VACCINI AI FRAGILI: FARE MEGLIO, FARE DI PIÙ
Bardi ancora non ha risposto alle sollecitazioni del Coordinamento delle associazioni che si occupa di pazienti fragili
La questione della Pandemia è una guerra. E come dice Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, “servono norme di guerra”. In Basilicata queste norme, non dico di guerra, ma di buon senso vanno meglio chiarite. Soprattutto per quanto riguarda quei soggetti fragili che dovrebbero essere tra i primi vaccinati. Diamo atto al governo regionale di essere stato sensibile alle sollecitazioni giunte dai media, e infatti lunedì sono iniziate le somministrazioni del vaccino per dializzati, trapiantati e in attesa di trapianto e che nel giro di quattro giorni si dovrebbe concludere questo primo nucleo minore della categoria a rischio.
Resta da conoscere il destino e date di immunizzazione per pazienti cardiopatici, oncologici, diabetici e dei soggetti con disabilità, “secondo un calendario che verrà fornito al più presto dalle competenti aziende sanitarie”, ha dichiarato ieri l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, rispondendo alle denunce del consigliere regionale , Gianni Perrino, che insieme a Luca Braia e ai sindacati stanno incalzando la Regione su questo delicato fronte. Si parla di un numero consistenti di pazienti a rischio. Solo i diabetici sono circa 40000 e dal fronte delle onlus i numeri complessivi delle diverse categorie toccano cifre tra gli 80000 e i 90000 cittadini di Basilicata. Sui social si vedono entusiasti docenti a contratto universitari con poche o nulle lezioni in presenza che mostrano la loro vaccinazione grazie ad una corsia privilegiata di cui non c’era francamente bisogno.
C’è una confusione di comunicazione di servizio che va chiarita. Ad oggi, il coordinamento delle associazioni che si occupa di pazienti fragili, che da una settimana ha chiesto un incontro con il presidente Vito Bardi, non ha ricevuto convocazione, ma neanche una telefonata, una mail, un sms. Ricordiamo che il medico e i due infermieri inviati dal generale Figliolo a rafforzare la task force si devono alle mobilitazioni di questo Coordinamento di associazioni che ha direttamente investito Roma per la palude che si era venuta a creare.
Un coordinamento delle associazioni guidato gratuitamente dal dottor Gianuario Frittella che, per meglio essere organizzato, ha chiamato ieri a collaborare altri tre medici e tre avvocati. In modo di avere miglior supporto scientifico e legale per i malati fragili. Un tavolo di concertazione con questa struttura sarebbe doveroso e necessario per poter vaccinare in breve tempo queste persone più esposte alle peggiori conseguenze del virus. In Puglia sono stati messi in campo i medici di famiglia che si stanno dimostrando una buona cerniera per organizzare calendari e procedure. In Basilicata c’è un accordo tra Regione e medici di base, ma il paziente che chiama all’Asl di competenza si sente rispondere “Abbiate pazienza ancora un po’, siamo in attesa di comunicazioni da parte della Regione”.
Dalla provincia di Cosenza, giunge notizia, invece, che in diversi comuni, i medici di famiglia si sono organizzati e hanno vaccinato loro stessi i pazienti fragili in strutture comunali. E sempre i medici compilano personalmente le schede necessarie. Per i pazienti fragili le piattaforme digitali non sembrano molto indicate per far presto e bene. Insomma non c’è bisogno di aver letto il famoso testo sulla guerra di Carl von Clausewitz per vaccinare i fragili. Il governatore Bardi e l’assessore Leone, in sicurezza, possono convocare il Coordinamento delle associazioni per decidere quali provvedimenti assumere per vaccinare subito e senza giochi dell’oca burocratici i pazienti fragili?