PROFILI FAKE E MACCHINA DEL FANGO: È CALENDA LA TALPA IN REGIONE?
Sospetti e veleni, le coincidenze con il capo Ufficio stampa della Giunta regionale: polveri non più bagnate nel cerchio magico del presidente Bardi
Arsenico e nuovi trucchetti: tra questi i profili social fake. Regione Basilicata: tra veleni, dossieraggi e false notizie, nel cerchio magico del presidente Bardi, l’uomo giudica l’uomo e il clima sempre più teso esplode in ripetuti sbotti. C’è chi a via Verrastro, pur essendo del settore, ma come incamminato sul viale dell’acacia dimentica e non sempre verde, tenta di coprire qualche pecca equivocando tra pubblico e non pubblicato e tra doverosamente da pubblicare, seppur, dato il bilanciamento tra esigenze di riservatezza del singolo e pubblicità dell’atto, con l’oscuramento delle generalità e di altri dati identificativi dell’interessato. L’inconsueta inversione piramidale potrebbe concludersi con la talpa prigioneria del tunnel sotterraneo che ha scavato.
PROFILI SOCIAL, L’OFFERTA: PRENDI 3 FAKE, PAGHI 1
Ad ogni modo in rete c’è un profilo social ufficiale del capo Ufficio stampa della Giunta regionale, Massimo Calenda, e 3 profili social fake i cui spunti e segnali sembrano ricondurre proprio a Calenda. Più specificatamente, se qualche dubbio permane su uno dei tre profili, quello a nome di Patrizia Longobardo, sugli altri due, invece, non appaiono esserci dubbi: Gennaro Picerno e Massimo Picerno. Il “viaggio” di Cronache, partirà da da Massimo Picerno per poi toccare, nelle prossime puntate, le stazioni di Gennaro e Patrizia.
MASSIMO CALENDA E MASSIMO PICERNO: QUANTE INNOCENTI COINCIDENZE
I due nomi coincidono, Massimo, e nel cognome dell’uno, Picerno, contiene, volutamente o meno, il rimando alle origini lucane dell’altro, Calenda. Come da must per i profili fake, Picerno non ha nessuna foto della persona fisica a cui il profilo stesso sarebbe collegato. Nel profilo di Calenda , come sottolineatura delle simpatie borboniche, campeggia la bandiera del Regno delle Due Sicilie, in ricordo del fu Regno di Napoli. L’avatar Massimo Picerno, invece, coincide con un simbolo a metà tra una sorta di incrocio cristiano floreale e una invertita croce di Malta a mo’ di paramassonico. Da ricordare alcuni vezzi di Calenda come quello di inserire nel curriculum vitae, alla voce ulteriori informazioni: «Cavaliere di onore e devozione del Sovrano militare ordine di Malta», nonché «Commendatore dell’Ordine costantiniano».
E, infatti, a una più attenta osservazione l’immagine identificativa di Massimo Picerno richiama proprio la croce del Sacro militare Ordine costantiniano. Ciò, però, che merita precisa segnalazione è l’immagine di copertina: la schermata a nove canali di una regia Rai. Il caso vuole che Calenda sia giornalista Rai in servizio fino all’incarico a lui affidato dal presidente Bardi alla testata giornalistica regionale Campania. Nella comparazione tra reale e fake, tante e altre sovrapposizioni emergono. Proseguendo, difficile, se non impossibile, non notare un insospettabile filo conduttore dei diversi profili: la passione per il gioco online “Sparta war of empire”.
Anche anagraficamente, la consonanza: sia Massimo Calenda che Massimo Picerno sono nati nell’estate del 1963. A Massimo Picerno, inoltre, piace sia il «personaggio politico» Bardi, che la Giunta regionale di Basilicata di cui Massimo Calenda è il capo Ufficio stampa. Tra i suoi amici oltre Massimo Calenda, ha anche Gennaro Picerno, protagonista, però, della prossima tappa. Ad ogni modo gli amici di Picerno sono tutti del settore di riferimento, giornalisti e politici lucani. L’analisi incrociata dei profili, consegna una rifinitura quantomai indicativa.
Tra gli amici, alcuni sono di persone che Calenda ufficiale ha bloccato col proprio profilo, ma che, per ragioni di varia natura, prevalentemente professionali, ha comunque intesse a seguire. I post condivisi sono tutti contro la stampa lucana che ha in plurime circostanze apostrofato l’operato del capo Ufficio stampa Calenda. L’interrogativo se non ancora pienamente confermato, comunque appare chiaramente non smentito: è Massimo Calenda la talpa di cui negli ambienti tanto si parla in questi giorni? Se gli indizi non sono una prova, le combinazioni, però, aprono le casseforti: dentro niente tornesi, ma soldi pubblici.