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FIGLIUOLO, IL COMMISSARIO COVID DALLE NUMEROSE ONORIFICENZE

Nella lunghissima carriera nell’Esercito il Generale ha ricoperto diversi ruoli: ecco cosa sono i tanti “nastrini” sulla sua uniforme

L’uomo giusto. I commenti di chi lo ha avuto come comandante o di chi ne è stato collega ai vertici delle Forze armate concordano sulle qualità professionali e umane di Francesco Paolo Figliuolo, nato a Potenza l’11 luglio 1961, sposato, due figli, generale degli Alpini, nominato dal premier Draghi nuovo commissario per l’emergenza Covid al posto di Domenico Arcuri. In pochissime settimane ha già cambiato l’approccio del Governo all’emergenza pandemica.

Nessuno spreco, acellerare sulla campagna vaccinale e obiettivi mirati per non perdere latro tempo prezioso. Sono questi gli obiettivi che il generale Figliuolo ha imposto per la lotta al Covid.

Che fosse più un uomo del fare che del parlare lo si è capito non solo dall’illustre curriculum ma anche dalle numerose placchette che luccicano sulla sua giacca da militare. L’uniforme con sui si è presentato Figliuolo ha attirato una certa attenzione per il gran numero di “nastrini” applicati sopra al taschino sinistro. Sono i simboli delle decorazioni militari e delle medaglie di cui si è insigniti nell’esercito, in stoffa e alti pochi millimetri, ricamati con colori diversi e sporadici elementi grafici, uno degli elementi più importanti dei vari e regolamentatissimi simboli che decorano e distinguono le uniformi militari italiane.

Ciascuno di essi riprende in genere i colori del nastro a cui la medaglia corrispondente è appesa, ma esistono anche decorazioni che non prevedono né medaglie né croci: in quel caso il nastrino riprende il colore della fascia. L’insieme dei nastrini – disposti in righe successive di quattro o cinque – compone una sorta di medagliere.

Sull’uniforme del generale Figliuolo il nastrino più facilmente riconoscibile e individuabile è quello posto in cima, prima degli altri (in alto a destra dal punto di vista dell’osservatore). Attesta la decorazione di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia. In Italia quelle concesse da quest’Ordine – le altre sono Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore e Ufficiale – hanno sempre la precedenza su tutte le altre. Seguono poi i nastrini delle medaglie al Valor Militare e quelle d’oro, argento e bronzo al valore delle diverse forze armate (Esercito, Marina, Aeronautica, Arma dei Carabinieri, più il Corpo della Guardia di Finanza) e al valore civile.

Poi seguono le onorificenze di guerra. Tra quelle più significative di Figliuolo ci sono una Croce d’Oro e una d’Argento al Merito dell’Esercito, poi il nastrino di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (è quello subito sotto il nastrino di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, nella stessa colonna). Dopo queste vengono le medaglie relative al servizio di comando prestato sul campo e all’anzianità di servizio.

Nel caso di Figliuolo è visibile, tra le altre, quella commemorativa delle operazioni in Afghanistan, facilmente riconoscibile perché raffigura la bandiera italiana e quella dell’Afghanistan, accostate nello stesso nastrino. Si riferisce a una delle più rilevanti e citate esperienze militari internazionali di Figliuolo, tra ottobre 2004 e febbraio 2005. Dopo i nastrini nazionali sono generalmente posti quelli relativi a decorazioni concesse da autorità estere. Tra i nastrini di Figliuolo ci sono, ben visibili a partire dalla quarta riga, le decorazioni della Nato (tra cui una Medaglia commemorativa Nato Bosnia Erzegovina). Il primo nastrino in terzultima fila, parzialmente coperto dal bavero, è la Legion of Merit, una decorazione militare statunitense istituita dal presidente Roosevelt nel 1942 e da allora concessa ai membri dell’Esercito nazionale e delle nazioni alleate.

Al primo posto, in penultima fila, si nota infine una decorazione d’Onore della Bundeswehr – le forze armate della Repubblica Federale di Germania – istituita nel 1980 e aggiornata nel 2008 (quella di Figliuolo è una Croce d’Oro). Nastrini a parte, sull’uniforme di Figliuolo erano visibili numerosi altri distintivi, mostrine, fregi e altri segni. Le due stellette militari a cinque punte, presenti sul colletto, indicano l’appartenenza alle forze armate italiane. Fino a un certo punto sono sempre state in metallo: l’usanza successiva di utilizzare il filato di tessuto – oggi frequente sulle tute mimetiche – viene ricondotta storicamente alla mancanza dei materiali necessari a produrre le stellette durante la Seconda guerra mondiale. Quelle metalliche sono sempre presenti nel caso dei soprabiti, sul colletto, per i militari di tutti i gradi. Da novembre 2018 Figliuolo ricopre la carica di Comandante Logistico dell’Esercito.

Il suo grado è indicato dal distintivo presente sulla controspallina, quello del “generale di corpo d’armata”: nel caso dell’Esercito italiano sono tre stellette e una greca (oltre al bottone a pressione). La “stelletta” a cinque punte è in uso sulle uniformi fin dal 1871, dapprima sulla divisa degli ufficiali di fanteria, ma le ragioni specifiche della scelta di questo simbolo sono oggetto di varie ipotesi storiche.

Una di queste è che la stella a cinque punte sia stata scelta per distinguerla dalla stella dorata a sei punte tipica della tradizione asburgica. Sulla parte destra – sinistra, dal punto di vista dell’osservatore – c’è poi una spilla in metallo argentato: è un distintivo di merito e indica il brevetto da paracadutista. Più in basso c’è il distintivo della brigata alpina “Taurinense”, l’unità dell’Esercito a cui appartiene il gruppo artiglieria “Aosta” presso il quale Figliuolo ebbe alla fine degli anni Novanta le sue prime esperienze di comando. È su fondo verde, con bordo in oro giallo, con al centro un toro rampante raffigurato su uno scudo a fondo azzurro.

La Brigata alpina “Taurinense” ha il quartier generale a Torino e discende da un raggruppamento costituito nel 1923. Sulla parte sinistra della giacca si trova invece il distintivo con lo stemma del Comando Logistico dell’Esercito. È a forma di scudo sannitico – con angoli arrotondati e una punta al centro nella parte inferiore – su fondo azzurro e con al centro l’immagine di un capitello ionico sotto la scritta “Comando Logistico dell’Esercito”. Sovrapposto al capitello, dello stesso colore, si intravede appena un nodo gordiano (o “nodo del giogo”): simboleggia la logistica intesa come sezione militare che tiene insieme le varie forze dell’Esercito.

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