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DISCARICA DI SALANDRA; C’È UN VINCITORE DELL’APPALTO, MA NON È LA TRASPARENZA

Maxi gara da oltre 3milioni di euro, la “pacchia” con l’Asmel: dopo mesi di nulla spunta l’aggiudicazione in favore dell’Rti Fibro service-Semataf

Bonifica, da oltre 3milioni di euro, della discarica di Salandra in località Piano del Governo: dall’inizio all’aggiudicazione, sull’appalto mancata trasparenza era e mancata trasparenza è rimasta. In neanche 4 pagine, il Comune amministrato dal sindaco Soranno, eletto nel settembre scorso e che dopo 2 settimane ha sottratto, per gestirlo in proprio, l’appalto alla Stazione appaltante della Provincia di Matera, ritiene si possa liquidare un iter procedurale del quale nella sostanza praticamente nulla è pubblicato. Le 4 pagine hanno un titolo: risultanze di gara ed approvazione proposta di aggiudicazione.

A Salandra, come già riportato da Cronache Lucane, il nome del vincitore circolava stranamente da mesi: gli “abitanti” interpellati a comprare una consonante, sceglievano la “C”. Sarà una casualità, in assenza di prove contrarie, ma la previsione dei rumors coincide: a vincere l’imprenditore Castellano.

O meglio, più precisamente, la proposta di aggiudicazione riguarda l’affidamento dei lavori d’appalto, la bonifica va ricordato è sotto procedura di infrazione europea, al Raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalla Fibro Service Srl con la Semataf di Castellano. Le 4 pagine del Comune partono direttamente dall’11 febbraio scorso e pertanto dal verbale con cui il seggio di gara ha accertato la regolarità della documentazione amministrativa delle ditte partecipanti, ammettendo al prosieguo della gara 3 concorrenti. Per un operatore economico, invece, attivato il soccorso istruttorio a seguito del quale lo stesso è stata ammesso.

Non si conoscono quante e quali siano le ditte che abbiano risposto alla manifestazione di interesse originaria che prevedeva come in presenza di un numero superiore a 15 ditte interessate, si sarebbe proceduto, come è avvenuto, al sorteggio dei 15 da invitare alla procedura di gara. Delle 4 società citate, poi non si conoscono i relativi dettagli delle offerte e dato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, né i particolari delle offerte tecniche né i punteggi assegnati alle stesse. Era ed è ancora tutto ignoto. Dall’11 febbraio, il Comune è passato direttamente al rigo contenente la proposta di aggiudicazione.

IL LABIRINTO NORMATIVO E LA PACCHIA CON ASMEL

La Stazione unica appaltante (Sua) della Provincia di Matera aveva indetto l’appalto con procedura aperta a settembre e il termine ultimo per la presentazione delle offerte sarebbe dovuto scadere a ottobre. A settembre, però, il Decreto Semplificazioni con la possibilità di procedure negoziate anche per appalti superiori a 1milione di euro. Qui l’equivoco sfruttato dal sindaco Soranno.

Visto il Decreto, il sindaco revocò l’appalto alla Provincia per proseguire con la procedura negoziata. Salandra, tuttavia, non essendo Comune capoluogo per appalti superiore a 1milione di euro deve perseguire 1 delle 3 seguenti opzioni: affidarsi alla Sua costituita presso la provincia di appartenenza o ricorrere a una centrale di committenza, quali lo sono le unioni di Comuni Cuc, oppure, infine, a soggetti aggregatori qualificati, come lo è la Suarb presso l’Anac. Nessuna delle 3: Soranno ha scelto la società consortile Asmel. In questo modo, è stato tutto gestibile in proprio. Paradosso nel paradosso, sottolineata anche, la garanzia della «celerità, trasparenza e tracciabilità delle diverse fasi della procedura di gara». Salandra denomina la Asmel Consortile come «Centrale di Committenza», ma, come specificato dal Comune stesso, si tratta di «attività di committenza ausiliarie».

La piattaforma telematica l’ha messa a disposizione Asmel, ma la gara milionaria, l’ha gestita il Comune di Salandra in qualità di Stazione appaltante. Tant’è che sul bando, sul disciplinare di gare, sugli allegati e via discorrendo, il Comune ha «manlevato» Asmel «da ogni eventuale responsabilità riguardante gli stessi».

Altri dubbi, sussistono sull’importo posto a carico dell’aggiudicatario «per tutte le attività di committenza»: 26mila e 892 euro. Il Comune ha citato una sentenza del Consiglio di Stato del 2014, ma gli ultimi verdetti della Giustizia amministrativa sono pressochè concordi nell’escludere la legittimità della clausola che pone il corrispettivo dei servizi ausiliari in capo all’aggiudicatario.

Questi sono dettagli dei dettagli, la domanda principale, che a seconda della risposta infici, o meno, a tutta la gara del Comune di Salandra, riguarda il come abbia fatto l’Ente, che non è capoluogo, a gestire in proprio un appalto da oltre 3milioni di euro. Se l’Asmel è stata solo piattaforma e non Centrale di Committenza, allora da bonificare al comune di Salandra, non c’è solamente la discarica. Sulla discarica di Piano del Governo, il giallo amministrativo, come pure l’infrazione comunitaria, si protrae con buona pace dell’interesse pubblico. Basilicata, paese che vai: autocrate che trovi

Ferdinando Moliterni

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