LEGA LUCANA: DA RESTITUIRE OLTRE 100MILA EURO
Corte dei Conti, bilanci gruppi consiliari in Regione: nuova contestazione
Controlli della Corte dei Conti di Basilicata sui rendiconti dei gruppi consiliari relativi all’esercizio finanziario 2020: dalle relative documentazioni giustificative, emerge ancora una volta come, era già accaduto l’anno scorso, sia la Lega il partito che produce più “fantasie” matematiche, passibili di trasformazioni in disastri. Come da prassi, dal Consiglio regionale il 1° marzo scorso sono stati trasmessi i rendiconti. È questo, però, ancora il primo step di un iter burocratico che si potrebbe definire bifasico. La Sezione controllo della Corte dei Conti, vagliate le “carte”, ha ora comunicato al Consiglio i rilievi e i dettagli che non tornano e per questo da chiarire entro il limite dei 30 giorni concessi. Al secondo step, invece, i rilievi si trasformano in obblighi di restituzione per i soldi pubblici eventualmente spesi irregolarmente. A differenza del passato non è più prevista la decadenza, «per l’anno in corso», del gruppo sanzionato, dal diritto all’erogazione di risorse da parte del Consiglio regionale. Resta «fermo l’obbligo », tuttavia, di restituire il mal speso. Proprio su questo specifico punto, la Lega ne sa qualcosa: l’anno scorso, per il bilancio 2019, la Corte dei Conti ha imposto al partito, l’obbligo di restituire al Consiglio regionale «l’importo di 51mila e 790euro». Anche e soprattutto su questa vicenda, tutt’altro che conclusa, si soffermano i magistrati. Il collante tra il bilancio del Carroccio del 2019 e quello del 2020 è proprio il debito. In mezzo, la “Salva Coviello” approvata dal Consiglio nel dicembre scorso, legge che prevede lo strano meccanismo di compensazione consistente nel pareggiare un buco certo del passato e inerente alla mala gestio di soldi pubblici, con soldi pubblici futuri e promessi, e poi la bocciatura, questa a gennaio 2021, da parte dell’Ufficio di presidenza che ha rigettato il piano stesso di «compensazione del debito» Lega, che prevedeva, tra l’altro, la restituzione dei 51mila euro in «26» comode rate. Tommaso Coviello è l’ei fu capogruppo del Carroccio, che proprio 48 ore fa lo ha sostituito con Aliandro, poichè cambiando casacca è passato, il mese scorso in Fratelli d’Italia: il debito, però lo segue. La responsabilità del capogruppo è «inequivocabile» e l’omesso controllo e verifica sulla regolarità e inerenza della spesa, «vale quindi a qualificarne la condotta in termini di antigiuridicità ». Due fantasie non fanno una realtà. Alla “fantasia contabile” sulle irregolarità del 2019, l’ex capogruppo Coviello ha aggiunto la “fantasia contabile” del risparmio, nel 2020, finalizzato a cancellare la spada di Damocle del debito da 51mila euro. Ma così non poteva essere, nonostante proprio così Coviello aveva iniziato a fare, a dicembre versò 2mila euro nelle casse del Consiglio per cominciare a ripianare il buco, così non è e così non sarà. Più precisamente, oltre la “Salva Coviello”, a mo’ di extra-legem, l’ex capogruppo voleva ricorrere a una modalità alternativa di compensazione: azzerare il debito dell’anno pregresso (2019), con il risparmio dell’anno in corso (2020). Coviello, da un certo punto di vista, è stato una brava “massaia”. Incassata la sanzione della Corte dei Conti, è passato dai fasti del 2019 alla parsimonia del 2020. Nell’anno scorso di legislatura, a fine esercizio è risultato un Fondo cassa finale per spese di funzionamento pari a 23mila e 378euro, e un Fondo cassa finale per spese di personale pari a 31mila e 100 euro. Totale risparmiato: 54mila e 490 euro. Il risparmio, potrebbe essere un guadagno, ma non è detto, ma, ad ogni modo, seguendo il ragionamento di Coviello, lui aveva messo da parte più di quanto serviva per pagare la “multa” del 2019. Peccato, però, che sui rendiconti dei gruppi consiliari in Regione, la regola vuole che i soldi pubblici non spesi entro la fine dell’anno, debbano tornare al Consiglio. Il Fondo cassa, in sintesi, è chiamato così, ma ogni anno si azzera: non c’è possibilità di cumulo di risorse tra più annualità consecutive. Per questo e altri motivi, la Corte dei Conti in merito ai 54mila euro risparmiati nel 2020, con laconica locuzione ha fatto semplicemente notare che «tale somma non risulta allo stato restituita». Al rigo successivo, inoltre, i magistrati hanno anche ricordato alla Lega che, per l’appunto, già nel 2020 e per il 2019, la Corte dei Conti aveva sancito l’obbligo del gruppo consiliare di restituire al Consiglio regionale l’importo di 51mila e 790 euro. Sempre la Sezione di controllo ha anche precisato che quella pronuncia è stata pure oggetto di impugnativa, da parte di Coviello, innanzi alle Sezioni Riunite in speciale composizione che, però, ha già da tempo «rigettato il ricorso con aggravio delle spese di giudizio». Per cui, per Coviello, 2 “fantasie contabili” non fanno una reale compensazione, ma una doppia restituzione. Per questo, la Corte dei Conti, adesso, 2 cose ha chiesto di conoscere dal presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, e dal «capogruppo » della Lega. In primis, a che punto è «l’effettivo adempimento dell’obbligo di restituzione (51mila euro, ndr) accertato dalla predetta pronuncia, confermata dalle Sezioni riunite in speciale composizione ». In secondo luogo, l’altra domanda, a che punta è «l’effettivo adempimento », anche in questo caso, «dell’obbligo di restituzione » delle somme ricevute per l’esercizio 2020 per spese di personale e per spese di funzionamento, ma non utilizzate per tali finalità. Non solo non utilizzate, ma soprattutto, hanno aggiunto i magistrati, «non diversamente utilizzabili per effetto del vincolo di destinazione alle stesse impresso ». Anche perchè, in riferimento al risparmio del 2020, il termine temporale del «31 gennaio 2021», come evidenziato in chiusura dalla Corte dei Conti, è «ormai ampiamente scaduto». La Lega deve restituire, in conclusione, i 51mila euro del debito del 2019 e i 54mila euro del “risparmio” del 2020. Soldi questi che non sono del partito, ma pubblici. Il “viaggio” nel rendiconto 2020 della Lega potrebbe continuare C’è, per esempio, in merito alle fatture, un rilievo dei magistrati sulla «macchina distruggi documenti ». Anche in questo caso, la Lega dovrà chiarire. Ma questa è un’altra storia che sarà oggetto di prossimi approfondimenti.