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CARLO D’ANGIÒ , IL PRIMO CAPETINGIO

Fece ampliare il castello di Melfi, passava le estati a Lagopesole


In Italia non ha goduto di buona fama, considerato come il fondatore di un regno oppressore, al contrario, in Francia fu esaltato come un grande Monarca. Anche Il Sommo Poeta non amava il primo regnante capetingio del Sud Italia, Carlo I D’Angiò che pose  nell’Antipurgatorio.  Dante lo cita con questi versi, riferendosi al suo grande naso  « Anche al nasuto vanno mie parole» . Carlo I D’Angiò, è un personaggio  importantissimo  nella storia di Italia e d’Europa.  Nato a Parigi il , 21 marzo 1226,  ultimogenito di Luigi VIII il Leone (che morì otto mesi dopo la sua nascita) e di Bianca di Castiglia, era destinato alla vita ecclesiastica, ma la morte di due fratelli ne cambiò il suo destino. Il capetingio fu chiamato dal  papa  francese Urbano IV per liberarsi definitivamente di Manfredi di Svevia e degli Staufen in Italia. Carlo D’Angiò, seppure con un esercito meno numeroso, riuscì a battere Manfredi a Benevento  il  26 febbraio 1266 , lo svevo cadde in battaglia e non ebbe neanche sepoltura. Poi  L’angioino pose fine alla dinastia Staufen battendo a nella battaglia di Tagliacozzo, il 23  agosto 1268  Corrado di Svevia, figlio  dell’Imperatore Corrado IV – morto a Lavello il  21 maggio 1254- e nipote di Federico II Staufen Il duca di Svevia aveva solo 16 anni, per questo fu chiamato in Italia Corradino. Il giovane fu decapitato a Napoli il  29 ottobre 1268. Carlo I continuò la politica edificatrice di castelli e palazzi di Federico II, per esempio il maschio angioino a Napoli, ampliò i castelli di Melfi, Muro, Picerno, Calvello,  ultimò anche il castello di Lagopesole, fece immettere 30mila anguille nell’antico lago  e per oltre 20 anni, in estate trasferiva la corte regale da Napoli a Lagopesole.  Carlo D’Angiò, perse la Sicilia, conquistata da Pietro III d’Aragona, marito di Costanza di Svevia, figlia di Manfredi, grazie alla abilità di Ruggero di Lauria Ammiraglio della flotta d’Aragona. il 5 giugno 1284 la flotta siciliano-aragonese, sotto il comando dell’invincibile ammiraglio   si presentò dinanzi al porto di Napoli e il principe di Salerno e figlio di Carlo, Carlo lo Zoppo, disobbedendo all’ordine del padre di non muoversi prima del suo arrivo dalla Provenza, uscì dal porto con la sua flotta napoletana per combattere l’ammiraglio lucano , che invece lo sconfisse e fece prigioniero lui e parecchi nobili napoletani. Quando il sovrano arrivò a Gaeta e seppe della sconfitta maledisse il figlio, ma dovette rinunciare all’invasione della Sicilia; assediò allora invano Reggio Calabria e poi, con le truppe stremate , si diresse in Basilicata e poi in  Puglia per riorganizzare l’esercito.  Durante il viaggio, era  gravemente ammalato, morì a Foggia il 7 gennaio 1285.

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