RIENTRO A SCUOLA CON PROTESTE: TORNANO IN CLASSE SOLO IN POCHI
Ripresa difficile solo un quarto dei ragazzi risponde all’appello in presenza. I genitori preoccupati per i contagi chiedono di far finire l’anno in Dad
Una (ri)partenza, quella delle scuole, che avviene tra le polemiche. Il giorno del rientro in aula, al 50%, c’è chi ha detto no. È subito scontro e pochi si presentano all’appello in presenza: appena il 25% delle scuole Superiori. Paura dei contagi, e dunque famiglie che tengono i figli a casa. Il tam tam dei genitori corre nelle chat: volete che i vostri figli continuino in Dad? Sul fronte opposto chi reclama un ritorno, chi contesta la didattica mista («le connessioni non reggono») e la scuola on demand. Per tutti prevale la richiesta di istituti sicuri. E così quest’ultima ripartenza è a singhiozzo e tra le proteste.
Ma se i dirigenti scolastici hanno fatto il possibile per far rientrare in sicurezza i propri alunni sotto accusa sono Regione e Comuni. A Potenza e Matera nessuno screening è stato disposto a differenza dei piccoli centri lucani, dove i sindaci si sono organizzati da sè. Nasce per questo la protesta di studenti e genitori che decidono di seguire ancora per molto le lezioni in Dad. Se alle Superiori la Dad risulta più facile (considerato he fino al secondo superiore non è più scuola dell’obbligo) l’agitazione maggiore arriva dalle Elementari e Medie. Se da una parte gli insegnanti manifestano preoccupazione e chiedono di essere vaccinati, dall’altra i genitori chiedono di fra finire l’anno scolastico ai figli in Dad considerato anche il poco tempo che rimane alla fine dell’anno scolastico. In base ai dati raccolti ieri mattina dalle scuole, e secondo quanto comunicato nei giorni scorsi anche dai sindacati, la presenza oscilla tra il 20 e il 25%. Salvo alcuni casi in cui si arriva al 100% perché, spiegano alcuni Dirigenti «avendo alcune aule molto grandi possiamo rispettare le distanza di sicurezza».
A fare “paura” sono soprattutto i trasporti, spiegano alcune mamme che abbiamo trovato avanti gli istuti del Potentino «le famiglie temono che i figli possano contagiarsi prendendo i mezzi pubblici affollati». La richiesta di esprimere un parere su un nuovo rinvio della didattica in presenza per gli studenti della scuola secondaria, secondo quanto si apprende, sarebbe arrivato ieri da un gruppo di genitori alla Task force lucana. Ai quali però nei giorni scorsi non era stato chiesto alcun parere sulla questione.
Va però detto che da un report dell’Iss è emerso che nelle classi sono stati rilevati, dal 31 agosto, 3mila focolaio pari al 2% dei contagi, ma più che la diffusione nelle aule quello che preoccupa gli scienziati è il movimento – con i relativi spostamenti – e tutte le attività prima e dopo le lezioni. Dalla riunione del Cts è emerso un parere molto netto. Il Cts ha ricordato che le scuole hanno un ruolo limitato nella trasmissione del virus. E ribadito, non è la prima volta che lo dice, che l’assenza prolungata da scuola può provocare conseguenze gravi nei ragazzi, per gli apprendimenti e per la sfera emotiva e relazionale. Ma a questa bisogna aggiungere la paura fondata dei genitori di poter esporrei i propri figli a un contagio.