PERCHÉ GLI AMBIENTALISTI ODIANO LE PALE EOLICHE?
Lettere lucane
Spesso gli ambientalisti si esprimono assai criticamente – è un eufemismo – verso i parchi eolici. Nei loro confronti lanciano accuse di ogni tipo, dal fatto che deturpano il paesaggio al diffuso affarismo dei “signori dell’eolico”. Su quest’ultimo aspetto non ho granché da dire, nel senso che mi auguro sempre che le forze dell’ordine e la magistratura perseguano puntualmente crimini e reati compiuti contro l’ambiente; sul primo aspetto, invece, avrei qualcosa da ridire, perché io la questione della deturpazione la capisco fino a un certo punto. Comprendo gli ambientalisti fino a quando prendono di mira forme tradizionali di produzione energetica come per esempio l’energia nucleare o quella mediante combustione fossile – c’è da dire che la cosiddetta transizione ecologica richiede comunque tempo e buon senso. Li capisco meno, viceversa, quando si scagliano contro le pale eoliche, anche in Basilicata, che per le sue caratteristiche naturali si presta molto a questo tipo di produzione energetica. Per quel che ne so, l’energia eolica produce energia totalmente rinnovabile, nel senso che il vento, a differenza del petrolio, non si esaurirà mai. Le pale eoliche inoltre si possono smontare, e questo senza lasciare nessuna ferita al paesaggio. L’amico Vittorio Sgarbi è assai duro contro le pale eoliche, ma io non ho mai capito perché. Forse perché considero queste strane creature tutto sommato suggestive – sembrano arcane figure mitologiche “scolpite” in materiali moderni e con strumenti tecnologici moderni; o forse perché a volte mi pare lo arricchiscano addirittura, il paesaggio. Ripeto, non nego ci siano problemi di affarismo – come in ogni settore, in Italia. Ma davvero non ho mai capito perché gli ambientalisti se la prendano con una tecnologia che produce energia rinnovabile. Forse per purismo estetizzante e bucolico?