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LA CAMPAGNA VACCINALE TRA PROPAGANDA E MANCATE SCUSE

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Dopo aver rilevato la riduzione delle prestazioni della sanità lucana in regime ospedaliero e in ambito di specialistica ambulatoriale, è ancora merito dell’AGENAS e della Scuola Superiore Sant’Anna fare chiarezza sugli andamenti della campagna vaccinale anti Covid che qui in Basilicata ha finanche la pretesa di definirsi modello per l’Italia. Eppure tanto per sbugiardare la propaganda che l’anziano governatore Bardi anima sui social media, peraltro con notevole versatilità partenopea, vanno almeno ricordate le parole con cui il 19 aprile annunciava l’obiettivo del fine settimana di avere “un dato di somministrazioni in rapporto alle dosi consegnate in linea con la percentuale nazionale, superando anche l’unico dato ancora non positivo”. Ora con buona pace della sua tardiva ammissione e a distanza di tempo quel dato è ancora inchiodato al terz’ultimo posto, davanti solo le disastrate Calabria e Sicilia e ben al di sotto della media nazionale (91.8%). Ancora peggio è il dato sulla vaccinazione della popolazione 70-79 con l’ultimo posto occupato. Ha scritto Erich Fromm: “Per quanto riguarda gli uomini politici dobbiamo impedire l’uso di tutte le forme ipnotizzanti di propaganda”.

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