OMICIDIO LOPATRIELLO, ANCHE PER LA CASSAZIONE PROVE SCHIACCIANTI: GIUSTO IL CARCERE PER LA NIPOTE
Marconia, la 29enne «pericolosissima con propensione al crimine»: se fuori, parenti in pericolo
Corretta l’applicazione della misura di custodia cautelare in carcere per Carmen Federica Lopatriello. La 27 è accusato di aver ucciso. Il 7 gennaio dell’anno scorso, il nonno Carlantonio nella sua abitazione di via San Giovanni Bosco a Marconia. Per lei l’accusa è di omicidio, aggravato dall’essere stato commesso con crudeltà contro un ascendente.
Anche per la Cassazione gli indizi di colpevolezza raccolti a carico della Lopatriello hanno il necessario carattere di gravità a sostegno dell’ipotesi che sia lei l’autrice materiale dell’omicidio del 91enne. Agli atti le evidenze acquisite attraverso le attività di indagine svolte nell’immediatezza, ma non solo. Importanti anche le contraddizioni in cui in Lopatriello era incorsa nonché le immagini riprese delle telecamere installate di fronte all’abitazione in cui era stato commesso l’omicidio.
E ancora: a dimostrazione del suo personale coinvolgimento nell’aggressione mortale gli accertamenti compiuti dalla polizia scientifica sugli indumenti indossati dalla stessa nelle ore immediatamente successive al fatto. Rinvenute diverse tracce di sostanza ematica su una sua felpa di colore verde e nel manico del bastone utilizzato per compiere il delitto era stata riscontrata la presenza di Dna riconducibile all’indagata e alla vittima.
Per la difesa, in subordine, la misura cautelare dell’arresto in carcere poteva essere affievolita sostituendola con gli arresti domiciliari assistiti dalla procedura di controllo elettronico. Per gli “ermellini”, però, la conferma da parte del Riesame, nel luglio scorso, dell’ordinanza del Gip è esente da vizi.I giudici potentini, è uno dei passaggi apprezzati, hanno anche scrupolosamente vagliato le modalità di esecuzione dell’omicidio per escludere la presenza sulla scena del crimine di tracce di terzi estranei.
Lopatriello, per quanto attiene al profilo della personalità, è stata ritenuta «persona pericolosissima con propensione al crimine». Non solo ha commesso, per l’accusa, «un gesto di crudeltà inusitata», oltre 20 coltellate e una decina di bastonate alla testa, ma ha fatto anche ricorso durante le indagini ad «”astuzie” appositamente studiate per allontanare da sé i sospetti».
Tra le esigenze cautelare, non a casualmente, valorizzato il pericolo di reiterazione di condotte delittuose, anche di tipo violento, verso i parenti, «in ragione dell’astio nutrito nei confronti di zii e dei cugini», ma non solo. Secondo il movente individuato dagli inquirenti, l’omicidio Lopatriello ha motivazioni economiche, verosimilmente legate anche a questioni riguardanti l’eredità.