ADRIANA E IL “FUOCO” ORGOGLIOSO DEI CONTADINI
lettere lucane
Ho ricevuto una lettera bellissima. L’ha scritta Adriana De Marco, una mia coetanea di Rotonda – anzi, di Fratta, la contrada dove siamo cresciuti – e che ora vive e insegna in provincia di Modena. Vi parla della scarsa considerazione nei confronti della scuola e dell’istruzione, e mi ricorda, tra le righe, suo padre Pietro, un uomo al quale volevo bene e che purtroppo morì in un incidente sul lavoro. Ne voglio riportare un ampio passaggio perché l’ho trovata bellissima. “E poi, mi chiedo, dov’è finito quel ‘fuoco’ che avevano le nostre mamme e i nostri papà (con grado di istruzione quinta elementare) nei confronti dell’importanza della scuola? Non so se ti ricordi di quando alla scuola di Piano Incoronata tardava a partire la mensa e le nostre mamme si sono offerte di fornire pasta e sugo per garantire almeno un primo piatto caldo (cucinato dalle bidelle Maria e Talina) e poi ci davano un secondo da casa. Ok, oggi non sarebbe possibile nel rispetto delle norme sanitarie, ma il punto è che avrebbero potuto chiedere che tornassimo a casa all’ora di pranzo e basta. E invece no! Si restava a scuola al pomeriggio anche a giocare per studiare sì, ma anche condividere, confrontarci, imparare e meravigliarci. Ecco, il ‘fuoco’ di cui parlo era questo! Per mia madre e mio padre la scuola era riscatto; era fondamentale: quanto di meglio si potesse offrire ai propri figli! E trattavano i nostri insegnanti con rispetto come se fossero stati i migliori al mondo! Ah, ricordo ancora un giorno in cui ti aveva incontrato dopo la laurea e gli avevi parlato dell’imminente pubblicazione del tuo primo libro! Che orgoglio nei suoi occhi. Un giovane di Fratta che aveva studiato, si era laureato e adesso pubblicava un libro! Era felice come se stesse accadendo a una delle sue figlie! Altro che ‘ciote i fora!’ Altro che semplici operai e contadini! Erano Operai e Contadini con il ‘fuoco dentro’”.