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TALPE E TROLL ANCORA “PICERNESI”

Regione, cerchio magico di Bardi e macchina del fango: sempre più gli indizi che dietro la “bolla social” ci sia un’unica mano

Il caso arsenico e nuovi trucchetti, tra nervosismi e tensioni, livore e dossieraggio nel cerchio magico del presidente Bardi, ha come riattualizzato una vignetta di circa 20anni fa: “Su internet, nessuno sa che sei un cane”. Dalla fake news alle fake people: non solo le notizie, infatti, possono rivelarsi false, ma anche le persone e quindi, come nel caso in questione, i profili social. In Regione Basilicata, 1 capo Ufficio stampa della Giunta, Massimo Calenda, e 3 profili social fake che offrono spunti e segnali tali da condurre alla fine allo stesso Calenda.

Di qui, l’interrogativo: è Massimo Calenda la talpa di cui negli ambienti tanto si parla in questi giorni? La prima tappa del “viaggio” di Cronache Lucane ha toccato la “stazione” Massimo Picerno. In quella odierna, invece, è il turno di Gennaro Picerno. Il giorno dopo, una precisazione merita risalto: nessuno ha ancora rivendicato la paternità del profilo Massimo Picerno. È questo un tassello importante da aggiungere alla sequenza indiziaria in costruzione. Ad ogni modo proseguendo nel solco comparativo tra Calenda e Gennaro Picerno, è possibile espandere la lista dei sospetti con altrettante tracce convergenti verso l’identico risultato.

PICERNO, 1 COGNOME, 2 PROFILI FAKE: DA MASSIMO A GENNARO

Come per Massimo Picerno, per Gennaro il cognome, contiene, volutamente o meno, il rimando alle origini lucane di Massimo Calenda. Il nome è differente, ma Gennaro sembra proprio un indizio: di chiara fama partenopea, non casualmente è il Santo Protettore della città di Napoli. Ciò che per Massimo Calenda campeggia sulla copertina del profilo social ufficiale, la bandiera del Regno delle Due Sicilie, per Gennaro Picerno corrisponde all’immagine del profilo stesso. Picerno e Calenda non convidono solo la nostalgia per i Borboni, Gennaro “stranamente” «vive a Barcellona», ma hanno in comune la stessa data di nascita: 8 luglio 1963. Altra coincidenze, la stessa già riscontrata per il profilo di Massimo Picerno, è la passione per il gioco online “Sparta war of empire”.

Ciò che può, inoltre, apparire come insolito, forse così insolito non è. Trovare un dichiaratosi cagliaritano che vive a Barcellona così appassionato del governatore Bardi è forse impresa più impossibile che improbabile. Se ciò è valido in generale, non lo è per il profilo fake Gennaro Picerno, che proprio come Massimo Picerno, ha tra gli amici persone del settore di riferimento di Calenda, giornalisti, politici lucani e qualche portaborse. I profili fake social che appaiono riconducibili a Calenda sono identità d’invenzione non esplicita, ma che attraverso segnali non di fumo, bensì di sostanza, poi nei fatti esplicitano e anche tanto. I due Picerno, Gennaro e Massimo, secondo il modello di autodichiarazione offerto dai social, hanno entrambi studiato presso l’Università di Roma, La Sapienza. In questo caso, la rima baciata con Calenda non era possibile in quanto come da curriculum vitae del capo Ufficio stampa della Giunta regionale, l’istruzione s’arresta al Diploma di maturità classica conseguito al Liceo Classico Tasso di Salerno.

A parte gli studi, i profili di Massimo Calenda e di Gennaro Picerno presentano vere e proprie sovrapposizioni. Caratteristica distintiva del profilo fake è proprio il segreto. Le maschere, anche quella dell’anonimato può esserla, hanno una loro parte nel copione da recitare e per i due Picerno, Gennaro e Massimo, quale sia è piuttosto facile da intuire. I 2 profili fake sembrano quasi un tradimento alla loro missione d’impersonalità, poichè troppo corrispondenti all’etimo “tradere”: trasmettere e portate.

Chi ha creato Massimo e Gennaro Picerno ha probabilmente portato troppo da sé alle 2 identità fittizie. Il falso profilo può essere un diletto, ma non raramente, chi si nasconde dietro lo fa per un proprio tornaconto. Nella “bolla social” che sembra avvolgere via Verrastro, ci si imbatte, per esempio, in post condivisi contro la stampa lucana che, è dato noto, tra i napoletani genericamente intesi per indicare i campani in generale, ha più volte messo nel mirino proprio l’operato del capo Ufficio stampa della Giunta, Calenda.

Il “viaggio” non è ancora concluso. Resta il profilo di Patrizia Longobardo che è quello più complicato dei tre, poichè dei tre il più riuscito. Ad ogni modo, muovendo dall’interrogativo guida, è Massimo Calenda la talpa di cui negli ambienti tanto si parla in questi giorni?, le orme oltre che convergenti, come il caso di Massimo Picerno dimostra, diventano anche sempre più precise.

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