TORRE DEGLI EMBRICI, «DETURPATO IL PAESAGGIO» COMITATI E ASSOCIAZIONI SCRIVONO ALLE ISTITUZIONI
Vulture-melfese sul piede di guerra: «Vogliamo conoscere l’iter autorizzativo e le ragioni del posizionamento del gabbiotto del metano vicino il Parco»
Torre degli Embrici: vi abbiamo parlato nei giorni scorsi della questione inerente un gabbiotto del metano costruito a due passi dalla Villa Patrizia al centro del Parco archeologico. Sulla questione, abbiamo ascoltato nei giorni scorsi Botte, referente del comitato Torre degli Embrici, che ci parlò appunto della faccenda annunciando anche l’invio, effettuato due giorni fa, di un missiva al Comune di Rionero in Vulture, all’Assessorato Ambiente e Energia della Regione Basilicata, al Parco del Vulture e alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Della Basilicata.
La missiva è stata sottoscritta da altre 14 realtà associative del Vulture-Melfese, con lo scopo di «chiarire l’iter amministrativo alla base di questa operazione e per invitare a un ripensamento nel rispetto degli equilibri ambientali del territorio» ha sottolineato il Comitato.
LE PAROLE DEL COMITATO
«Numerosi sono stati gli eventi e le attività promosse dal comitato, tra cui la candidatura del complesso archeologico all’ultima edizione del censimento “i luoghi del cuore” promosso dal FAI, la viglilanza del sito da parte dei volontari, eventi di cleaning e anche una ricognizione con le istituzioni locali e con i responsabili della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata la scorsa estate per sollecitare nuove attività di recupero, scavo e sviluppo dell’intera area» si legge nell’intervento del Comitato.
«Le istituzioni si sono dimostrate in quella occasione molto disponibili nei confronti del comitato e dei giovani impegnati, ma, con immenso rammarico, non vi è stato alcun successivo interesse. Al danno, poche settimane fa, la beffa. A seguito dei lavori di ampliamento di un metanodotto nell’area in questione e dell’installazione di un gabbiotto nelle immediate vicinanze dei resti della masseria e della torre, nonché in prossimità del sito archeologico, si è aperto un dibattito pubblico sull’opportunità di questa scelta.
LA MISSIVA
Questo il corpo della missiva delle associazioni: «A seguito di lavori di ampliamento di un metanodotto è stato deturpato lo splendido e incontaminato paesaggio di Torre degli Embrici. Senza alcun rispetto per il significato storico che riveste quest’area, purtroppo ancora poco noto ai molti, è stata posizionata un’infrastruttura ingombrante a pochi metri dal portale d’ingresso dei ruderi di età moderna della torre e della masseria, in un’area non posta sotto vincolo archeologico, ma comunque in un contesto paesaggistico e naturalistico di grande importanza e soprattutto a poca distanza dagli scavi della villa di Epoca Romana e pre-Romana che, nonostante l’impegno e l’attenzione da parte di numerosi cittadini, continuano a vivere uno stato di vergognoso abbandono e incuria.
Questa operazione non può altro che rivelare ancora una volta la totale indifferenza delle istituzioni locali nel rilancio di un patrimonio storico e paesaggistico da tempo trascurato, nonostante avessero suscitato un rinnovato interesse nella comunità le varie iniziative promosse dal Comitato (nato nel 2019) composto per la maggior parte da giovani volontari, compresi aspiranti archeologi, storici e architetti» si legge nella missiva.
«Tra le suddette iniziative promosse dal comitato vanno citate la candidatura del complesso archeologico all’ultima edizione dei Luoghi del Cuore FAI (nei quali ha ottenuto 1.176 voti), l’attivazione delle pagine di promozione sui principali social network, la vigilanza del sito da parte dei volontari, e per ultima, ma non meno importante, una ricognizione con le istituzioni locali e con i responsabili della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata la scorsa estate per sollecitare nuove attività di recupero, scavo e sviluppo dell’intera area. Attraverso questa lettera è nostra intenzione sollecitare le istituzioni sopra indicate nell’illustrare pubblicamente l’iter autorizzativo e le ragioni del posizionamento della infrastruttura nella suddetta area. Il nostro auspicio è che si rimetta in discussione questa scelta per provare a restituire un minimo di dignità a Torre degli Embrici, un’area ingiustamente calpestata e bistrattata» si conclude la missiva.
UN PO’ DI STORIA
Il complesso di Torre degli Embrici, fa sapere il comitato, si trova nel cuore della valle di Vitalba, un’area incontaminata e fertile caratterizzata da lunghe distese verdi, uliveti e vigneti. Una serie di campagne di scavo facenti parte di un grande progetto denominato “Vultur archeological project” , condotte dal 2004 al 2012 dal professore e ricercatore statunitense Richard Fletcher hanno portato alla luce un sito archeologico di grande importanza, contraddistinto da una continuità di insediamenti umani dall’età preromana (probabilmente una fattoria lucana collocabile intorno al V secolo a. C.) sino all’età federiciana (probabilmente una fattoria occupata da Saraceni nel 1200 d. C.). Nonostante le ricognizioni archeologiche, ha sottolineato il Comitato, abbiano dimostrato l’antichità centralità di Torre degli Embrici (è probabile che la Villa si trovi sull’antico tracciato della Via Herculia), e nonostante i ricercatori sono certi che vi siano ulteriori tracce storiche nell’area, dopo il 2012 non sono stati rilasciati altri permessi di ricerca, per cui l’area archeologica vive attualmente una dolorosa condizione di degrado essendo infestata da erbacce ed esposta sempre più a crolli e cedimenti strutturali dovuti alla mancanza di attenzioni, manutenzione e di coperture dalle intemperie.
Il comitato Torre degli Embrici, è nato circa tre anni fa, «con la voglia di instaurare un rapporto con le istituzioni, al fine di salvaguardare l’area dal suo ormai certo destino, riprendere gli scavi e valorizzare l’area in questione».