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BARDI E LA PERFEZIONE DEL DISASTRO

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Non c’era affatto bisogno del sondaggio effettuato da SWG sul gradimento dei governatori per scoprire che il posto assegnato dai lucani al settantenne Vito Bardi fosse quello impaludato sul fondo della classifica. Ora non può sfuggire a nessuno che le ragioni di questo giudizio si possono facilmente ritrovare nel numero impressionante d’inadempienze, approssimazioni ed errori del centrodestra governativo e di cui, come se non bastasse, Vito Bardi ha perfino una sua particolare e riconoscibile vocazione peggiorativa. Dall’alto dei pulpiti istituzionali, così, quelli che avrebbero dovuto realizzare “le magnifiche sorti e progressive” della Basilicata, fanno a gara, in complice rivalità, a chi la spara più grossa. Lo sa bene l’anziano governatore che solo qualche giorno fa non ha esitato ad arruolare persino un filosofo, pur di giustificare la sua mania nominalistica. Eppure un veloce ripasso sul Bignami avrebbe fatto comprendere come la società aperta delineata da Karl Popper sia l’esatto contrario della geolocalizzazione napoletana con cui ha allestito la sua truppa burocratica di fiducia. Ha scritto Gesualdo Bufalino: “Vi sono uomini la cui unica ambizione è, per tutta la vita, di perfezionare il disastro”.

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