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MATERA E VACCINI, RISPETTO AI TURISTI LA PRIORITÀ È LA CLASSE D’ETÀ 70-79 ANNI: A DIRLO, I DATI

L’intervento

DI PIO ABIUSI*


Con la tornata elettorale del 2015 la città di Matera dimostrò la volontà del cambiamento e così un cavallo che aveva vinto, il sindaco in carica Salvatore Adduce, e che aveva portato Matera ad essere scelta come Capitale Europea della Cultura per il 2019, fu sconfitto da una compagine alternativa, raffazzonata e riciclata.

Nella tornata elettorale del 2020 la città ha deciso di buttare alle ortiche i vecchi schieramenti che nel corso dei 5 anni trascorsi hanno dimostrato un sostanziale trasversalismo ed hanno goduto di una eccezionalità di risorse utilizzabili proprio in vista dell’anno europeo della cultura. La nuova compagine, sconta l’inesperienza dei neofiti, ha il vantaggio di essere composta in buona parte da elementi nuovi e distanti da gruppi di interesse costituiti, almeno al momento.

C’è pur sempre qualche neo ma: chi è senza peccato scagli la prima pietra! Ci sono dei momenti istituzionali in cui bisogna affrettarsi a maturare perchè non si è di fronte alla classica quadriglia cittadina animata molto spesso da gruppi di interessi o corporazioni. La pandemia Covid-19 ha colpito il mondo intero e continua a colpire fino a quando le vaccinazioni non saranno divenute una realtà diffusa. Compatibilmente con la disponibilità dei vaccini occorre vaccinare per fasce d’età così ridurre il numero di vittime. Non ci potranno essere più deroghe e questo gli amministratori locali, capaci di ben navigare in rete sono in grado di conoscerlo a prescindere dall’alzabandiera dei generali che “governano” la Basilicata all’ombra del Vesuvio.

L’incontro del sindaco con la neo Commissaria dell’Azienda sanitaria di Matera (Asm) Pulvirenti , segnalata questa ultima dalla ministra Carfagna campana anche essa -, se ha prodotto solo una intesa per assicurare priorità di vaccini a favore degli operatori turistici è stato del tutto inutile.

La proposta non ha diritto di cittadinanza ed arriva con 2 mesi di ritardo da quando, cioè, veniva permesso ai buoi di scappare. Dal 1 Marzo il Generale Figliuolo è il nuovo Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, nominato direttamente dal Capo del Governo Draghi e l’esempio del cambio di rotta è proprio dimostrato da quella lettera datata 15 Marzo 2021 che era stata indirizzata agli organi che con diverse funzioni amministrano la giustizia nel Materano: a quella nota sul piano vaccinale non vi è stato alcun seguito e ciò non è dipeso da casualità, ma da una esigenza conclamata di riportare il piano di vaccinazioni a criteri oggettivi escludendo spinte corporative, come in più di una intervista ha ribadito il Commissario, ed il rigido ancoraggio sono i criteri oggettivi dettati dalla età anagrafica.

Un giornale nazionale parlava di 6 mila vittime che si sarebbero potute evitare vaccinando più anziani o i soggetti deboli. Da uno studio dell’Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), rileviamo che solo nel corso dell’ultimo mese è cominciata e poi andata a regime la vaccinazione delle persone over-80 in Italia, ed è proprio per questo che si cominciano a vedere i primi effetti di riduzione significativa della letalità, la strategia ideale era quella della linea blu ed la stessa riduzione di letalità che si registrerà quando si andrà a regime, ormai a breve (-21%, linea arancione).

Sarebbe stato un risultato raggiungibile già da 2 mesi, dal 1° febbraio. Il dato è dimostrato da un altro grafico, letalità apparente in alcuni paesi, oggi l’Italia ha un tasso di letalità elevato e non a caso i morti giornalieri sono normalmente al di sopra delle 300 unità. Il tasso di letalità diviso per età è rappresentato da un altro grafico ancora, sempre dell’Ispi, che dimostra come in concreto al di sotto dei 70 anni le persone che sono state protette avrebbero avuto una probabilità molto bassa di presentare forme gravi o di morire a causa dell’infezione da Sars-CoV-2, e dunque la riduzione di letalità ottenuta è stata molto bassa.

Vediamo la situazione attuale che comunque è migliorata rispetto a 2 settimane fa quando solo il 33% dei soggetti con maggiore rischio di letalità era stato vaccinato rispetto all’universo di coloro ai quali era stato somministrato il vaccino. Il report aggiornato delle somministrazioni effettuate di vaccini alle ore 15,31 del 5 Aprile indica che in Italia sono state iniettate 11,156 milioni dosi e di queste solo il 47% a chi ha più di 70 anni mentre 4,706 milioni sono andate ad una popolazione che ha meno di 60 anni. In Basilicata le cose sono andate un po’ meglio, delle 104.446 dosi di vaccini inoculati il 57% sono andate agli over 80 anche se la popolazione avente 7079anni praticamente non è stata per niente interessata perchè a lei sono andate solo 1915 dosi di vaccino. In conclusione le aspettative degli operatori turistici presumiamo che saranno disattese!

*COMPONENTE DELL’ASSOCIAZIONE “AMBIENTE E LEGALITÀ

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