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LA LEGA E LA «MACCHINA DISTRUGGI DOCUMENTI», LA FATTURA CHE IMBARAZZA IL CARROCCIO LUCANO

Oltre ai 100mila euro da restituire, nel bilancio altre “chicche”. Dei 3 dei transfughi in FdI, Baldassarre già promosso: «Nessuna irregolarità»

Rilievi della Corte dei Conti sui rendiconti dei Gruppi consiliari relativi al 2020: il “viaggio” di Cronache Lucane prosegue. Come già riportato, la Lega lucana per il secondo anno consecutivo dell’attuale legislatura regionale è nuovamente il partito protagonista, in negativo, come emerge dalle documentazioni giustificative.

Al debito ancora da restituire del 2019, 51mila euro di soldi pubblici irregolarmente e, in parte, illegittimamente spesi, si è aggiunta anche la restituzione, obbligatoria, di altri 54mila euro, questi relativi, per l’appunto, al 2020 e ritrovati dai magistrati nel Fondo cassa della Lega. Come tutti i gruppi consiliari, ogni fine di anno ciò che non viene speso, va restituito. Il Carroccio avrebbe dovuto farlo entro il 31 gennaio scorso, ma dai documenti inviati a marzo, la restituzione non risulta. Come preannunciato, però, non è tutto. C’è dell’altro. Oltre al Fondo cassa, sono state riscontrate altre «irregolarità» e «carenze documentali». Esaminando le fatture della «della Ditta (omissis)», è emersa l’esistenza di «una macchina distruggi documenti».

La fattura è del 10 gennaio 2020, costo: 547 euro. Il dettaglio che ai magistrati contabili ha fatto scattare l’allarme, consiste nel fatto che la «macchina distruggi documenti» sia stata comprata, ma non dichiarata dal gruppo Lega in Regione. La Corte dei Conti lo esplicita in maniera nitida: «non è stata fornita prova dell’avvenuta inventariazione». Che “carte” tritano i leghisti lucani? Ma soprattutto perchè la «macchina distruggi documenti» non è stata dichiarata? La Corte dei Conti di Basilicata, ha pertanto chiesto al Carroccio in Regione di provvedere «a fornire la relativa motivazione» per chiarire la vicenda tritacarte. In più, sembra che anche altre compere siano sospette. È stata chiesta, infatti, anche la copia della normativa consiliare relativamente all’inventariazione dei beni durevoli, per valutare, in riferimento alla Lega, «anche ulteriori beni che compaiono nelle fatture di acquisto».

Per il resto, il Carroccio dovrà chiarire perchè alcuni bonifici incassati, per la verità di più che modesta entità economica, non sono stati «evidenziati» tra le entrate. Riguardo alle carenze documentali invece, è stato fatto notare come nelle copie trasmesse di alcuni contratti, manchino, casualmente o causalmente, proprio le pagine «relative a periodo e importo da corrispondere». Di conseguenza, la Lega in Regione dovrà trasmettere le copie integrali dei contratti «con evidenziazione della congruità dei compensi erogati rispetto a quanto pattuito e alla tipologia del servizio effettivamente prestato».

Si è al momento, nell’ambito del primo step di un processo burocratico bifasico. Per soddisfare i chiarimenti richiesti, la Lega ha 30 giorni di tempo. Vagliate le risposte e la nuova documentazione, la Sezione di controllo della Corte dei Conti emetterà poi il verdetto finale: i soldi pubblici la cui spesa non troverà logica e idonea giustificazione, dovranno tornare indietro. I magistrati contabili, hanno vagliato, unitamente a quello della Lega, i rendiconti 2020 di tutti i gruppi consiliari. In riferimento agli altri partiti presenti in Consiglio, rilievi importanti non sembrano esserci.

Il “viaggio” però potrebbe continuare proseguendo nel solco della curiosità e, quindi, con il parellelismo tra l’operato dell’ei fu capogruppo della Lega, Tommaso Coviello, e i suoi colleghi, anche loro ex capogruppo, ma di monogruppo, passati in Fratelli d’Italia: Piergiorgio Quarto e Vincenzo Baldassarre. Per Basilicata positiva, un solo chiarimento è stato chiesto dalla Corte dei Conti. Con riferimento ai collaboratori, non sono stati trasmessi «atti negoziali ulteriori rispetto a quelli inviati con il rendiconto 2019», che, però, in 2 casi risultano scaduti il 31 dicembre 2019. I magistrati contabili vogliono «gli atti di proroga dei suindicati rapporti di collaborazione coordinata e continuativa». Il migliore dei 3 cambiacasacca, è stato sicuramente Vincenzo Baldassarre che così lasciato in ordine i conti di IdeA, che i magistrati contabili, hanno concluso l’analisi delle relativa documentazione con la “promozione” piena: «non sono emerse irregolarità».

Il monogruppo ha realizzato, nel 2020, entrate per complessivi 56mila e 509 euro. Le uscite, invece, sono state pari a complessivi 55mila e 402 euro. A fine esercizio è risultato, un Fondo cassa finale di mille e 107euro. Qui la differenza sostanziale col collega non più di coalizione, ma di partito, Coviello. La Lega aveva un Fondo cassa di 54mila euro di soldi pubblici che dovrà restituire, mentre IdeA già lo ha fatto. Da Baldassarre, il bonifico risulta eseguito il 2 febbraio scorso

Ferdinando Moliterni

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