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STRATEGIA SUI VACCINI CONTRO IL COVID TRA CONTROINDICAZIONI E OPPORTUNITÀ

Nella seconda puntata di Doctor su Cronache Lucane la parola al Prof. Tarro e al Dott. Santangelo: cosa si è fatto in questo anno?

Ancora un grande successo per la trasmissione Doctor condotta da Eliana Positano e in onda la domenica, in prima serata, su Cronache Tv. Nella seconda puntata si è inevitabilmente discusso del tema del momento: il Covid-19 e i vaccini con quei tre milioni di morti tra virus di prima sponda e varianti. In studio, il Segretario Regionale della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), Dott. Antonio Santangelo e in collegamento Skype da Napoli, il virologo Prof. Giulio Tarro, Primario Emerito dell’Ospedale Cotugno e allievo di Albert Sabin ideatore del vaccino antipolio.

Nel corso della trasmissione è stata fatta un po’ di chiarezza: il virus non dà solo una virosi respiratoria poiché comporta anche dei tromboemboli che vengono provocati dallo stesso virus eliminato dall’apparato digerente quindi non è solo diagnosticabile solo con i tamponi nasali e orofaringei ma anche con quelli rettali.

Dà inoltre complicanze renali e del sistema nervoso centrale e periferico. Come il virus influenzale, investe tutto l’organismo e può portare diversi tipi di patologie e sintomatologie con encefaliti e miocarditi che si riscontrano anche nel Covid-19. In tale virus si aggiunge anche la congiuntivite che è uno dei segnali di presenza della malattia. Non a casoha ricordato nel suo intervento il Prof. Tarro, tra le prime vittime del Covid, proprio il medico cinese Li Wenliang, l’oculista che per primo aveva lanciato l’allarme sulla comparsa in Cina di una pericolosa serie di casi di polmonite e che è morto dopo essersi infettato a seguito di un intervento per glaucoma. Il Coronavirus va quindi trattato come un’influenza prendendo tutte le precauzioni ad essa collegate e mediante una terapia farmacologica adeguata.

Dello stesso parere il Segretario regionale della Fimmg: Santangelo ha concordato in tutto sottolineando anche che in alcuni casi la virosi in questione è asintomatica così come capita in parecchie virosi lasciando una difficoltà oggettiva nel cogliere le infezioni in alcuni contesti e sfuggendo al controllo epidemiologico. Sui decessi, mancata diagnosi precoce o diagnosi errata sono state gli errori che non hanno permesso di comprendere a pieno difronte a cosa ci si trovasse. In questo ha anche giocato molto la responsabilità politica che in Italia dal 1997 al 2015 ha volutamente ridotto della metà i posti letto delle terapie intensive.

Un altro fattore discriminante per comprendere a pieno l’entità del virus è stato il non procedere all’inizio dell’epidemia con le autopsie, ritardando la conoscenza delle cause e le diagnosi di tromboembolie, pagando con la letalità e la mortalità dei contagiati rispetto al numero degli altri Paesi. Anche le terapie intensive sono state al centro dell’incontro di Doctor evidenziando come a volte i dati inviati come report settimanale al Ministero della Salute siano stati falsati rendendo favorevole l’indice dei 21 parametri, regionali. Un problema che ha riguardato, quasi indistintamente, molte regioni d’Italia con pazienti Covid non da terapia intensiva ma mandati comunque in quei reparti, distorcendo poi i dati delle dimissioni e quindi del parametro tra i malati e i guariti.

Questo, probabilmente anche per un gioco economico che porta soldi alle strutture sanitarie ma che, gravando su personale medico ed infermieristico, ha provocato situazioni di stress su quelli che sono stati i carichi assistenziali delle strutture ospedaliere in forte difficoltà a gestire non i numeri ma le persone. Si sono mandate in crisi le strutture, affollando le rianimazioni e le terapie intensive anche quando forse non ce n’era bisogno e intubando pazienti che avevano situazioni patologiche diverse compromettendo la loro vita e quindi causandone la morte.

Quanto al vaccino, inevitabilmente come avviene per quello influenzale, chi lo fa questa volta lo dovrà rifare negli anni. Nessuno sa se sono innocui ma al momento sono necessari e, come ogni farmaco presenta le proprie controindicazioni che vanno anche di pari passo con le patologie o le complicanze che possono essere sviluppate da chi lo riceve.

A guardare il bugiardino non si fa peccato, ma non bisogna allarmarsi perché bisogna considerare che anche una semplice tachipirina in alcuni soggetti potrebbe avere degli effetti collaterali. Per le prove cliniche, occorre attendere i risvolti almeno entro i prossimi 18 mesi pur se Aifa ed Ema stanno continuando a controllare e ad autorizzare, valutando gli effetti nel tempo.

Come vanno inevitabilmente valutati i decorsi della malattia stessa perché al momento non sappiamo nulla di questa pandemia che è in corso d’opera: occorrerà accertare decorso, effetti immediati e a distanza con gli strascichi che la malattia lascia. Una storia che va riscritta e attenzionata ogni giorno guardando anche alle categorie più fragili e più deboli approntando una sorta di banca dati che renderebbe più semplici gli approcci alla cura.

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