L’ARRIVO DELLA PRIMAVERA RENDE FELICI GLI ADULTI
lettere lucane
Con il passare degli anni l’arrivo della primavera lo vivo sempre più come una conquista. Non mi pare che in passato fosse così; anzi, sono certo che vivessi il passaggio delle stagioni con una certa indifferenza. Da qualche anno, invece, l’arrivo della primavera è come una vittoria, e questo perché soffro sempre di più le stagioni fredde e buie. Quando arrivo a questi giorni di marzo, benché non si sia ancora entrati nella primavera, personalmente mi sento più al sicuro – e sento crescere in me la fiducia, perché con il sole e con la luce i pensieri tristi e la paura della morte diventano meno oppressivi. Quando arriva la primavera l’emozione che sento è la stessa che provo ogni volta che arrivo al termine di una lunga galleria al confine con la Svizzera. Quando ero ragazzo – che darei per rivivere quell’entusiasmo che sentivo per ogni cosa, per ogni scoperta, per ogni incontro – per me la primavera era la bicicletta blu che ci eravamo portati a Rotonda dalla Svizzera. Nei primi mesi miti del 1987, del 1988, del 1989, io ricordo che mi lanciavo a tutta velocità – mentre tutt’intorno l’inverno si scioglieva in un vapore tiepido – nella folle discesa che da Fratta mi portava a Piano Incoronata e poi a Cotura. Ero felice, e non conoscevo la stanchezza. Ricordo che in quegli anni era pure uscita una canzone bellissima: si chiamava “Primavera”, e la cantava Luca Carboni, un cantante bolognese che amavo alla follia. La ascoltavo sempre, questa canzone; e ancora oggi, dopo più di trent’anni, la so a memoria. Ora che la primavera è tornata posso di nuovo sentire calore sulla pelle, e chiudere gli occhi guardando il sole – felice di essere accecato, anche se per poco, proprio come in quegli anni lontani. Scriveva Sinisgalli che anche “un sorso d’acqua” può spegnere la crisi di un vecchio, anche “la visita di una lumachina”. Figuriamoci la primavera.