CONSIGLIO, ACITO E CARIELLO SI RIBELLANO AL SOLITO “GIOCHETTO” DEL NUMERO LEGALE
Per evitare la discussione sulla Pdl di Aliandro la maggioranza scioglie la seduta. Ma il forzista e il leghista non seguono i colleghi e restano con l’opposizione
La maggioranza di centrodestra, per quanto ci provi, non riesce a nascondere le sue crepe. I lavori del Consiglio regionale restano il ring dove scaramucce e colpi bassi sono ormai visibili a tutti. Nonostante i quindici giorni di pausa forzata a causa del Covid, per i contagi nell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, alla seduta di ieri il centrodestra ha mandato in onda (visto la seduta in diretta streaming) l’ennesimo show senza finale: seduta sciolta per mancanza del numero legale. Se qualche mozione è passata sulle nuove leggi il centrodestra proprio non riesce a trovare la quadra. La dimostrazione è arrivata poco prima della discussione sulla proposta di legge a firma del neo capogruppo della Lega, Gianuario Aliandro, per un “Fondo per la crescita dei Comuni confinanti con i giacimenti petroliferi”. La pdl, approvata in Commissione quasi all’unanimità, non avrebbe però di fatto trovato i numeri in Consiglio. Secondo i ben informati, la pdl di Aliandro non sarebbe molto gradita al presidente Bardi che per evitare appunto la discussione nella seduta di ieri, avrebbe chiesto ai consiglieri a lui più vicino di far cadere il numero legale.
L’atto si sarebbe consumato durante una sospensione chiesta proprio dal capogruppo della Lega. Una pausa abbastanza lunga dove alcuni consiglieri di maggioranza, durante le interlocuzioni, avrebbero fatto presente che non tutti i punti della pdl erano “graditi” e che prima di discuterla e approvarla necessitava di una revisione. Revisione che dovrebbe arrivare già oggi nella riunione di maggioranza. Per evitare problemi in aula la maggioranza, anche se non tutta, avrebbe proposto di sciogliere la seduta facendo venire meno il numero legale. Alla ripresa dei lavori, Perrino del Movimento 5 Stelle ha chiesto di anticipare la discussione del punto 62 all’ordine del giorno riguardante la mozione di Perrino su “Promozione delle comunità energetiche e di autoconsumo collettivo”.
Ed è proprio sulla votazione relativa all’anticipazione della mozione dell’M5s che il centrodestra si è spaccato. Al momento del voto erano infatti presenti 10 consiglieri: Acito, Cariello, Carlucci, Cicala, Cifarelli, Leggieri, Perrino, Pittella, Polese e Trerotola. Numero che non ha permesso la prosecuzione dei lavori. Se è vero martedì 30 marzo si assisterà ad una nuova seduta. Slavo imprevisti.
ACITO E CARIELLO PRENDONO LE DISTANZE DALLA MAGGIORANZA
L’esempio migliore nella seduta di ieri certamente è stato dato dal leghista Cariello e dal forzista Acito. Entrambi non hanno accettato di sottostare al diktat dei colleghi della maggioranza di non votare a favore della richiesta dei 5 Stelle e far cadere a sua volta il numero legale. Durante la dichiarazione di voto il consigliere della Lega Cariello rivolgendosi al presidente del Consiglio Cicala (collega di partito) ha fatto intendere che non avrebbe retto il gioco ai colleghi che volevano far cadere il numero legale, perchè da tempo ci sono atti importanti che aspettavano di essere discussi.
Analisi coscienziosa, considerato che nell’odg di ieri diversi i punti che meritavano attenzione. Come la riforma sulla Suarb, sul Cal e sul Piano Strategico che meritavano di essere discussi con attenzione da tempo. Le parole di Cariello sono state condivise dal collega di Forza Italia Acito, che con la solita educazione che lo contraddistingue ha fatto comprendere che l’atteggiamento dei colleghi “assenteisti2 non era dei migliori. A distinguersi dal resto della maggioranza anche il presidente del Consiglio Cicala. Per lui però nessun merito in p’articolare, considerato che pur avendo confermato la presenza per far proseguire i lavori sulla mozione dei 5Stelle ha preferito astenersi non votando a favore. Di fatti facendo così venir meno la possibilità di proseguire i lavori.
A differenza dei suoi due colleghi di maggioranza che con il loro comportamento hanno preso una posizione netta Cicala ha preferito non esporsi più di tanto lasciando nel solito dubbio le sue posizioni politiche. Nella riunione di maggioranza prevista per oggi, gli animi potrebbero certamente non essere dei migliori anche se i più navigati amministratori del centrodestra continuano a ripetere che questo è il momento dell’unità e non delle divisioni. Anche perchè la mancanza di fondi per coprire le nuove riforme non rendono già di per se facile la situazione, renderla ancora più ingestibile con le lotte interne non è certamente di aiuto.