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AFFIDAMENTOPOLI, POTENZA “SFIDA” L’ANAC LE GARE APERTE, UN “MIRAGGIO” AL COMUNE

L’inchiesta su tutti gli incarichi diretti continua: non è bastata la bacchettata dell’Anticorruzione che già nel 2019 segnalò anomalie nel capoluogo

Questione affidamenti: torna con una nuova “puntata” la nostra inchiesta in relazione al modus gestionale del Comune di Potenza. Una inchiesta mirata, come raccontato più volte nelle scorse puntate, ad evidenziare criticità concettuali rispetto alla opportunità delle scelte di gestione operate dall’attuale amministrazione comunale. In modo particolare, così come evidenziato più volte nel corso degli ultimi mesi, punteremo sulla “tendenza” del Comune ad adoperare lo strumento dell’affidamento diretto (il famoso e “famigerato” art.36 del Codice degli Appalti) per quanto concerne gli importi pari ed inferiori a 40mila euro, indicando, spesso, come motivazione dell’utilizzo dello strumento, il carattere di “urgenza” dell’intervento, rispetto invece all’uso di gare aperte.

Uno strumento, naturalmente, a norma di legge, inquadrato come una procedura ultra-semplificata, che elimina la concorrenza pur mantenendo la rotazione nella scelta degli affidatari. Una procedura “veloce”, naturalmente adeguatamente motivata, e utile per snellire la pesante burocrazia di settore. Ma la questione, intesa nel suo massimo “respiro” concettuale, presuppone l’esistenza di “zone d’ombra”, correlate soprattutto all’eventualità di una “frammentazione disperata” di ipotetici lavori d’ogni ordine e tipo. Una questione “spinosa” e normativamente complicata, su cui, con una delibera datata 18 dicembre 2019, si era espressa anche l’Anac, autorità nazionale Anticorruzione, proprio nei confronti del Comune di Potenza.

LE RILEVAZIONI DELL’ANAC

Come anticipato, i nostri dubbi in relazione alla complessiva gestione amministrativa del Comune, trovano un “precedente” autorevole, come anticipato, nelle rilevazioni effettuate dall’Anac nel 2019. Nelle premesse della delibera ex post adunanza del 18 dicembre 2019, l’Anac evidenziò la ricezione di un esposto risalente all’agosto dell’anno precedente, in cui si «segnalavano presunte irregolarità relative all’artificioso frazionamento di appalti di lavori, tramite continui affidamenti diretti di importo inferiore ai 40.000 euro, al fine di eludere la procedura di gara», asserzione introduttiva alla delibera avente come oggetto la «Ricognizione e verifica delle procedure di affidamento di appalti pubblici di lavori di importo inferiore alla soglia di 1.000.000 euro per gli anni 2017, 2018, 2019, e ulteriori accertamenti».

In quel frangente, l’Anac di già rilevò che «ponendo l’attenzione sulla generale attività contrattuale del Comune, dalla documentazione acquisita a seguito della richiesta informativa, e che tuttavia ha trovato seguito parziale a causa del mancato completo riscontro da parte di tutti i dirigenti delle Direzioni coinvolte». In modo particolare, si legge nel testo della delibera dell’Anticorruzione, «nel corso delle tre annualità di riferimento siano stati disposti circa 150 affidamenti diretti, e spesso di importo molto prossimo alla soglia dei 40.000 euro, tutti inerenti ai lavori sopra menzionati, per un valore prossimo a 4.437.711,52 euro, con il ricorso a procedure negoziate solo in 9 casi». In aggiunta, sottolineò l’Anac, «con particolare riferimento all’Ufficio viabilità, facente parte dell’Unità di Direzione Servizi alla persona, e competente in materia di manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità comunale, si evince che il medesimo, per appalti analoghi ed attinenti alle medesime lavorazioni di manutenzione ordinaria di strade comunali, abbia disposto in circa 3 anni ben 64 affidamenti diretti, per un totale di 1.300.000 euro e ricorrendo a sole 3 procedure negoziate».

Di lì, un corposo elenco di determine contestate dall’Autorià Nazionale Anticorruzione che, ottenute le controdeduzioni del Comune in merito alle contestazioni rilevate, nonostante queste, deliberò comunque la «non conformità delle procedure in analisi in quanto lesive del divieto di artificioso frazionamento degli appalti», al contempo sollecitando il Comune di Potenza « al rispetto del disposto normativo, delle Linee Guida e dei principi più volte espressi da questa Autorità in merito alle illegittimità rilevate, in occasione dell’affidamento di lavori sottosoglia».

IL DUBBIO

Nei mesi scorsi, abbiamo sollevato più volte diverse questioni sul tema generale. Nell’ultimo anno, Cronache Lucane si è infatti più volte concentrata sulle questioni inerenti svariate gare ed affidamenti posti in essere dal Comune di Potenza. Non solo per la questione affrontata nei giorni scorsi, ovvero l’affidamento diretto per circa 3mila euro a Telenorba per la realizzazione di un documentario sul capoluogo di regione, scaturito poi in una durissima polemica social sollevata dall’assessore Galella in risposta al nostro articolo, ma anche, più lontano nel tempo, dell’affidamento diretto dei servizi di trasmissione della parata “modificata” dei Turchi dello scorso anno, anch’essa al centro di un aspro diverbio che divenne il protagonista di battibecchi politici e sedute del Consiglio comunale. Ma, i “dubbi”, riguardarono anche altri e molto più pesanti incarichi.

Come, nel caso specifico, quello relativo all’Acta, di cui nell’ultimo anno abbiamo “previsto” con successo la nomina di amministratore unico e di un dirigente oppure, più di recente, in relazione all’avviso pubblico fatto dal Comune di Potenza per la selezione di diversi dirigenti degli uffici comunali. A questo punto, è lecito presumere che tra i complessivi “ingranaggi” amministrativi, orientati proprio alla gestione di avvisi e affidamenti, in Comune ci sia qualche “criticità”.

Ma questo è solo l’inizio di una inchiesta che, nelle prossime edizioni, si concentrerà ancora sulla questione degli affidamenti diretti del Comune di Potenza. Ecco quindi che, in modo particolare, nei prossimi giorni, con nuove “puntate” della nostra inchiesta, amplieremo il discorso toccando “con mano” diversi ambiti in cui la “tendenza” all’affidamento diretto è emersa come piuttosto ricorrente.

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