consorzio Asi di Potenza in questi mesi poi si è allungato più del previsto. Già perché parte dei conti del Consorzio sono stati pignorati. Si parla che negli anni addirittura l’Asi di Potenza ha accumulato circa 80 milioni di debito con le gestioni ordinarie e commissariali.
Debiti che sono rientrati anche se in minima parte solo grazie al grande sforzo messo in campo dall’ultimo commissario Francesco Pagano. Una situazione delicata che non poteva certamente finire nelle mani dell’ennesimo politico di turno “trombato” a qualche elezione o uomo di partito che aspirava ad essere piazzato per riempire una poltrona vuota. Il governatore lucano ha perciò fatto comprendere, con il sostegno di qualche esponente politico di destra di un certo livello, che ora non si poteva più sbagliare è che per dare il via alla liquidazione c’è bisogno di un professionista serio, di fuori regione, difficilmente influenzabile dagli umori lucani.
Ecco che quindi la scelta è ricaduta su un professore universitario di Bologna. Per i commissari e segretari regionali di centrodestra alla fine tale opzione è sembrata quella più sensata. Nonostante qualcuno è dovuto sottostare, non di buon grado, alla volontà della maggioranza.
E così comunicata da parte dei segretari la “sentenza” ai propri consiglieri e assessori regionali, Bardi ha potuto convocare d’urgenza la Giunta e far passare le nomine. Una rapidità necessaria per evitare che qualcuno mettesse i bastoni tra le ruote dinanzi a una situazione tanto delicata. Non mancheranno certo reazioni, in queste ore, alla notizia ufficiale di questi due nuovi incarichi. Più di qualcuno, ovviamente, ora spera che almeno alla nomina del direttore del nuovo Api Bas possa essere “accontentato”, ma è chiaro che se le divergenze fino alla liquidazione e alla successiva costituzione della nuova società dovessero durare nella maggioranza non è detto che Bardi faccia passare ancora una volta la nomina di un esterno.