INDOTTO ENI DI VIGGIANO, CAMBIO DI APPALTO RAM TERMOMECCANICA: VENERDÌ INCONTRO IN REGIONE
Ieri presidio di sigle e lavoratori davanti la Regione. Cupparo: «Vertenza è snodo per rapporti con l’azienda, chiamata a garantire il Contratto di Sito»
I eri mattina dinanzi ai cancelli della Regione Basilicata si è tenuto un presidio organizzato da Fim Fiom e Uilm, dai delegati dell’indotto Eni, unitamente agli otto lavoratori della Ram Meccanica, «che da circa due anni – hanno sottolineato le sigle vivono di incertezze, a seguito di un cambio appalto, dalla gestione misteriosa e poco limpida, che vede protagonista una ditta ligure: la Termomeccanica». «Un cambio di appalto – hanno specificato i sindacati che avrebbe dovuto concludersi in pochi incontri, se Eni, in corso d’opera, non avesse modificato l’aggiudicataria del cambio di appalto, dalla brindisina Revisud alla spezzina Termomeccanica; quest’ultima con l’avallo di Confindustria e di Eni, continua a voler imporre le sue regole, non solo contravvenendo al patto di sito, ma determinando, inoltre, un arretramento sociale, economico e normativo dei lavoratori coinvolti in questo cambio di appalto». Ieri mattina l’Assessore Cupparo ha ricevuto un folta delegazione di Fim Fiom e Uilm. L’assessore ha poi, successivamente, convocato «un un incontro per venerdì 9 aprile prossimo a conferma del “massimo” impegno della Regione a contribuire alla soluzione della vertenza»
CUPPARO: «MASSIMO IMPEGNO DELLA REGIONE»
Cupparo ha sostenuto che la vertenza «è uno snodo per i rapporti presenti e futuri con l’Eni che è chiamata a garantire la piena attuazione del Contratto di Sito». «In attesa del rinnovo dell’Intesa Regione-Governo-Eni per la concessione riferita all’attività petrolifera in Val d’Agri – afferma l’assessore – questa è diventata la “cartina al tornasole” di quanto Eni intende fare prima di tutto per il rispetto del Contratto di Sito. Per noi non è tollerabile che ad ogni cambio di appalto con il subentro di una nuova impresa, come accade per Ram-Termomeccanica, si registri il rischio della perdita di posti di lavoro e condizioni salariali penalizzati per i lavoratori rispetto al precedente salario. In tutto questo il Governo – dice ancora Cupparo – non può essere considerato “estraneo” e quindi restare a guardare che le cose accadano. La “transizione ecologica” che è un elemento qualificante del Governo Draghi va declinata in tutte le sue fasi, tra le quali la gestione dell’attuale fase di produzione del petrolio prima di passare, con gradualità, al suo superamento».
SODDISFAZIONE DEI SINDACATI
«Finalmente – hanno sottolineato le sigle si è potuto “provare” o meglio attestare, documenti cartacei e buste paga dei lavoratori alla mano, la fondatezza delle nostre proteste e dunque del presidio stesso. Nel lungo incontro si è discusso del suddetto cambio di appalto, del valore del patto di sito e anche delle assurde comunicazioni di alcune aziende contrattiste dell’indotto Eni che unilateralmente modificano l’orario di lavoro portandolo a 12 ore». «Il patto di sito – hanno specificato le sigle non si tocca perché esprime e garantisce la certezza -e ciò probabilmente da fastidio a qualcuno del diritto al lavoro, del diritto al buon lavoro e non altro come ad esempio la mercificazione stessa del lavoro o peggio ancora delle raccomandazioni» hanno sottolineato i sindacati. «Auspichiamo che i documenti consegnati ieri in Regione servano a chiarire la situazione e soprattutto chiediamo ad Eni di rivedere la sua posizione» hanno concluso i sindacati