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OSPITE DI CRONACHE TV IL DOTT. DE LISA DI EPIDEMIOLOGIA: «OCCORRE VACCINARE PER COMBATTERE CONTRO IL COVID-19»

In studio a Doctor, il dottor Michele De Lisa Direttore dell’U.O.C. di Epidemiologia della Asp

Ancora i vaccini al centro delle puntate di Doctor, l’informazione medica condotta su Le Cronache Tv dalla giornalista Eliana Positano che ha ospitato in studio il Dott. Michele De Lisa, Direttore dell’Unità Operativa di Sanità, Igiene pubblica ed Epidemiologia della Asp di Potenza. Nel corso della quarta puntata è stato fatto il punto sulla campagna vaccinale, partendo dalle dure prove a cui è stato sottoposto il sistema sanitario lucano. Moltoè stato detto in trasmissione è stato fatto grazie al capillare intervento delle USCO, le unità speciali covid, che hanno avviato la propria attività a supporto della rete della Medicina di Base incrementando il monitoraggio clinico tramite triage telefonici e poi recandosi di persona presso le abitazioni dei casi sospetti di infezione per effettuare i tamponi molecolari.

Queste unità sono entrate in operatività dal 6 aprile del 2020, quindi esattamente una settimana dopo la delibera del D.G della Asp Lorenzo Bochicchio, con operatori adeguatamente formati, con mezzi di protezione conformi alle regole della pandemia ma soprattutto con la possibilità di applicare un protocollo terapeutico che ha permesso a queste Unità di rappresentare un punto di svolta nella gestione del Covid-19 sia sui pazienti sintomatici e quindi acclarati, sia su quelli paucisintomatici più difficili da individuare e tracciare.

Oggi la situazione è cambiata anche grazie a strumenti maggiori di indagine come i tamponi molecolari che vengono effettuati in drive-in presso le tendostrutture allestite nel piazzale sottostante l’ospedale che permettono di indagare su maggiori fette di popolazione assieme all’antigenico rapido che permette di screenare ampie fasce di comunità come ad esempio quelle scolastiche. In tal casoè stato spiegato in trasmissione il test rapido è attendibile per il risultato negativo mentre in caso di esito positivo è sempre raccomandato effettuare il tampone molecolare che risulta essere più preciso.

Quanto alla campagna vaccinale, la Basilicata ha raggiunto un primato: siamo la regione con il 52% di vaccinazioni agli over 80 e ai ricoverati nelle Rsa. Toscana, Lazio e Lombardia sono abbondantemente dietro la Basilicata che, dal canto suo, ha quasi completato con la somministrazione della seconda dose tutti gli over 80 nei comuni della provincia di Potenza anche a domicilio. Un dato importantissimo è che tutte le novemila dosi previste sono state inoculate si in prima che in seconda battuta a tutti i residenti nel capoluogo rientranti in quelle fasce. E’cominciata la campagna sui soggetti fragili rispettando in toto, e soprattutto nelle tempistiche, i dettami di Ministero della Salute e Regione Basilicata.

Nel corso della trasmissione non si poteva non parlare di Astrazeneca che non sarebbe raccomandato per i pazienti sotto i 60 anni, pur allo stato attuale non essendoci elementi tali da correlare realmente il principio di causa ed effetto relativamente ai decessi avvenuti dopo la somministrazione del vaccino. Il comitato tecnico-scientifico dell’Aifa che è organo di controllo ha detto De Lisadice che si è riscontrata una maggiore incidenza, pur se in un ridotto e raro numero di casi, di episodi tromboembolici negli under 60 particolarmente donne, per cui “si fa presente che possono verificarsi casi ma in numero certamente esiguo”. In epidemiologia va ricordato che non esiste la certezza di un fenomeno, ma la probabilità e per questo è opportuno che la bilancia penda verso il beneficio e non verso il rischio. Ammalarsi di Covid-19 è sicuramente un rischio maggiore (che porta a ricoveri in terapia intensiva e letalità) rispetto al verificarsi di un effetto indesiderato. Poiché si è visto che gli episodi tromboembolici sono addirittura ridotti rispetto alle aspettative negli over 60, è raccomandato per questa fascia di età l’utilizzo di Astrazeneca che, in presenza di popolazione giovane e senza patologie importanti o comorbidità di alcun genere, potrebbe essere somministrato anche a chi ha meno di sessant’anni. Quanto ai soggetti con anomalie coagulative, piastrinopenie e episodi accertati di trombosi, le direttive ministeriali richiedono la somministrazione di altre tipologie vaccinali come Pfizer e Moderna. Ciò che non va dimenticato è che i vaccini proteggono da malattia, infezione e iniziano ad avere la loro efficacia anche sulle varianti, per tanto sottoporsi a vaccinazione significa utilizzare un grande strumento di prevenzione primaria che va consigliata ma certamente con la cautela e gli strumenti necessari. Chi ha ricevuto la prima inoculazione deve, dopo 12 settimane, ricevere anche la seconda. Sottoposto all’attenzione del Direttore dell’Unità di epidemiologia il bugiardino di Astrazeneca, il cui nominativo è stato variato in Vaxzevria e tra i cui effetti collaterali e rari è stato inserito anche l’evento trombotico.

Nel bugiardino, che consta di ben trentacinque pagine, al paragrafo sei della trentesima, si evidenzia come tra i componenti vi sia un adenovirus di scimpanzè “prodotto in cellule renali embrionali umane geneticamente modificate (e parliamo delle cellule HEK 293) e mediante tecnologia del Dna ricombinante”. Il che ci fa pensare anzi probabilmente le case farmaceutiche ce lo dicono alla produzione con cellule di feti sani e vivi. Quelle stesse cellule embrionali che però sono da sempre utilizzate anche per altri vaccini come ad esempio l’antipolio, la rosolia e la varicella. Solo che su Astrazeneca si è fatto un pour-parler dettato da fantomatiche regole morali, etiche e ad effetto social. De Lisa ha per tanto specificato che anche il prossimo vaccino Janssen di Jhonson & Johnson avrà le stesse caratteristiche a vettore virale del tanto vituperato Astrazeneca con modifica di una piccola parte di linea genomica di un altro adenovirus e che avrà comunque gli stessi effetti. Certamente ha concluso De Lisache quando organismi internazionali come Ema e Aifa danno il via libera al vaccino e quando questo dà risultati incoraggianti, l’unica osservazione da fare è quella del risultato a breve termine che al momento è positivo, mentre occorrerà attendere quelli a lungo termine, pur occorrendo oggi uno strumento che blocchi il virus.

Ascoltata, nel corso della trasmissione, la testimonianza di una donna pluripatologica che con tanti rischi e tanti dubbi, si è sottoposta a vaccino pur dovendo combattere contro i pareri contrastanti dei suoi medici, alcuni dei quali palesemente no-vax. Le repliche di questa puntata di Doctor andranno in onda su Le Cronache Tv martedì alle 15.00 e venerdì alle 10. Nella prossima puntata, si cambia argomento e si parlerà di patologie oncologiche della prostata dalla diagnosi alla cura, con riferimento anche alla chirurgia robotica prostatica. Ospiti l’Oncologo Angelo Di Nota e l’urologo Roberto Falabella.

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