L’ANTI-PEPE DI LENA SPOSA LA BATTAGLIA PER LO SCUDO PENALE AI VACCINATORI E A CRONACHE ANNUNCIA ADESIONE A ITALIA VIVA
Il consigliere comunale di Tolve in esclusiva a Cronache. Dallo scudo penale per i vaccinatori alla riforma della giustizia
Annuncia in un’intervista a Cronache Tv l’adesione ad “Italia Viva” e se ne dice entusiasta perché ha fatto la scelta giusta in un momento in cui i partiti devono pensare meno alle poltrone, ai colori politici ed alle ideologie e guardare di più agli interessi del cittadino. In esclusiva alla nostra emittente, il capogruppo al comune di Tolve Antonio Di Lena annuncia di aver scelto di aderire al partito di Matteo Renzi condividendone le battaglie.
Di Lena, che nell’ultima tornata elettorale concorreva per la poltrona di sindaco nel piccolo centro del potentino ed aveva come avversario politico il Senatore Pepe, ha comunicato di aver indossato la casacca centrista perché, da liberale puro quale si definisce, ne sposa gli ideali del liberismo sociale e riformista ma anche europeista essendo una “casa giovane come la definisce l’ex Presidente del Consiglioin cui vengono lanciate nuove idee per l’Italia e per l’Europa.
Nel corso dell’intervista Di Lena, che è avvocato di professione, ha espresso un proprio parere sull’idea dello scudo penale lanciata proprio da Renzi e a cascata ripresa anche in Basilicata dal Vice Presidente del Consiglio Regionale Mario Polese. In tempo di Covid si è aperta una sorta di polemica politica perché i medici che vaccinano non si sentono al sicuro: in caso di evento avverso dopo la vaccinazione e quindi in caso di morte del paziente vaccinato potrebbero essi stessi essere iscritti nel registro degli indagati.
Una “legislazione folle” che mette a rischio il personale sanitario e, se da un lato non tutela i medici, gli infermieri e chiunque dia una mano con la questione relativa alla somministrazione dei vaccini, dall’altro paradossalmente garantisce ai sanitari “no vax” il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro se dovessero ammalarsi di Covid. Per Di Lena tra i sanitari c’è un giusto timore di eventuali azioni civili e penali che potrebbero derivare dalla somministrazione del vaccino in caso di eventi avversi e dei quali si dovrà accertare la causa.
L’attuale legislazione espone i medici ed infermieri a rischio concreto per cui è necessario adottare uno “scudo” che li tuteli non solo giuridicamente ma anche mentalmente e moralmente per evitare di avere pressioni che potrebbero rivelarsi solo controproducenti. Nella colpa medica, d’altronde, bisogna analizzare il nesso di causalità tra gli eventi pur se occorrerebbe, nel caso dei vaccini, attendere la prova scientifica essendo farmaci di nuova generazione. Si ravviserebbe dunque la non responsabilità dell’inoculatore, indennizzando comunque il danno ma evitando di bersagliare chi oggi fa solo il proprio dovere. Tornando all’adesione ad Italia Viva, Antonio Di Lena ritiene che la politica oggi debba essere una politica dei fatti, della concretezza, avulsa da giochi di corrente per poter meglio amministrare la cosa pubblica senza badare ad interessi di potere.
«Proprio sulla giustizia aggiunge Di Lena Italia Viva ha dimostrato capacità di giudizio portando avanti battaglie per porre rimedio ad una gestione disastrosa attuata dal precedente Guardasigilli Alfonso Bonafede che ha fatto fare passi indietro decennali alla legislazione giudiziaria soprattutto in ambito penale dove è necessario eliminare il blocco della prescrizione, ridurre il numero dei reati per permettere ai tribunali di lavorare meglio guardando ai reati che creano allarme sociale mentre per i reati “bagatellari” (per lo più di competenza del giudice di pace) occorrerebbe adottare altri strumenti che non necessariamente coincidono col processo penale».
ELIANA POSITANO